Galleria San Ludovico
Parma
Borgo del Parmigianino, 2/b
0521 218914 FAX 0521 231142

Parma e Verdi
dal 11/5/2001 al 1/7/2001
0521 218968 FAX 0521 231142
WEB
Segnalato da

Barbara Pecchini




 
calendario eventi  :: 




11/5/2001

Parma e Verdi

Galleria San Ludovico, Parma

Il "segno" dei tempi. Alla Galleria San Ludovico, a Parma, una mostra sulla trasformazione della gestualita', dal melodramma verdiano ai giorni nostri. Curatore, Mauro Buzzi e testo critico di Marzio Dall'Acqua.


comunicato stampa

Il "segno" dei tempi

Alla Galleria San Ludovico, a Parma, una mostra sulla trasformazione della gestualità, dal melodramma verdiano ai giorni nostri.

Nell'anno dedicato a Verdi (dopo la recente inaugurazione della grande mostra "La tempesta del mio cor. Il gesto del melodramma dalle arti figurative al cinema" e in previsione della prossima apertura dell'altra grande mostra "W Verdi. Il mito verdiano") spicca a Parma un'esposizione insolita nel tema e originale nella stesura.: "Dal gesto al segno. Per Verdi: sulla trasformazione della gestualità"; il sottotitolo ne spiega pienamente gli intenti: "Dai significati dell'opera melodrammatica ai segni contemporanei: laboratorio artistico sulla trasformazione della gestualità".

Allestita nella Galleria San Ludovico (Borgo Parmigianino 1/b) e organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma in tandem con l'associazione no-profit Insieme Culturale "l'Albero", la mostra resta aperta da sabato 12 maggio al 1 Luglio 2001.
Curatore, Mauro Buzzi e testo critico di Marzio Dall'Acqua. Estrapoliamo dal testo di presentazione: "La mostra rappresenta una ricerca sulla trasformazione della gestualità, dalle opere liriche del melodramma verdiano ai giorni nostri; una lettura simbolica di gesti e situazioni che emergono dal melodramma ottocentesco in musica e in rappresentazione scenica e che si esprime, nell'ambito di questa mostra laboratorio, in segni fotografici pittorici, scultorei e d'installazione..".

Cogliere i segni di una trasformazione della gestualità, com'è nelle intenzioni degli artisti selezionati, è impresa in sé non difficile, ancorché legata ai cambiamenti epocali, che con le mutate abitudini di vita, con la volubilità delle mode, e con le grandi conquiste del pensiero umano e della scienza, determinano un nuovo modo di guardare il mondo e di viverlo. Ma proprio per questo irta di trabocchetti. Non sono cambiati i sentimenti (amore, gelosia, invidia, malignità, prevaricazione, nostalgia, ira e desiderio di morte ecc.) che costituiscono poi le tematiche del melodramma, bensì il modo di sentirli e di gestirli. Non c'è meno disperazione, oggi in una donna tradita, di quanta ce ne fosse nel secolo scorso. E' che la rappresentazione della disperazione si serve ai giorni nostri di moduli gestuali meno appariscenti, meno rituali (vedi il pianto delle coefore della tragedia greca), ma non per questo meno drammatici. E' anche una questione mediatica. La notizia di cronaca "nera" odierna, per esempio viene recepita, digerita e rimossa nel giro di poche ore, grazie all'assuefazione da mass media. Il dramma fa parte della nostra giornata. Non così nel passato, allorché il fatto drammatico, proprio per la scarsa diffusione popolare del mezzo di informazione, assume il carattere dell'eccezionalità. Senza contare che nel gesto ottocentesco c'è tutta la retorica del pensiero di quell'epoca, con le sue limitazioni moraleggianti, le convenzioni sociali che impongono comportamenti, oggi considerati, a buona ragione, illogici e ridondanti, se non addirittura ridicoli.

La gestualità nel teatro, e nella fattispecie nel melodramma è esagerazione programmata, che deve sottolineare ulteriormente parole del testo e musica. "Melodramma" vuol dire esattamente questo: giustificazione artistica di situazioni che a lume di ragione potrebbero varcare la soglia dell'impossibile. Come quando, per fare un solo esempio, nell'Otello verdiano, il moro che ha appena strozzato Desdemona, si taglia la gola e, contro ogni logica (con la gola tagliata è impossibile emettere anche solo un sospiro), continua imperterrito a cantare per almeno altri cinque minuti, prima di spirare. Splendida mistificazione gestuale, purificata però dall'arte. Come controcanto, il verismo, anzi l'iper realismo nella moderna rappresentazione cinematografica del dramma. L'Otello di un Ridley Scott oggi si comporterebbe come il Gladiatore.

Passioni del melodramma e miti d'oggi, l'Ottocento e il presente come continuità e trasformazione, eccesso e perdita, emotività enfatica o nascosta. Vita, moto e contrasto di emotività. Dal GESTO trasposto al SEGNO ricreato: entrambi si configurano in gesti e segni di letture contemporanee, dove "laboratorio" è innanzitutto sperimentazione, e il filtro dell'operare dell'artista. Chiamati a interpretare queste tematiche, 23 artisti si esprimeranno nella Galleria San Ludovico con gli strumenti della fotografia, della pittura, della scultura e delle installazioni.

Alle ore 18, inoltre, avrà luogo in S. Ludovico, a cura di Lenz Rifrazioni, la performance di Sandra Soncini nel monologo "Ofelia", tratto da Ham-let. Si tratta insomma di una mostra intelligente, per palati fini.

I 23 ARTISTI

Monica Agrimonti
Nicoletta Bagatti
Bruno Barani
Brunivo Buttarelli
Mauro Buzzi
Elisabetta Casazza
Danilo Cassano
Pino Chiari
Renzo Dall'Asta
Raul Dal Tio
Candida Ferrari
Stefania Guidastri
Iller Incerti
Giovanni Laurent
Paolo Manganelli
Alberto Mora
Caterina Orzi
Paola Pradella
Silvana Randazzo
Cristina Roncati
Davide Scarabelli
Enzo Silvi
Norio Takaoka


orari: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, chiuso il lunedì
Ingresso gratuito

Galleria San Ludovico, Borgo del Parmigianino 1/b



Per informazioni rivolgersi all'Uff. Organizzazione delle attività espositive della Galleria S. Ludovico, tel. 0521/218669.
E-mail: s.randazzo@comune.parma.it

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