Il Fanciullino. La sua pittura esprime sensazioni che sfuggono alla ragione e rinviano al campo semantico del sogno, della visione, dell’astrazione, in cui la realta' e la fantasia sono fuse. I protagonisti delle sue opere sono i bambini.
Il Fanciullino
A cura di Roberto Sanchez
Come ci insegna Pascoli, esiste in ognuno di noi un fanciullino che,
finche' siamo in tenera eta', piange e gode con noi, confonde la sua voce
con la nostra, di modo che si sente un solo palpito, uno solo strillare,
un solo guaire. Ma dopo il sopravvento della maturita', mentre noi
ingrossiamo la voce e volgiamo l’anima verso nuovi interessi, il
fanciullino non cresce e continua a far sentire la sua voce ingenua e
primigenia, il suo “tinnulo squillo", suggerendoci quelle emozioni e
sensazioni che solo un bimbo puo' vivere. Spesso, pero', l’adulto non ode
l’acuto gemito del fanciullino e lo emargina nell’angolo piu' remoto dello
spirito, dove giace inascoltato come un’anfora antica sul fondo del mare.
Lucio Statti, invece, e' capace di ascoltare e dare voce al fanciullino che
e' in se', di ammirare il mondo esterno col suo sguardo puro ed incantato,
provando quelle sensazioni di stupore e di meraviglia che sono proprie dei
bambini. La sua pittura, animata da un’intensa vena poetica, esprime
sensazioni che sfuggono alla ragione e rinviano al campo semantico del
sogno, della visione, dell’astrazione, in cui la realta' e la fantasia sono
fuse in un magma indistinto. I protagonisti delle sue opere sono bambini
intenti al gioco, oppure ninnoli che coinvolgono lo spettatore come
soggetto “esterno" dell’opera, perche' accendono in lui lo spirito
dell’infanzia e il suo inesausto desiderio di giocare.
Sorprende, nell’opera di Lucio Statti, lo stridente contrasto tra la
figura iperrealista, pienamente riconoscibile nella sua identita', e lo
scenario onirico, che evoca il mondo interiore del bambino, attraversato
da segni leggeri e sfumati che non trovano alcuna rispondenza nella
realta'.
Una delle opere piu' rappresentative della sua poetica e' “Il burattino
ieratico", che raffigura una marionetta all’interno di un’edicola sacra.
In un intrigante gioco delle parti, il burattino assume un’aura di
santita', mentre l’edicola che lo accoglie perde la sacralita' che noi
adulti le attribuiamo per diventare cio' che realmente e': una cornice che
valorizza il suo contenuto. L’artista, suggerendo che non dovremmo
prendere tutto sul serio, ci fa riflettere sul reale significato delle
cose, che spesso non coincide con quello che noi riteniamo tale.
La casa delle bambole, il trenino, la paletta e il secchiello, soggetti
ricorrenti nelle opere di Lucio Statti, sono giocattoli che rinviano a
luoghi di vita e strumenti di lavoro degli adulti, suggerendo un trait
d’union tra il mondo infantile e quello della maturita'. Se la vita e' gioco
e noi siamo i giocatori, potremmo forse concepire la nostra casa e i
nostri arnesi da lavoro come “giocattoli per adulti", in grado di stupirci
e farci sognare ancora.
Lucio Statti si comporta come Adamo che da' i nomi alle cose e scopre tra
esse relazioni e somiglianze ingegnose, che nulla hanno a che vedere con
la logica della razionalita'. Il nuovo si scopre, non si inventa, la poesia
e' nelle cose, anche nelle piu' piccole. Marco di Mauro
Inaugurazione: Martedi' 12 dicembre 2006 alle ore 18.30
Museo Minimo
Via detta San Vincenzo, 3 (angolo via Leopardi, 47) - Napoli
Orario: Mar-gio-ven 10-12; lun-merc 16-19