Il suo lavoro non e' pittura, disegno, ricamo o scultura, ma e' tutte queste cose insieme. Quadretti bucolici dalle tinte pop, ispirati ai capolavori di Jean-Honore' Fragonard, sono ambientati su tappezzerie borghesi e abitati da figure incappucciate.
Personale
La galleria Glance e' lieta di presentare la prima personale italiana di Kent Henricksen.
La forza del lavoro di Kent Henricksen (New Haven, USA, 1974) sta nella sua apertura e ambiguita'. Non e' pittura, disegno, ricamo o scultura, ma e' tutte queste cose insieme. E' un lavoro che svela poco, ha qualcosa di misterioso e per questo lascia ampio margine alla liberta' d’interpretazione.
Il leit-motiv ricorrente nelle sue opere e', non a caso, una figura incappucciata. Questa e' ricamata sia su sfondi neutri, come un’icona o un’apparizione, sia su stoffe stampate con motivi pastorali tipici del rococo' francese. I quadretti bucolici ispirati ai capolavori di Jean-Honore' Fragonard e Francois Boucher sono riproposti e modificati dall’artista che, sui volti degli amanti spensierati, aggiunge cappucci, maschere e corde che li attualizzano e sromanticizzano drammaticamente.
Infine i quadri, spesso esposti con cornici elaborate, sono ambientati su tappezzerie tipiche della decorazione di ambientazione borghese, ma dalle tinte pop. Le installazioni stridono con il rigore concettuale e minimalista di molta arte contemporanea.
La tecnica di appropriazione e “sfregio" di opere d’arte minore, a loro volta copie della pittura settecentesca francese, e' al tempo stesso irriverente e colta, ironica e politica. A prima vista richiama il gesto adolescenziale di aggiungere barba e occhiali sulle facce dei politici nei manifesti, cosi' come la versione piu' intellettuale di Marcel Duchamp e dei suoi baffi alla Gioconda.
Ma richiama anche la mania moralista della Controriforma che, nella seconda meta' del XVI, spinse a coprire le nudita' nei dipinti, il cui caso piu' famoso e' quello del Braghettone, che ha vestito con “mutandoni" i corpi nudi, ritenuti osceni, del Giudizio Universale di Michelangelo. Questa pratica di censura e di aggiustamento morale delle immagini, ancora attuata in molti paesi, sembra rovesciata nell’azione di Kent Henricksen: forse oggi quello che e' scandaloso e' la spensieratezza, l’idillio, l’occultamento dell’odio e della violenza che ci circondano.
E allora Kent mostra il lato oscuro nascosto dietro quell’idillio, il crollo delle utopie, la fine del romanticismo. Non dice chi ci sia sotto quel cappuccio, ne' perche' lo indossi. I suoi personaggi potrebbero essere appassionati di pratiche bondage e sado-maso o membri del Ku Klux Klan, fantasmi o torturatori, terroristi o rapinatori.
Questa liberta' d’interpretazione fa si' che queste immagini richiamino alla mente una serie infinita di polemiche attuali legate alla questione dell’identita', dai torturatori di Guantanamo ai terroristi kamikaze, dal velo delle donne islamiche alla felpa col cappuccio, dagli scontri etnici e religiosi alla politica del terrore attuata dai governi. Problemi seri che non vengono trattati in modo pedante, ma anzi scherzandoci sopra, sdrammatizzandoli. Senza tabu', ne' censure.
Norma Mangione
Kent Henricksen vive e lavora a New York. Ha esposto in gallerie e musei in diverse citta' del mondo. Ha avuto mostre personali a New York, a Berlino e Tokyo e ha partecipato a Greater New York 2005 al P.S.1 (MOMA), Nada Fair e The Moors Space a Miami nel 2005, Ars 06 ( Kiasma, Helsinki), Frieze Art Fair e Art Basel 2006.
Galleria Glance
via San Francesco da Paola, 48/E - Torino
Opening hours: martedi - sabato 15:30 - 19:30 o su appuntamento