Parti senza un tutto. Paesaggi 2005-2006. L'artista espone una serie di dipinti ad olio, di medie e piccole dimensioni. "Natura e pittura sono fatte della stessa materia" asserisce Pericoli, dando indicazioni su questi lavori, in cui la tavolozza si rivela delicata, luminosa e qualche volta punteggiata grazie ad alcune intercessioni per i pastelli colorati.
Parti senza un tutto. Paesaggi 2005-2006
Cosa accade nella mente di un pittore quando sta creando un’immagine? E inversamente: da quale pozzo misterioso, eppure pieno di reminiscenze, trarra' l’ispirazione? Di quanta energia mentale dovra' far uso per evocare una figura ancora latente, ad esempio un paesaggio? Una semplice mostra d’arte non potra' mai svelare l’inspiegabile, ma puo' incominciare a dare una risposta.
E’ quello che si propone Tullio Pericoli (Colli del Tronto/AP, 1936) con l’esposizione sita presso la “Galleria Ceribelli" di Bergamo, che fa seguito alla rassegna intitolata Paesaggi e Ritratti - una trentina di lavori su carta, elaborati con acqueforti e acquerelli e realizzati dall’artista negli ultimi anni - tenutasi alla “Sant’Angelo" di Biella, dall’11 febbraio al 9 marzo 2006, dove proprio la “Galleria" orobica aveva collaborato alla sua attuazione.
Le opere che l’eclettico autore presenta non sono altro che la conclusione di una nuova, quanto intensa stagione dedicata alla pittura. Dopo la considerevole attivita' di disegnatore, che lo ha reso popolare grazie alle collaborazioni con i principali quotidiani e settimanali italiani, e dopo incalcolabili rassegne e pubblicazioni, Tullio Pericoli si e' rivolto - gia' da qualche anno - al paesaggio, privilegiando quello dell’infanzia: le vedute marchigiane, con la devozione di “[…] un viaggiatore immobile, che ha cercato di attraversare i luoghi a lui piu' noti rivolgendo gli occhi soprattutto alla memoria, cercando gli strumenti per raccontare, raccontare la storia di quel paesaggio, magari mescolata con qualcosa della propria storia […]".
In questa mostra l’artista - cultore della storia dell’arte, ma soprattutto geniale artefice grazie alla sua perizia tecnica - espone una considerevole serie di dipinti ad olio, di medie e piccole dimensioni. “Natura e pittura sono fatte della stessa materia" asserisce Pericoli dando ragguagli su questi lavori, in cui la tavolozza si rivela delicata, luminosa e qualche volta punteggiata grazie ad alcune intercessioni per i pastelli colorati.
Illustratore, ritrattista, paesaggista, nonche' affermato disegnatore dalla personalita' sensibile, Pericoli denota da sempre una sicurezza straordinaria nell’utilizzo dell’acquerello e delle tecniche miste, traendo la propria ispirazione persino dalla suggestiva pittura di Paul Klee - e non per caso una sua esposizione del 1980 alla “Galleria Il Milione" di Milano recava per titolo Rubare a Klee.
“Ciascuno di noi sa scrivere racconti" - ha sostenuto in una pubblicazione Tullio Pericoli - “Ne scrive uno per tutto il tempo della sua vita, in una lingua che sa usare abitualmente ma che ignora di possedere. E’ una lingua non fatta di parole, ne' di colori ne' di linee, ma la sua composizione e' molto simile ai linguaggi a noi noti". Pertanto questo romanzo della vita, che si compone, giorno dopo giorno ubbidisce ad un’ermetica morfologia visiva, e Pericoli ne conosce perfettamente gli ordinamenti, ma non solo: l’artista sa - come possono solo pochi eletti - decifrarne il codice in un altro linguaggio non meno complesso.
E’ da quest’oscuro lavoro d’interpretazione che “germogliano" i suoi paesaggi dipinti, ma anche e soprattutto mentali, in fondo il suo universo e' la pittura indagata in profondita'. L’artista sa bene che lo spazio esterno e' traboccante d’oggetti, barriere, segnali, mentre quello interiore, all’opposto, e' immenso: si svela da solo e non rimane altro che attendere per poi elaborare il quadro. Scriveva a tale proposito Herwig Guratzsch nell’ormai lontano 1993: “Egli non fugge nel sogno per non dover piu' percepire la realta', ma sceglie il sogno nel suo aspetto dialettico di realta' possibile. E cosi' da' luogo alla sua tavola, meravigliosamente imbandita, raggiungendo, come un re fortunato, l’affinita' con quella visione che ha dettato il verso Shakespeariano: 'Noi siamo della stessa sostanza di cui son fatti i sogni. E questa breve vita e' circoscritta dal sonno'."
All’inizio si e' nominato non a caso Paul Klee, ma non bisogna scordare la genialita' di Leonardo da Vinci - “La natura e' piena d’infinite ragioni, che non furono mai in isperienza [...] La natura e' costretta dalla ragione della sua legge, che da lei infusamene vive […]" da La natura e le sue leggi - poiche' alcune fra le opere esposte sono dei classici dipinti a “volo d’uccello".
Per consentire al visitatore di orientarsi fra le tele di quelle Marche della memoria - che sono lo “humus" dell’artista - si deve ricorrere a due citazioni vitali e al contempo chiavi di lettura dell’operato di Pericoli: la prima, di Fernando Pessoa “La natura e' parti senza tutto." La seconda, di Robert Louis Stevenson, ce la interpreta lo stesso Pericoli: “Cosa c’e' sotto le colline? Ho trovato recentemente una bellissima immagine, che sembra rispondere alla mia domanda in una poesia di Stevenson La terra del copriletto. In questa poesia Stevenson ricorda i suoi anni di adolescente malato, costretto a passare lunghi giorni a letto. Con la testa appoggiata al cuscino osserva le pieghe della coperta che si trasformano straordinariamente in paesaggi, monti, fiumi, colline, dove flotte ed eserciti e cavalieri si incrociano in scontri e battaglie. Ma cosa Stevenson non dice lasciando a noi immaginarlo? Che sotto le coperte c’e' un corpo che crea quel paesaggio, che ne modula e trasforma la superficie."
Parti senza un tutto: squarci paesaggistici svincolati dalla schietta realta', immagini affidate alla memoria e variabili all’infinito, in una mutazione di senso che le rende sempre differenti, pur lasciandone inalterate le sagome sostanziali ed il quadro d’insieme. Un itinerario all’interno delle colline marchigiane osservate e - inconsciamente? - sedimentate da Tullio Pericoli durante l’infanzia, che ora tornano, con le opere esposte, a risaltare leggiadre, filtrate dalla vaporosita' degli acquerelli e dei pastelli. Rappresentazioni di paesaggi persistenti come i cipressi che, nella cittadina toscana di Bolgheri si elevano alti nella reminiscenza letteraria di carducciana memoria.
“Fate attenzione" sembrerebbe sussurrare l’autore coi suoi dipinti: sotto le coperte c’e' pur sempre un elemento simbolico, che trasforma i rilievi delle colline, quei segni sulla tela non sono la pura raffigurazione della realta', bensi' la sua trasposizione artistica. Infatti sussistono in frammenti che giungono da lontano e che solo un esteta potra' trasmutare in un tutto, dipinti nei quali albergano le poetiche “visionarie" e le nostalgie di Tullio Pericoli.
Galleria Ceribelli
Via San Tomaso, 86 - Bergamo
Orari: dal martedi' al sabato mattino 10.00 - 12.30 pomeriggio 16.00 - 19.30