Call Me Winter, Call Me Snow. La sua figurazione espressionista e' resa con pennellate fisiche e continue, dall'uso di cromatismi sofisticati ed enfatizzando uno sfaldamento del soggetto. Figure femminili prive di una specifica identita' si muovono in un'atmosfera ambigua e sono colte in momenti narrativi irrisolvibili.
Call Me Winter, Call Me Snow
“La pittura si fa esperienza: ogni seduta artistica incontra una seduta esistenziale. L’elemento biografico si mescola alla fisica del colore, senza piegarlo al mellifluo o erigere un trionfale cenotafio.[...] Lorenza Boisi crea, si serve e attinge da un alfabeto iconico personalissimo in quanto contingenza di semi autoreferenziali. La rottura con la rappresentazione fenomenoilogica, di una realta' prelevata da una finestra aperta sullo svolgersi degli atti, si ha tramite un moto espressivo pronto a gestire la bidimensionalita' del supporto sul quale si adagia."
Marta Casati, “Narratore interno e non: su Lorenza Boisi", 2006
Call Me Winter, Call Me Snow e' il suadente titolo della mostra che raccoglie la produzione piu' recente dell’artista Lorenza Boisi, ispirato alla frase d’apertura del celeberrimo Moby Dick (1851, Herman Melville, USA) “Call me Ishmael", provocatorio incipit sul valore dell’autorialita' (mistificazione identificativa tra autore e narratore omniscente), per Lorenza quasi l’invocazione di un’amante, quasi un refrain simbolico Romantico...
La figurazione espressionista di Lorenza Boisi e' resa con una modalita' plastica fluida e sinteticamente significata da pennellate fisiche e continue, gestite magistralmente nell’uso di cromatismi sofisticati con stratificate valenze simboliche.
Nella definizione e ridefinizione di un alfabeto di motivi e soluzioni pittoriche che enfatizzano uno sfaldamento del soggetto, Lorenza Boisi sperimenta attraverso la composizione e la relazione di peso e forza tra le varie parti dell’opera, la modulazione di una realta' atmosferica, privata del sostegno prospettico che stempera in una profondita' bianca.
Lorenza Boisi percorre la via possibile verso una nuova figurazione espressionista manifestazione di un ambiente ibrido popolato da personaggi ricorrenti che si muovono in un’atmosfera ambigua, ironicamente nostalgica ed egualmente familiare.
Gli abitanti di questo territorio immaginifico sono prevalentemente figure femminili prive di una specifica identita', protagoniste o testimoni di momenti narrativi irrisolvibili, coreografati in un Romantico fragilismo compositivo.
La caratterizzazione incerta dei soggetti ne conferma l’aspetto di “personaggi" accompagnati da figure animali mitiche, quali, per esempio, uccelli notturni che nella sua pittura mostrano tutta la loro vulnerabilita' e un’ambiguita' potenziale di intenti, come nella morfologia magico fiabesca. La relazione tra i partecipanti di questo universo complesso, genera un sentimento vago di stupore e di difficolta' interpretativa, lo spettatore resta libero e solo con la sua personale interpretazione etica, di fronte all’immagine dipinta.
Talvolta la presenza umana/animale, la scena vuota, la stanza, il bosco invernale... diventano luoghi interiori di presenza suggerita: laddove i protagonisti siano fisicamente assenti, oggetti e luoghi divengono veri portatori di senso.
Il luogo dell’erranza, il tema della selva si traduce in ambienti contemporanei banali, ma rivestiti di nuovo pathos atmosferico; il topos della capanna nel bosco, del rifugio malsicuro e della casa rituale, si concretano in luoghi senza accessi e senza vie di fuga, luoghi di protezione ma pure di reclusione.
Questo universo conchiuso non ha definizione temporale, il sentimento di disagio che deriva dalla vaghezza della pittura coincide con il fulcro della figurazione, fluttuante tra la discreta “citazione" ed una rinnovata iconografia personale, nel tentativo di far convergere suggestioni derivate da molteplici fonti: dalla storia dell’arte, alla letteratura, alle memorie private inbibite di una tinta emozionale profonda.
Nata nel 1972 a Milano, dove vive e lavora, nel 2002 frequenta il corso di studio presso KABK (Accademia Reale delle Arte Visive) a L’Aia (Olanda) e nel 2005 consegue il Diploma Nazionale Superiore in Espressioni Plastiche (MA) presso Villa Arson a Nizza (Francia).
Immagine: See me...losing it all..., 2006, oil on canvas,150 x 150 cm
Per ulteriori informazioni e materiale fotografico si prega di chiamare Manuela Klerkx al +39 335 6944904
Inaugurazione lunedi' 20 novembre ore 19.00
Galleria Klerkx
Via Massimiano, 25 I-20134 Milano
Martedi' - Sabato 13 - 19