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via Zanardi, 2
051 5877068 FAX 051 5877068
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Steve DeGroodt
dal 24/11/2006 al 22/12/2006
dal lunedi' al sabato dalle 15.00 alle 19.00, e su appuntamento

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Steve DeGroodt



 
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24/11/2006

Steve DeGroodt

neon>campobase, Bologna

The Bleed of Intuitive Signals. Un'ampia selezione di lavori, sculture e disegni, realizzati negli ultimi 10 anni, che vanno dagli oggetti di ispirazione architettonica alla serie di opere esistenzialiste ispirate dall'incontro con la Trilogia di Beckett, fino ai lavori basati sulla corrispondenza dell'artista con una famiglia residente in un villaggio rurale dell'India.


comunicato stampa

The Bleed of Intuitive Signals

Steve DeGroodt nasce a Saipan nelle Isole Marianne (Pacifico orientale) nel 1948, attualmente vive e lavora a Los Angeles (USA). Dopo avere conseguito un BFA Degree in Painting alla Florida Atlantic University nel 1971, fino al 1980 lavora come musicista professionista esibendosi dal vivo e incidendo dischi.

Come in un percorso circolare in cui si combinano le sue varie esperienze, DeGroodt poi ritorna all’arte visiva interpretandone gli elementi in parallelo alla musica (struttura, intervalli, colore, texture, tensione, ritmo). I suoi quadri astratti degli anni ’80 tuttavia integrano gia' una varieta' di materiali, contenendo anche elementi che li portano verso la scultura.

Nel 1984 compie da solo un lungo viaggio nel sud Pacifico e in particolare a Papua Nuova Guinea, riportandone un forte influsso sulla sua vita e conseguentemente sulla sua arte: la capacita' di certe tribu' di integrare nella loro estetica materiali provenienti dal loro habitat con relitti e rifiuti derivati da prodotti di consumo occidentali colpisce e stimola DeGroodt, come testimonia la grande installazione RESIDUE al Santa Monica Museum of Art (1992) che si dispiega come una ricerca sul fenomeno degli spostamenti culturali.

Mentre si trova nel Pacifico DeGroodt entra in contatto con la musica Ghazal del nord dell’India. Questa musica, leggiadra e lamentosa, basata sulla poesia Urdu dell’antica Persia, e' un evidente elemento di riferimento e riemerge nella qualita' formale di un ampio corpus di lavori realizzati fra la meta' e la fine degli anni ’90, caratterizzati dalla combinazione del colore con una specifica e fragile qualita' estetica.

La scoperta (1995) di Molloy, Malone Dies and The Unnamable, le tre novelle che compongono la Trilogia di Samuel Beckett, finisce per avere una forte influenza sul lavoro successivo di DeGroodt: fra il 1995 e il 2001 ne derivano un’ampia serie di disegni, sculture e sculture sonore. Queste meditazioni astratte, che riprendono le riflessioni care a Beckett sulla condizione umana, seguitano a integrare materiali diversi (es. pezzi di indumenti, tessuti, polline d’api, involucri, scatole di cartone, cuscini di schiuma, acrilici, rami di gelso) che, combinati in composizioni non narrative, evocano la sfera piu' profonda e inesprimibile dell’esistenza umana. A proposito del lavoro di Steve DeGroodt David Pagel scrive sul Los Angeles Times che Nel momento in cui l’arte che produce maggiore rumore sembra ottenere il massimo di attenzione, e' rinfrescante vedere lavori che richiedono attenzione per la loro presenza formale… Il tempo rallenta davanti ai collages di DeGroodt. Ogni disegno di DeGroodt e' in effetti parecchi disegni in uno. Distesi in composizioni fortuite, rilassate, i loro elementi sembrano mescolati come un mazzo di carte, come se l'artista cercasse fino a trovarla una combinazione corrispondente al suo stato psicologico… In questi lavori “senza pretese", che sono “qualsiasi ma preziosi" prende forma una combinatoria potenzialmente infinita.

Nella mostra allestita a Bologna Steve DeGroodt presenta un’ampia selezione di lavori, sculture e disegni, realizzati negli ultimi dieci anni, che vanno dagli oggetti di ispirazione piu' dichiaratamente architettonica alla serie di opere esistenzialiste legate alla ricerca ispirata dall’incontro con la Trilogia di Beckett fino ai lavori piu' colorati e fluidi basati sulla corrispondenza avviata dall’artista con una famiglia residente in un villaggio rurale dell’India.

Ne risulta un movimento fluido che parte dal formalismo architettonico per abbracciare le forme ruvide ma affascinanti che caratterizzano i caratteri della scrittura Kannada (Hindi).

Immagine: Steve DeGroodt "Tranducer"

Inaugurazione 25 novembre 2006

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via Zanardi 2/5 - Bologna

La mostra e' aperta al pubblico dal lunedi' al sabato dalle 15.00 alle 19.00, e su appuntamento.
Ingresso gratuito

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