A cura di Patrizia e Manuela Cucinella. Doppia personale di Enrico Corte ed Andrea Nurcis. Enrico Corte, Andrea Nurcis, vivono e lavorano a Roma. Personalita' distinte e individuali, pur non essendo una coppia di artisti, di frequente collaborano assieme. La loro ricerca riguarda la stratificazione neurale del linguaggio spaziando in ambiti espressivi differenti e trovando nel mezzo videocinematografico la giusta confluenza. Il loro particolare apporto all'interno dell'ultima generazione artistica italiana verte su una costante attenzione e analisi delle tematiche legate alla sfera del 'perturbante'.
A cura di Patrizia e Manuela Cucinella. Doppia personale di
Enrico Corte ed Andrea Nurcis.
Personalita' distinte e individuali, pur non essendo una 'coppia di
artisti', di frequente collaborano assieme. La loro ricerca riguarda la
stratificazione neurale del linguaggio spaziando in ambiti espressivi
differenti e trovando nel mezzo videocinematografico la giusta confluenza. Il
loro particolare apporto all'interno dell'ultima generazione artistica
italiana verte su una costante attenzione e analisi delle tematiche legate
alla sfera del 'perturbante'.
Diagnosi finale delle opere del soggetto A.N.
I quadri sono esposti senza cornici su di una parete vuota e bianca, come su
un tavolo settorio.
Ad un esame superficiale essi appaiono oggetti frammentati, multipli come
aspetto e contenuto. Sono presenti vigilanza e lucidità d’intenti, il tono
dell’umore tende al depresso, emergono note sardoniche e numerosi tratti di
autocompiacimento. La memoria appare conservata, talvolta labile, fluttuante,
ma sicuramente intrecciata ad elementi intrauterini. L’emotività appare
coartata, quasi appiattita, comunque repressa. Diversi elementi supportano
l’ipotesi che l’autore delle opere, il soggetto A.N., sia affetto da un
disturbo della personalità di tipo schizoide, una patologia estremamente
pervasiva.
I tratti di psicosi emergono, infatti, in parte dalle sue proprie
opere. Tanto più evidenti sono nell’autore le caratteristiche di tale disturbo
pervasivo di personalità , tanto più presenti sono le dinamiche di scissione
psicotiche all’interno delle opere pittoriche.
La predilezione creativa verso
linee ed andamenti sinuosi sembra essere il riflesso di una probabile
alterazione anatomo-patologica cerebrale presente in tali disturbi: ovvero la
riduzione di volumi per atrofia ed ulteriore convoluzione del giro cingolato e
della corteccia ippocampale del lobo temporale, ovvero della parte
filogeneticamente più antica del cervello umano, responsabile
dell’integrazione delle emozioni.
La freddezza emotiva, la ricerca e la cura
di particolari perversi di natura onirico-sessuale sono espresse con la totale
assenza di empatia, anche se con insolito vigore. Tali aspetti pittorici
sembrano essere il risultato di una dinamica di scissione precoce nello
sviluppo psichico del soggetto, forse a causa di primitive deprivazioni del
contatto affettivo materno. Questa dinamica perversa avrebbe favorito
l’introiezione e l’accettazione di soli elementi inconsci ritenuti positivi
e l’espulsione totale di quelli cosiddetti negativi. La creazione di queste
espressioni pittoriche corrisponderebbe alla formazione di oggetti bizzarri
(a contenuto aggressivo, sessuale, fortemente perverso, a volte orrorifico)
come risultato di minute frammentazioni di oggetti parziali negativi
interiori, scissi e proiettati all’esterno. Il soggetto A.N. sembra portato
all’intolleranza di elementi negativi del proprio interior psichico,
dovuta all’incapacità di provare e addirittura tollerare in profonditÃ
sentimenti di colpa verso tali emozioni.
Le opere pittoriche rappresentano, in
questo contesto, lo specchio dell’intero quadro psico-patologico del soggetto
A.N.: l’espressione delle probabili alterazioni anatomo-patologiche, delle
interazioni psicodinamiche, della visualizzazione dei tratti psicotici più
primitivi, proiettati verso l’esterno. Essi sono, altresì, un importante
legame con l’ambiente esterno, sono la rappresentazione di un esame di realtÃ
ancora valido: le opere sono commerciabili, anche su ordinazione. Il soggetto
A.N. vuole così esorcizzare se stesso, le proprie paure inconsce tramite la
propria creatività , attraverso l’esposizione e la vendita delle proprie
intimità inaccettabili, traendone profitto oggettuale, soddisfacendo istanze
narcisistiche. Durante un colloquio con il soggetto A.N. emergono in atto
diversi tratti psicotici, anche se labili, e parzialmente tenuti sotto
controllo.
La scelta della creatività come momento operativo non è casuale:
essa permette al soggetto di lavorare in isolamento con il minor numero
possibile di contatti sociali, al sicuro. Il soggetto riferisce, infatti,
che al di fuori delle mura della sua casa-studio, anche in ambienti anonimi
transitori, quali l’autobus, il tram, la strada, soffrirebbe di stati di
coscienza alterata e, talvolta, di vere e proprie allucinazioni, accompagnate
a stati d’ansia vicini al panico. Questi tratti psicotici (tendenti alla
chiusura artistica ed alla psicosi paranoidea), a cui il soggetto sembra
essere ormai abituato, e che soprattutto percepisce come sotto controllo, sono
una pecularietà del disturbo di personalità schizoide; essi, talvolta, possono
essere causa di gravi scompensi psicotici con deliri ed imponente agitazione
psicomotoria.
Terapia: solitamente si utilizzano i farmaci della classe neurolettica, ma
in condizioni compensate si potrebbe escludere questa possibilità . Tali
farmaci appiattirebbero il pensiero e la creatività , rendendo frustrante ed
intollerabile la vita quotidiana del soggetto A.N. Per gli stati di scompenso
psicotico acuto sarebbero indicati, in prima istanza, dei cicli di trattamento
elettroconvulsivante; i neurolettici si dovrebbero utilizzare come seconda
scelta.
In conclusione: le opere del soggetto A.N. rappresentano suggestivamente i
suoi tratti psicotici e, allo stesso tempo, sono anche un efficace programma
di autoterapia.
Dott.ssa Mercedes Masia, Medico Psichiatra e Psicoterapeuta.
Enrico Corte, Andrea Nurcis, vivono e lavorano a Roma.
Pizia Arte, via Cavour 39, Teramo