In mostra un’ampia raccolta di video e nuove opere tra cui l’ultimo lavoro realizzato con la collaborazione del Teatro alla Scala di Milano. Esso prosegue la rilettura proposta dall'artista dei luoghi decisivi nella cultura musicale, artistica e architettonica italiana, attraverso un’interazione tra il patrimonio storico e il linguaggio contemporaneo dell’arte visiva. La predilezione per le architetture a pianta centrale, arene e stadi, sfocia nella realizzazione d'immagini rielaborate e arricchite da luci e movimenti. A cura di Francesca Pasini.
Personale
a cura di Francesca Pasini
Il PAC prosegue la programmazione 2006 con la mostra di Grazia Toderi che presenta nuove opere create per l’occasione e un’ampia raccolta dei suoi video. Nella ricerca di Grazia Toderi (Padova, 1963), una delle piu' interessanti personalita' emerse nella generazione artistica italiana dell’ultimo decennio, il teatro lirico italiano e' un elemento fondamentale, presente al PAC con l’ultimo lavoro, inedito, realizzato con la collaborazione del Teatro alla Scala di Milano la scorsa estate. Grazia Toderi ha dedicato video di grande bellezza al Teatro La Fenice di Venezia, al Teatro Rossini di Pesaro, al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Comunale di Ferrara e a quello di Modena e ad altri piu' periferici, piccolissimi e preziosi. Attraverso la rilettura di questi luoghi decisivi nella cultura musicale, artistica e architettonica italiana Grazia Toderi propone un’interazione tra il patrimonio storico e il linguaggio contemporaneo dell’arte visiva. Ha inoltre, spesso, preso a tema le architetture a pianta centrale, arene e stadi italiani, europei e americani. Le sue immagini di queste architetture, rielaborate e arricchite da luci e movimenti, si trasfigurano in corpi siderali che si fanno tramite e luogo di sintesi tra lo spazio cosmico e quello umano. Al PAC un flusso continuo coinvolge tutto lo spazio ed evoca appunto il rapporto tra terra e cielo.
Nelle due proiezioni del nuovo video Scala nera, 2006, l’immagine del Teatro alla Scala e' virata in una tonalita' che allude al buio nel momento in cui sta per iniziare lo spettacolo. In una proiezione l’immagine e' frontale; nell’altra il teatro, raddoppiato in modo da costituire una ellissi circondata dai palchi, ruota attorno al proprio asse. L’ovale nero, nucleo germinale e segreto, crea un’attrazione ipnotica. Da un lato la sua forma ellittica ci riporta al lavoro sugli stadi; dall’altro evoca una grande bocca che ricorda i ritratti dei personaggi delle commedie di Plauto, o del Giardino di Bomarzo. Questa ellissi nera diventa simbolo di una sedimentazione cosi' profonda da diventare imperscrutabile.
L’altro nuovo lavoro si intitola Rosso Babele, 2006, due proiezioni video. Attraverso la sovrapposizione di riprese di citta' appare una materia rossastra, brulicante di luci, dalla quale si innalza, si sgretola, sprofonda una torre, formata dalla stratificazione di centinaia di livelli di trasparenza. Una moderna Torre di Babele che si intreccia alla moltitudine di citta' indistinte dove, sempre piu' spesso, il significato profondo del linguaggio fluttua tra crescita, moltiplicazione e distruzione, tra eccesso di informazione e impoverimento del messaggio. Il titolo si collega a quella tonalita' notturna delle lampade ai vapori di sodio dell’illuminazione stradale. Un colore rossastro che non esiste nella tavolozza e che Toderi chiama “Rosso Babele", proprio per la sua mobilita' e indefinitezza per lo sguardo, ma anche per l’ossessivo sovrapporsi di livelli che attornia la Babele che stiamo attraversando.
La mostra si articola in un’ampia sequenza di proiezioni tra le quali troviamo: Zuppa dell’eternita' e luce improvvisa, 1994, dove l’artista tenta di camminare e aprire un ombrello completamente immersa in una piscina, sperimentando l’assenza di gravita', tema che ritroveremo poi nel video dedicato alle riprese televisive dello sbarco sulla Luna, Nata nel ’63, 1996, in Ragazzi caduti dal cielo, 1998, e ne Il fiore delle 1001 notte, 1998, che collegano lo spazio dell’immaginazione filmica a quello cosmico. Il legame con la televisione e i media riappare nei video dedicati alle riprese televisive degli stadi, Il decollo, 1998, San Siro, 2000, Diamante, 2001, e in Q, 2003, ispirato invece al famoso quiz televisivo italiano “Rischiatutto". Il rapporto reale e simbolico con lo spazio siderale trova un’ulteriore lettura nelle immagini prese dall’alto di Mirabilia Urbis, 2001, e di Milano, 2003, dove le luci intermittenti che brillano tra il tessuto urbano creano un collegamento con le costellazioni, e in Empire, 2002, dove nell’immagine satellitare notturna degli Usa, anch’essa brulicante di luci, sembra quasi che quei punti luminosi provengano dalla terra stessa e si immergano nel firmamento. L’attenzione ai monumenti architettonici storici ritorna in Rendez-vous, 2005, che riprende, in una doppia proiezione, la cupola della chiesa - progettata da Juvarra - di Sant’Uberto nella Reggia della Venaria Reale, vicino a Torino.
Catalogo a cura di Skira con testi di Joao Fernandes e di Francesca Pasini.
Come di consueto, la mostra sara' accompagnata da un programma di attivita' didattiche per ragazzi, visite guidate per singoli visitatori e gruppi. Appuntamenti realizzati con il sostegno del Gruppo COOP Lombardia. Si terranno, inoltre, l’undicesima rassegna di PACinConcerto - concerti di musica contemporanea legati ai contenuti della mostra - altri eventi e conferenze sul tema, e l’iniziativa Domeniche al PAC, 5 domeniche ad ingresso gratuito: 17 e 24 dicembre, 7 e 21 gennaio, 4 febbraio.
Immagine: Grazia Toderi "Scala nera".
Ufficio stampa PAC
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Ufficio stampa Skira Editore
Mara Vitali Comunicazione
Lucia Crespi, tel 02 73950962, arte@mavico.it
Inaugurazione: mercoledi' 13 dicembre, ore 18.30
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Via Palestro 14 - Milano
Orari: 9.30 - 19.00 tutti i giorni. Giovedi' fino alle 21.00; chiuso il lunedi', Natale e il 1' gennaio
Ingresso: € 5 intero - € 3 ridotti e studenti - € 2 scolaresche; bambini fino a 8 anni gratuito, da 8 a 14 ridotto