Matilde Meucci - Ufficio Stampa
Jan Breughel
Paulus Bril
Jan van Goyen
Isaack van Ostade
Salomon e Jacob Ruysdael
Gianni Carlo Sciolla
Il paesaggio nella pittura fiamminga e olandese tra 500 e 600. La rassegna presenta una selezione di circa 90 dipinti su tavola, tela e rame, che provengono da collezioni private e importanti musei. Tra gli artisti: Jan Breughel, Paulus Bril, Jan van Goyen, Isaack van Ostade, Salomon e Jacob Ruysdael.
Il paesaggio nella pittura fiamminga e olandese tra Cinquecento e Seicento
Si terra' dal 16 dicembre 2006 sino al 9 aprile 2007, presso il Museo Archeologico
Regionale di Aosta, la mostra Cielo Terra e Acque. Il paesaggio nella pittura
fiamminga e olandese tra Cinquecento e Seicento.
La rassegna presenta una selezione di circa 90 dipinti su tavola, tela e rame, che
provengono da numerose collezioni private e da alcuni importanti musei, quali il
Rijksmuseum di Amsterdam e il Museo Bredius di L'Aja. Le opere esposte rappresentano
un'occasione unica di studio e di scoperta di questo specifico settore della pittura
europea.
L'esposizione, realizzata dal Servizio Attivita' Espositive, e' curata da Gianni Carlo
Sciolla, professore ordinario di Storia dell'arte presso l'Universita' di Torino, con
un gruppo allievi del corso specialistico.
Il genere del paesaggio, che nasce nel Cinquecento e si diffonde ampiamente nei
secoli successivi, trova specialmente nei paesi nordici, Fiandre e Olanda, grande
sviluppo e riscontro presso amatori e collezionisti. L'esposizione propone un
percorso accostante che vuole far conoscere le varie tipologie attraverso le quali
si articola la produzione del paesaggio nordico tra la fine del Rinascimento e l'eta'
barocca.
Quindici sono le sezioni della mostra che rispecchiano queste forme di
rappresentazione: vallate alpine, foreste e cascate; paesaggi con scene religiose;
citta' e villaggi; porti e mercati; il Parnaso ricreato; canali e dune; paesaggi
invernali; boschi e pianure; panorami; nostalgia dell'Italia; pastori, campagna,
incontri d'amore; paesaggi scandinavi; paesaggi extraeuropei; parchi e giardini;
infine le marine, genere considerato all'epoca autonomo.
Le forme del paesaggio fiammingo e olandese del Cinquecento e Seicento rispecchiano
nelle immagini gli orientamenti culturali degli uomini (pittori, collezionisti,
scrittori e poeti) del tempo. Per un verso, si tratta di brani pittorici che
illustrano aspetti del territorio nordico con precisione e fedelta' realistica nei
loro aspetti peculiari. Come tali seguono da vicino le incisioni dei libri di
carattere topografico e geografico editi in gran numero dagli editori olandesi e
fiamminghi coevi, che mirano a celebrare i caratteri e i valori "nazionali" dei
Paesi Bassi.
D'altro canto, spesso rinviano a significati simbolici sui quali gli appartenenti
alla nuova borghesia del tempo amano riflettere. Il paesaggio, infatti, come si
apprende dai componimenti poetici coevi o dai trattati artistici e dai cosiddetti
Libri di Emblemi consente allusioni moraleggianti alla grandezza divina, alla
laboriosita' umana, alla precarieta' dell'esistenza, al viaggio metaforico dell'uomo,
all'importanza della conoscenza di nuovi scenari naturali (come quelli esotici), al
vagheggiamento di luoghi mitici e agresti, antichi e ideali.
La mostra permette inoltre di accostare la produzione specifica di personalita'
artistiche specializzate nel paesaggio nei vari centri di produzione delle Fiandre e
dell'Olanda dei secoli XVI e XVII, e le modalita' con cui, rispetto ad altri paesi
europei, realizzano le loro opere.
Tra gli artisti, accanto a figure meno conosciute che possono rappresentare per il
pubblico un'autentica scoperta, figurano alcuni nomi noti anche al grande pubblico,
come Jan Breughel, Paulus Bril, Jan van Goyen, Isaack van Ostade, Salomon e Jacob
Ruysdael.
La maggior parte di questi artisti si ispiravano dal vero, disegnando sui loro
taccuini, en plein air, durante le esplorazioni ed escursioni nel territorio dei
loro paesi, utilizzando il gesso, le matite, la penna e l'acquerello. Eseguivano poi
i dipinti su tavola e rame, seguendo in cio' la tradizione tardomedievale, oppure su
tela, nello studio. I formati erano per lo piu' di piccole dimensioni, adatti alla
funzione a cui erano destinati. Spesso ai paesaggi cinquecenteschi fiamminghi
collaboravano due tipi di specialisti: i pittori che eseguivano lo scenario e le
forme naturali del paesaggio e coloro che dipingevano le figure che lo completavano.
La mostra e' corredata da un catalogo bilingue francese-italiano edito dalla Casa
Editrice Elede di Torino.
Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas 12 - Aosta
Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19
Ingresso: Intero Euro 5,00, ridotto Euro 3,50