Mostra fotografica. Le immagini ritraggono una grande protagonista del cinema italiano del dopoguerra, che ha conquistato il pubblico con la parte della mondina in "Riso amaro".
Mostra fotografica
Dopo la mostra fotografica di Monica Vitti e quella di Virna Lisi, lo spazio
espositivo “7.24x0.26 gallery" di Piergiuseppe Moroni riapre la stagione con il
terzo appuntamento dedicato ad un’altra grande attrice del panorama italiano del
dopoguerra: Silvana Mangano.
Dotata di una bellezza fiera e di un corpo giunonico, di uno sguardo intenso e di
mediterranea sensualita', caratteristiche per le quali fu notata, Silvana Mangano
diverra' attrice sempre piu' raffinata e intensa, una delle presenze piu' interessanti
del cinema italiano.
Esordisce al cinema nel 1946 con “L’elisir d’amore" (regia di Mario Costa), ma e'
nel 1949, nella parte della mondina procace e sensuale innamorata di uno
strepitoso Vittorio Gassman, nel film “Riso amaro" (regia di Giuseppe De Santis)
che conquista pubblico e critica imponendosi come star nascente del cinema
nostrano negli anni ’50.
Il matrimonio con il produttore Dino De Laurentis le consente di gestire al meglio
la propria carriera: nelle stagioni a venire, avra' modo di lavorare con i piu' quotati
interpreti italiani (Gassman, Vallone, Nazzari, Sordi, Mastroianni) ed internazionali
(Douglas, Quinn, Perkins), diretta da cineasti di prestigio (Camerini, De Sica,
Lizzani, Monicelli, Visconti, Pasolini).
Sia in “Anna" (regia di Alberto Lattuada) che in “l’oro di Napoli" (regia di Vittorio
De Sica) recita nei ruoli di femme fata'le. In “Edipo re" e “Teorema" in entrambi
diretta da Pier Paolo Pasolini interpreta ruoli drammatici carichi di intensita'
emotiva. Ma nella sua carriera non mancano pellicole umoristiche come “la
grande guerra" (regia di Mario Monicelli) nel 1959 fino a “lo scopone scientifico
(regia di Luigi Comencini) nel 1972.
Premiata per tre volte con il “nastro d’argento" nel 1955 per “l’oro di Napoli", nel
1964 per “il processo di Verona" dove interpreta una drammatica Edda Ciano, e
nel 1972 per la (togliere articolo) “morte a Venezia", come madre di Tadzio.
Dopo la morte del figlio Federico avvenuta nel 1981 nei cieli dell’Alaska, condurra'
una vita molto appartata, dedicandosi completamente alla famiglia.
Nel 1984, torna al cinema partecipando alle riprese di “dune “ regia di David
Linch, infine, si congeda incarnando in maniera indimenticabile la moglie
dell’atipico viaggiatore Marcello Mastroianni in “Oci Ciornie" di Nikita Mikhalkov
nel 1987. Si spegnera' nel 1987 a Madrid.
Inaugurazione giovedi' 14 dicembre dalle 18.30 alle 21.00
7.24x0.26 gallery
Via San Pietro all’Orto, 26 - Milano
Orari: da martedi' a sabato, dalle ore 9.30 alle 18.00
Ingresso libero