Museo Pino Pascali
Polignano a Mare (BA)
via San Vito, 40
080 4249534 FAX 080 4242463
WEB
Chi ha paura della Cina?
dal 30/11/2006 al 24/2/2007
mercoledi'- giovedi-venerdi-sabato 18/21 -domenica 11/13-18/21.

Segnalato da

Museo Palazzo Pino Pascali




 
calendario eventi  :: 




30/11/2006

Chi ha paura della Cina?

Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (BA)

In mostra una dozzina di artisti cinesi contemporanei, riconosciuti a livello internazionale, accomunati dalla consapevolezza delle profonde radici culturali e delle grandi contraddizioni che un futuro globalizzato porta con se'. Le opere - pittura, scultura, video, installazioni, fotografia - ruotano intorno a due tematiche fondamentali: la tradizione e il futuro, l’uomo e la citta'.


comunicato stampa

Arte cinese contemporanea

Sono tra i piu' interessanti artisti cinesi riconosciuti a livello internazionale, per la prima volta tutti insieme in Puglia a Polignano a Mare(Bari) nella sede del Museo Pino Pascali dove venerdi 1 dicembre 2006 si inaugurera' la mostra “Chi ha paura della Cina?", li accomuna la consapevolezza delle profonde radici culturali e delle grandi contraddizioni che un futuro globalizzato porta con se'.

La mostra ruota intorno a due tematiche fondamentali: la tradizione e il futuro, l’uomo e la citta', saranno gli artisti in mostra dal loro privilegiato osservatorio ad introdurci in un mondo ancora per molti aspetti a noi sconosciuto, al fine di interpretare una cultura che si muove a grandi passi verso il futuro ma avendo alle spalle cinquemila anni di storia ed un recente passato che deve essere ancora discusso. L’arte occidentale oggi ha iniziato a confrontarsi con i linguaggi di ricerca e sperimentazione provenienti dai paesi asiatici, un dialogo interculturale tra modalita' espressive di cosi' diversa estrazione e' gia' in atto e produce proficui risultati. Grande attenzione esiste da entrambe le parti, un crescente interesse in Cina per gli artisti italiani e l’affermazione in Italia di molti artisti cinesi ad opera del lavoro di alcuni illuminati galleristi italiani e di qualificate istituzioni. Alla realizzazione della rassegna, la prima in Puglia, hanno dato il loro apporto due prestigiose istituzioni :Biz-Art Center di Shanghai che raccoglie intorno a se un nucleo di artisti presenti anche alla Biennale di Shanghai e da Pechino la collaborazione di uno dei piu' innovativi spazi nati all’interno della famosa Factory 798 , il luogo culto dell’arte contemporanea cinese, la Long March Space che opera in maniera piu' politica e sociale.

Lungi dall’essere una mostra esaustiva sull’arte cinese contemporanea, nella rassegna vengono proposti artisti che usano il linguaggio del video, della pittura, della scultura, della fotografia, dell’installazione, molti di loro vivono in Europa ma in Cina ora vi tornano molto spesso, altri fanno parte del rinnovamento e del nuovo fermento culturale cinese con cui l’Occidente si confronta e l’arte, come si sa, arriva sempre prima della politica.

Gli artisti :

Dalla Cina post-maoista ci giunge lo sguardo ironico, giocoso, a volte preoccupato degli artisti che, come si sa, sono i primi a cogliere i cambiamenti nel bene e nel male di una societa'.

Lo sguardo della giovane artista Cao Fei (Canton 1978) si posa essenzialmente sulle contraddizioni dei giovani cinesi in bilico tra retaggi e modalita' di vita tradizionali, ma reali, e l’immaginario dei fumetti manga che entrano di prepotenza a mutare il contesto sub-urbano delle metropoli cinesi.

L’installazione dell’artista cino-malese H.H.Lim, ricerca nuove possibilita' per avviare una comunicazione non convenzionale, attraverso la gestualita' e il linguaggio muto e senza parole, il suo lavoro si concentra sulla difficolta' della comunicazione in un era globalizzata e apparentemente votata a questo. Yan Fudong (Pechino 1971) mette in scena l’anonimato di oscuri impiegati senza identita', tra il grottesco e l’alienazione si muove la ricerca dell’ormai affermatissimo artista di Pechino che evidenzia i disagi dovuti all’estraniazione e all’isolamento nelle metropoli cinesi. Ancora gusto del sarcasmo e del grottesco nelle sculture di Ren Sihong (1967, vive e lavora a Pechino) sono piccole sculture di Mao metallizzate e colte nella gestualita' tipica del grande-piccolo dittatore: tra Jeff Koons e Charlie Chaplin, l’artista si prende gioco della seriosa nomenklatura cinese. Capovolgere spazi e luoghi dell’abitare e del vivere per provarne di nuovi? Un’ ironia concettuale muove la ricerca di Yang Zhenzhong che punta il suo sguardo sulla citta' di Shanghai e ne capovolge visivamente i parametri cosi' da poterla individuare solo attraverso un gioco di sottile equilibrio fisico e mentale. Militari, fucili, tute mimetiche, il verde come colore predominante nel grande quadro dal titolo Green di Xing Jun Qin, unica nota di colore il rosso della lattina della Coca-Cola !Non il libretto di Mao ma il simbolo-culto della societa' dei consumi, terribile o auspicabile ( a seconda delle opinioni) presagio di una omologazione senza confini. Alla rigidita' volutamente stereotipata delle opere di Xing Yun Qin fa da contraltare l’artista Tsui Tin Yun, le sue giovani donne assumono pose erotiche ma indossano la divisa delle Guardie Rosse, fucile e cinturone su tute mimetiche discinte, atteggiamenti sensuali e provocanti: sono le pin-ap di un immaginario esercito ispirato al fumetto underground. Tung Lu Hung si interessa alle problematiche della comunicazione in una societa' massificata prelevando le immagini dai fumetti e dal cinema di animazione per associarle ad immagini tratte dalla storia passata associando in un gioco irriverente, la cultura alta e la cultura popolare e trash per inventare un nuovo linguaggio senza barriere e confini.
Ancora contrasto e nuove possibilita' di rapporti tra mondi e culture lontane nelle opere di Zhang Huan, artista ormai parigino d’adozione e performer internazionalmente conosciuto, utilizza il proprio corpo per compiere un viaggio tra passato e futuro: niente meglio di Roma dove Zang Huan ha compiuto una suggestiva performance dal titolo My Rome interagendo con l’aurea della citta' eterna muovendosi tra la statuaria antica annullando i confini spazio- temporali. Ironia e leggerezza concettuale nelle opere di Yang Jiechang, nella performance ‘Eurasia’ si presenta come giocatore di una squadra di calcio immaginaria inventando stendardi e marchi pubblicitari nell’intento di mescolare culture e miti occidentali ed asiatici. Scava nel profondo della psiche Yan Pei Ming celebre per i suoi ritratti di Mao, del Papa o Bruce Lee, una pittura informale e materica che tende a confondere le fisionomie per creare un nuovo concetto di meticciato, egli stesso dichiara di dipingere un ritratto universale, un’idea totale di umanita'.

In collaborazione con: Biz-Art Center Shanghai, Galleria Dante Vecchiato Padova, Galleria Lipanijepuntin Trieste, Long March Space Pechino, Sala 1 Roma.

Immagine: Yang Zhenzhong "Light as fuck", 2003, still da video.

Catalogo bilingue, testi di Rosalba Brana', direttrice Museo Pino Pascali e curatrice della mostra; Mariagrazia Costantino, sinologa esperta di arte contemporanea cinese; Angelo Delli Santi, studioso di letteratura e costume contemporaneo.
Presentazione del libro ELECTA “Arte contemporanea cinese".

Inaugurazione: 1 dicembre ore 19. Inaugura la mostra il Parlamentare Europeo Enzo Lavarra, commisione P.E.rapporti Europa-Cina, Silvia Godelli Assessore Regione Puglia alle Attivita' Culturali.

Palazzo Pino Pascali
via Mulini (Centro Storico) - Bari
Orario: mercoledi'- giovedi-venerdi-sabato 18/21 -domenica 11/13-18/21.

IN ARCHIVIO [42]
Daniel Gonzalez
dal 20/4/2013 al 20/4/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede