Architettura Arte Moderna - AAM
Roma
via dei Banchi Vecchi, 61
06 68307537
WEB
Roberto Caracciolo
dal 3/12/2006 al 6/1/2007
tutti i giorni ore 16-20

Segnalato da

A.A.M. Architettura Arte Moderna




 
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3/12/2006

Roberto Caracciolo

Architettura Arte Moderna - AAM, Roma

Roma razionalista. Una serie unitaria di 12 lavori recenti, olii su tela, secondo 3 formati diversi, grandi, medi e piccoli. L'intero ciclo di opere e' una sorta di omaggio ad alcune architetture romane, tra le piu' rappresentative degli anni tra le due guerre. A cura di Francesco Moschini e Gabriel Vaduva.


comunicato stampa

Roma razionalista

a cura di Francesco Moschini e Gabriel Vaduva

Si inaugura lunedi' 4 dicembre, presso la galleria A.A.M. Architettura Arte Moderna, una mostra dedicata a Roberto Caracciolo, in cui vengono presentati una serie unitaria di dodici lavori recenti, olii su tela, secondo tre formati diversi, grandi, medi e piccoli. L'intero ciclo di opere e' una sorta di omaggio, di raffinatissima astrazione, ad alcune architetture romane, tra le piu' rappresentative degli anni tra le due guerre, di alcuni straordinari architetti, come Luigi Moretti, Adalberto Libera, Mario De Renzi, Giuseppe Pagano e Giuseppe Nicolosi.

"Partendo dall'esperienza fatta nel 2004 con i tre quadri ispirati dal lavoro di Terragni ho voluto fare un omaggio alla mia citta' prendendo spunto dall'architettura razionalista a Roma. Dopo qualche mese passato a fotografare le costruzioni che mi interessavano ed intervistando la gente che ci vive o lavora ho cominciato una serie di nuovi quadri. Gli architetti e le costruzioni che alla fine hanno ispirato i dodici quadri (5 di 130x 130 cm, 2 di 72 x 72 cm, e 5 di 30 x 30 cm) sono: il Lotto 27 alla Garbatella e la borgata del Trullo di Nicolosi, l'ufficio postale di via Mormorata di De Renzi-Libera, l'Accademia delle armi al Foro Italico e l'ex-GIL a via Induno di Moretti, l'Istituto di fisica all'universita' di Pagano, l'Unita' d'abitazione orizzontale al Tuscolano ed il Villaggio olimpico di Libera.

L'architettura Razionalista e' cominciata, in gran parte, come uno degli aspetti dell'architettura fascista, ma si differenzia da quella piu' conosciuta e retorica quale quella di Piacentini per un rigore modernista. Mentre l'architettura fascista era improntata ad una rivalutazione dei canoni classici e alla creazione di una architettura nazionalista, il razionalismo si ispirava al movimento internazionale, guardava a Le Corbusier, al Bauhaus e aspirava a dare qualcosa di radicalmente nuovo. Se prima della guerra ci furono grandi commissioni di opere pubbliche nel dopoguerra il razionalismo si e' dedicato alle costruzioni di quartieri popolari a basso reddito. Cio' che mi ha colpito e' quanto alcune di queste costruzioni siano ancor oggi valide e belle, attive nella loro funzione originale. Purtroppo e' anche vero che spesso queste costruzioni riversano in uno stato pietoso, abbandonate all'usura del tempo o ricoperte di squallide aggiunte. Sarebbe ora di prestare un po' piu' d'attenzione a quel che e' stato fatto di buono nel 20' secolo.

Cio' che nel nuovo ciclo di lavori si presenta con piu' forza e' il carattere "oggettuale" delle opere, vale a dire che l'artista contrappone all'evidente bidimensionalita' del lavoro un eccesso di tridimensionalita' del supporto che l'ombra e la giacitura in cui tende a fotografare le opere sottolineano ancor piu'. Opere sempre presentate quasi sprofondate e spiazzate sulla parete ad esaltare la loro circoscrizione, il loro grado di compiutezza e di finitura. In questo R. Caracciolo tende a sottolineare la propria distanza tutta europea dal portato dell'espressionismo astratto americano e da quella voglia di debordare oltre i limiti fisici della tela sino a fare avvertire la voglia di altrove, il mito dell'andare "oltre" verso nuove e impreviste frontiere. Per l'artista e' piu' importante l'insistenza nella permanenza di quella piccola porzione di spazio che ha deciso di ritagliarsi secondo dimensioni poco variabili e sempre uguali a se stesse. Proprio perche' per lui la pittura e' una cosa semplice, terrestre e quotidiana che non allude ne' a cadute ne' a salvezze, non ha valore salvifico, non purifica e non libera. Poche le indicazioni di cui l'artista carica l'opera: l'idea della serie per gruppi omogenei di lavori correlati in base ai colori, il rigore delle pennellate sempre della stessa misura per i quadri piccoli e grandi con l'ovvia constatazione che i piccoli conterranno meno pennellate e le stesse tendono sempre piu' a trasformarsi in segno cosi' come le sue linee sono sempre piu' linee-labirinti, linee continue senza inizio ne fine ma che via via tendono a stagliarsi su un fondo che si fa sempre piu' presente e importante quasi a rovesciare la tendenza a cio' che sta per tramutarsi in troppo facile o ripetitivo in nome di un perseguito senso della leggerezza. Ma questo senso di circolarita' tra le parole e le cose, tra le opere e l'artista e' suggerito anche dal suo vezzoso atteggiarsi in pose desuete ma mutuate da una precisa e riconoscibile iconografia tramandataci da celebri fotografie che ritraevano A. Libera o L. Moretti: in questo cercare di unire tutto sta il senso del riannodare la duplicita' delle sue origini americane ed europee ma anche di unire il proprio cattolicesimo al puritanesimo.

Immagine: padre, olio su tela, 196 x 196 cm, 2005.

Inaugurazione: 4 dicembre 2006

Architettura Arte Moderna - AAM
via dei Banchi Vecchi, 61 - Roma
Orario: tutti i giorni ore 16-20
Ingresso libero

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