Fondazione Luciana Matalon
Milano
Foro Buonaparte, 67
02 45470885 FAX 02 700526236
WEB
Alberto Burri
dal 24/11/2006 al 30/1/2007
da martedi' a sabato 12- 13.30 / 15.30 - 19.30; giovedi' 12- 13.30 / 15.30 - 22.00

Segnalato da

Fondazione Luciana Matalon




 
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24/11/2006

Alberto Burri

Fondazione Luciana Matalon, Milano

La sezione aurea dei cellotex. La mostra prevede 2 sezioni: opere uniche - dieci quadri Cellotex degli anni '70/'90- e la produzione grafica, con una serie limitata di dieci Multiplex del 1971. "Colori, materia, superfici, luci, proporzioni e differenziazioni percettive - scrive Italo Tomassoni -, si offrono come il naturale rivelarsi della scena estrema del rappresentare colto alla conclusione dell'astrazione novecentesca, che dice che l'avvenire della pittura e' ancora la pittura. Una pittura che non ha piu' nulla a che fare con la commedia dell'arte."


comunicato stampa

La sezione aurea dei cellotex

a cura di Italo Tomassoni

Promossa dal Museo Fondazione Luciana Matalon di Milano in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Citta' di Castello, s'inaugura sabato 25 novembre 2006, la mostra Alberto Burri: la sezione aurea dei cellotex. La mostra sara' divisa in due sezioni: saranno presenti opere uniche - dieci quadri Cellotex degli anni '70/'90- fra le quali il bozzetto utilizzato dalla filatelia delle poste francesi per la realizzazione di un francobollo commemorativo, e la grafica, con una serie limitata di dieci Multiplex del 1971.

Alberto Burri e' uno degli artisti italiani piu' importanti del Novecento, uno dei protagonisti dell'informale europeo. Laureato in medicina, inizia a dipingere durante la guerra, quando viene fatto prigioniero dagli alleati in Tunisia ed internato in un campo in Texas. Tornato in Italia nel 1946, abbandona la professione di medico, per dedicarsi definitivamente alla pittura. Burri e' stato sempre uno sperimentatore, prestando da subito molta attenzione alla qualita' dei materiali impiegati: gia' dagli anni cinquanta, infatti, utilizza il colore ad olio mischiato con frammenti di tessuto, tela di juta, legno, ferro, plastica combusta, attirandosi critiche e persino denunce per aver sfidato l'allora vigente sistema dell'arte, che non ammetteva che "stracci sporchi e altro materiale anti-igienico" si introducessero nello spazio sacro del quadro. Dal 1977 in avanti le forme in rilievo della tela di sacco, della plastica bruciata o dei cretti, cedono il posto alle campiture regolari dei Cellotex e al cromatismo degli ultimi grandi cicli. Come Burri amava ripetere, il suo primo quadro era anche l'ultimo.

La sua visione dell'arte fu una soltanto: indagare la materia per trovare la bellezza, mai sfruttarla per la rappresentazione di un dramma esistenziale. Negli anni ottanta e novanta - sull'onda di un generico ritorno alla pittura - il colore (mai abbandonato) invade prepotentemente il suo lavoro: un colore affidato, appunto, ai grandi trittici di cellotex - superfici compresse di segatura e colla - in cui il cromatismo esplode in tutto il suo fulgore: "La resa dei conti radicale con la materia e con la forma Burri - scrive Italo Tomassoni nel catalogo della mostra - la consuma proprio nel deserto acromo del cellotex, stella collassata nella quale, all'interno, sprofonda tutto il passato. La scoperta del cellotex dunque non e' soltanto la conclusione della parabola creativa burriana, ma probabilmente anche il suo irripetibile vertice".

Burri ha avuto sempre grande considerazione per l'incisione: della fine degli anni settanta sono le sue prime serigrafie e litografie, tecniche amate dall'artista perche' particolarmente idonee ad ottenere stesure compatte ed assolutamente omogenee di colore. "Colori, materia, superfici, luci, proporzioni e differenziazioni percettive - scrive Italo Tomassoni -, si offrono come il naturale rivelarsi della scena estrema del rappresentare colto alla conclusione dell'astrazione novecentesca, che dice che l'avvenire della pittura e' ancora la pittura. Una pittura che non ha piu' nulla a che fare con la commedia dell'arte."

Catalogo Fondazione Luciana Matalon interamente a colori, con la riproduzione di tutte le opere esposte, introduzione di Luciana Matalon e Floriano De Santi e saggio critico di Italo Tomassoni.

Organizzazione e realizzazione Museo Fondazione Luciana Matalon
con il contributo di Banca Antonveneta

Inaugurazione sabato 25 novembre 2006, alle ore 18.30

Museo Fondazione Luciana Matalon
Foro Buonaparte 67 - Milano
Orario: Da martedi' a sabato 12- 13.30 e 15.30-19.30; giovedi' 12-13.30 e 15.30-22
ingresso libero

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