Mauro Nicoletti, Magazzino d'Arte Moderna
la ricostruzione di un pantano dell’era geologica pre-cambriana, fatto di creta rossa, terra bruna e acqua, in cui crescono delle ninfee modificate geneticamente, dai petali non più bianchi ma decorati con un motivo ispirato al "dripping" di Jackson Pollock.
La ricostruzione di un pantano dell’era geologica pre-cambriana, fatto di creta rossa, terra bruna e acqua, in cui crescono delle ninfee modificate geneticamente, dai petali non più bianchi ma decorati con un motivo ispirato al "dripping" di Jackson Pollock.
Gli artisti dichiarano di aver creato le ninfee transgeniche grazie alla collaborazione di un gruppo di biologi scozzesi, ma il processo utilizzato per ottenere questi fiori meravigliosi resta avvolto nel mistero. In ogni caso, grazie a questa nuova forma di vita fantastica e fantasticata, l’antica contraddizione tra natura e cultura appare finalmente superata: l’arte germoglia spontaneamente e ha un posto nel creato.
Dopo aver portato un paesaggio insieme antichissimo e futuribile dentro l’ambiente chiuso della galleria, proseguendo secondo la pratica a loro consueta del rovesciamento, dell’uso improprio di mezzi e spazi a disposizione, vedovamazzei trasformano il cortile aperto in un interno, ponendovi al centro un grande lampadario di cristallo che, ad uno sguardo attento, rivela avere la forma di un teschio umano: il teschio di Ho Chi Min. Prendendo spunto da un episodio della guerra del Vietnam – l’ attacco a sorpresa dei vietcong nel giorno del Ringraziamento – e dal commento di un giornalista americano il quale scrisse che i bagliori delle bombe nel cielo notturno, quel 23 novembre, sembravano il più bello dei lampadari barocchi, vedovamazzei ci regalano un’altra immagine inquieta, una riflessione sull’assurdità e la brutalità della vita, acuta e feroce ma non priva di poesia.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo con testi di Giacinto Di Pietrantonio e Cristiana Perrella