Le Cycads costituiscono una deviazione solo apparente nel percorso artistico-esistenziale di Andres Serrano. Per la prima volta l’artista si confronta con un soggetto che non e' direttamente legato al corpo umano, ai suoi fluidi e umori, ma si affaccia ad esplorare il mondo botanico.
Cycads
Le Cycads costituiscono una deviazione solo apparente nel percorso
artistico-esistenziale di Andres Serrano. Per la prima volta l’artista si
confronta con un soggetto che non e' direttamente legato al corpo umano, ai
suoi fluidi e umori, ma si affaccia ad esplorare il mondo botanico.
L’artista riscopre il gusto per il dettaglio a beneficio di una
sollecitazione puramente visiva, istintiva e decisamente piu' lirica.
L’efficacia della scelta formale operata da Serrano e' imprescindibile dal
soggetto prescelto - le Cycads - e dal trattamento cui sottopone l’immagine.
Accenti surreali, pittoricismo spinto, costruzione attenta
dell’inquadratura, uso sapiente della luce, desiderio di conferire
monumentalita' all’oggetto fotografato.
Questi elementi donano una coerenza
intrinseca a tutte le opere della serie, una coerenza rintracciabile
nell’impianto adottato, caratterizzato da dettagli smisuratamente ingranditi
e monumentalizzati che immettono in un campo visivo dove l’apparenza e'
trasformata dall’intervento dell’artista: in alcune opere la scena diviene
teatro di uno spettacolo che a tratti puo' sembrare ancestrale, sontuoso e
feroce; in altre puo' donare alle Cycads l’aspetto di nature morte
cristallizzate e perfette. La composizione e' pulita ed elegante come sempre
in Serrano; qualsiasi elemento esterno che possa distrarre lo sguardo e'
eliminato. Come un botanico l’artista crea una propria, personale tassonomia
di queste piante primitive e solenni. Come gia' nella Morgue lo sguardo di
Serrano ama indugiare sui particolari che risultano antropomorfizzati: ed
ecco che il cono in Dioon Spinulosum e' assolutizzato e trattato come un pene
in erezione; le foglie di Dioon Merolae II si allungano nello spazio come un
braccio; le inflorescenze di Cycas Rumphii richiamano prepotentemente una
morfologia clitoridea. Coni, fiori e foglie si animano, promettono un
accesso a una densita' voluttuosa esaltata dai fondi luminosi utilizzati come
strumento di esaltazione cromatica e simmetrica che dona maggiore valore ai
contrasti tra pieno e vuoto. Un gioco di ombre e tagli plastici invita lo
sguardo a soffermarsi sulla bellezza e sull’erotismo della pianta che e'
assimilata, in un certo senso, a un corpo concupito che si offre come gesto
carnale, come manifestazione di una profonda sensualita'.
Serrano trasforma le Cycads in oggetti del desiderio: da guardare ma non
toccare. “Cio' che mi ha colpito di queste piante - chiarisce Serrano - era
stata la sensazione di potere che emanavano. Man mano che mi avvicinavo a
certe piante mi rendevo conto che alcune di esse avevano una sorta di
‘armatura’ protettiva di spine per impedirti di avvicinarti troppo. Sentivo
di essere in compagnia di creature che stavano con noi dall’era dei
dinosauri. Nello stesso modo, mi intrigava anche l’alone di mistero che
circonda queste piante. Oltre a essere belle, hanno anche tutta una storia
che le accompagna."
Magiche ed esuberanti, e nel contempo terrificanti e solitarie, le Cycads
suscitano in noi sentimenti ambivalenti.
Attraverso le mani e l’obiettivo di Serrano le Cycads si trasformano in
affermazioni poetiche. Per lui si tratta di descrivere i suoi pensieri e la
ricerca della bellezza, ma, alla fine, riesce sempre a sfidare il sublime.
Bellezza sublime, bellezza dissonante, bellezza provocatoria. Suona come
un’autentica contradictio in terminis. Come puo' il quotidiano trasformarsi
in mitologico? Forse Serrano ha la risposta.
Comunicato tratto da testi di Eugenio Viola e Paco Barragan.
Inaugurazione 10 Novembre 2006 ore 19.00
BnD
Via Calvi, 18/1 - Milano