In mostra 90 opere di eccezionale qualita': i tappeti di propaganda dello Xing-Xiang (anni ’40-60) e i Tappeti di guerra afghani (dagli anni ’80 ad oggi), protagonisti di un mondo iperfigurativo che si misura con la contemporaneita'.
90 opere
Quante volte, osservando un tessuto orientale, viene spontaneo leggerci delle forti similitudini con opere celebri dell’arte contemporanea occidentale? Fin troppo spesso, sembra lecito rispondere. E se una parte dell’arte d’oggi resta visualmente estrema e radicale, lo sono e lo son state anche alcune esperienze tessili. Tuttavia risultano pressoche' ignote in occidente e questa mostra intende presentarne alcune tra le piu' sorprendenti.
“Il criterio e' far conoscere delle rappresentazioni estreme in un linguaggio d’immensa gittata com’e' quello del tessuto e in un territorio vastissimo che va dall’Iraq alla Cina. In un mondo, quindi, in cui il tessuto e' stato e in parte ancora resta il nodo di massima eccellenza tecnica di molte civilta' e d’innumerevoli culture. Qualcosa di simile, per chiarirne l’importanza, a cio' che e' stata la pittura in occidente sino a tempi recenti.
In quanto “rappresentazioni estreme", assai diverse dalla stragrande maggioranza dei tessuti orientali vecchi e nuovi che hanno circolato in Occidente (e spesso poco note anche in oriente), hanno relazioni strettissime con le piu' audaci esperienze visuali dell’arte contemporanea. Sono state infatti scelte da occhi occidentali e volenti o nolenti innescano meccanismi comparativi con l’arte di casa nostra" (Graziano Marini e Enrico Mascelloni, dal saggio che introduce il catalogo)
Verranno presentate 90 opere a volte di notevoli dimensioni e di eccezionale qualita', allestite negli spazi suggestivi della Sala delle Pietre e del Nido dell’Aquila.
I tappeti di propaganda dello Xing-Xiang (anni ’40-60) e i Tappeti di guerra afghani (dagli anni ’80 ad oggi), protagonisti di un mondo iperfigurativo che si misura con la contemporaneita' piu' calda, convivono con opere che sembrano appartenere a tradizioni immutate e remote e dove l’astrazione tende sia ad un radicale minimalismo che ad un’occupazione fittissima di tutto il campo visivo: antichi feltri centroasiatici, Julakhirs di Buchara e Samarkand, Kilim anatolici e caucasici, grandi teli ricamati ( a volte Kilim) del Sind, del Beluchistan e dei territori della Frontiera di Nord-Ovest (area pakistana a ridosso dell’Afghanistan, che, come si vedra', non produce soltanto le armi per Al Quaeda), tessuti Zoroastriani e teli Qashqa'i dell’Iran.
La rassegna e' organizzata da Acaservices Eventi e si avvale di un catalogo per i tipi SKIRA editore che contiene i testi di Alessandro Fanto', Graziano Marini e Enrico Mascelloni, la riproduzione di tutte le opere in mostra, foto di repertorio, schede e apparati bibliografici.
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Monastero delle Lucrezie
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