L’artista si dedica alla rivisitazione di aspetti quotidiani della storia sociale del modernismo, indagando, attraverso l’estetica e l’architettura, la razionalizzazione economica e ideologica del tempo libero postfordista. In mostra una serie di dipinti.
Mostra personale
a cura di Paolo Emilio Antognoli
Luci colorate si diffondono all’interno dello spazio
in bagliori intermittenti. Geometrie moderniste alle
pareti, proiezioni, superfici dipinte, formano un
ambiente unitario all’insegna dello splendore
fotocromatico. Una corolla misteriosa di bambini
distesi in cerchio con occhiali scuri. I movimenti
esatti di un bambino che si ripetono all’infinito come
l’esercizio di un automa…
Daniele Bacci (1975) presenta la sua personale da
Nicola Ricci ricreando un ambiente modernista in cui
colori, figure e campiture geometriche, fanno da
imbonitori di un circo enigmatico il cui tempo
prescelto e' l’eterno presente della societa' dello
spettacolo.
L’artista si dedica alla rivisitazione di aspetti
quotidiani della storia sociale del modernismo,
indagando, attraverso l’estetica e l’architettura, la
produzione della soggettivita' biopolitica e, in questo
caso particolare, la graduale razionalizzazione
economica e ideologica del tempo libero postfordista.
Le immagini fotografiche di una colonia elioterapica
infantile di eta' fascista sono il punto di partenza di
questo lavoro. Durante il soggiorno estivo in queste
strutture i bambini dovevano esporsi a irradiazioni
dei raggi solari o di lampade artificiali -
esattamente come accade alle figure in cerchio del
grande dipinto. In genere, in questi spazi essenziali
di stile razionalista, la vita quotidiana, colma di
attivita' sportive e ricreative, rispondeva a codici di
comportamento rigidamente prefissati. Codici
funzionali alla pedagogia infantile allo stesso modo
in cui la loro rappresentazione fotografica seguiva
direttamente fini di propaganda. Tali strutture, in
ultima analisi, rispondevano alla nuova centralita'
della struttura economica legata allo sviluppo e
all’industrializzazione di massa, la quale richiedeva
un esercito moderno di operai e di soldati legati alle
macchine e sempre piu' dipendenti da questo tipo di
produzione.
Nel quadro le campiture di fondo, su cui sembrano
distendersi i bambini, suggerisce sia l’irraggiarsi di
una piramide di luce che, allo stesso tempo, una
prospettiva. Ma quegli stessi colori sono selezionati
in modo da interagire con il fotocromatismo dell’opera
che gli sta dinanzi: una proiezione di luci colorate
che illumina l’intera stanza. Schermo o insegna di
re'clame che, dunque, rimanda al cosmo delle merci e
dei consumi.
L’artista ripercorre il progetto novecentesco
indagando le radici storiche e morfologiche del
presente.
Il cinetismo luminoso di una scultura cubica, sul
fondo della stanza, cerca la desueta spettacolarita'
dell’immagine in movimento, ripercorrendo a ritroso la
preistoria del cinema e del modernismo olandese. Mutuo
rimando dalle primitive fantasmagorie del moderno, di
cui scriveva Walter Benjamin, all’attuale industria
dell’intrattenimento.
Le luci intermittenti delle proiezioni cromatiche,
subito all’ingresso, pur rievocando morfologicamente
il solarium delle colonie elioterapiche, in realta',
lampeggiando su ogni cosa, non fanno che tradurre in
linguaggio Morse la parola “Consuma". E questa, tra
indicativo e imperativo, si ripete ininterrottamente.
Opening: Sabato 25 Novembre 2006, ore 18.30
Galleria Nicola Ricci
Via del Marzocco 38 - Pietrasanta
Orario: Martedi - Domenica 15.30-19.30