Grandi capolavori della pittura, da Nomellini a Vedova, da Pellizza da Volpedo a Severini, passando per Fattori, Morbelli, Casorati, Mose' Bianchi, Chini, Viani, Carcano, Tommasi, Cambellotti, Depero, Carra', De Pisis, Signorini, Soffici, Spreafico e altri grandi protagonisti della scena artistica italiana tra i due secoli, raccontano come agricoltura, industria, terziario e societa' siano andati mutando in cent'anni di storia italiana.
Arte, fotografia, cinema per raccontare il lavoro in Italia tra
Ottocento e Novecento.
Lavoro come specchio di una societa' che nel secolo che intercorre tra l'Unita'
d'Italia e il secondo dopoguerra si trasforma in modo impressionante, da un'Italia
che tenta di sopravvivere con un'agricoltura di sussistenza ad un'altra che diventa
l'America per una moltitudine di immigrati.
A raccontare tutto questo e' la mostra "Arte e lavoro '800 e '900" voluta dalla
Fondazione Piaggio a conclusione delle celebrazioni per i Sessant'anni della Vespa e
realizzata con il coinvolgimento di enti e societa' locali quali il Comune di
Pontedera, la Provincia di Pisa, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, la Camera
di Commercio di Pisa e l'Unioncamere della Toscana. La spettacolare esposizione,
allestita all'interno del Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli di Pontedera, in
provincia di Pisa, e' curata dal Presidente della Fondazione Piaggio e responsabile
del Museo stesso, Tommaso Fanfani, e da Elena Lazzarini dell'Universita' di Pisa.
Grandi capolavori della pittura, da Nomellini a Vedova, da Pellizza da Volpedo a
Severini, passando per Fattori, Morbelli, Casorati, Mose' Bianchi, Chini, Viani,
Carcano, Tommasi, Cambellotti, Depero, Carra', De Pisis, Signorini, Soffici,
Spreafico e altri grandi protagonisti della scena artistica italiana tra i due
secoli, raccontano come agricoltura, industria, terziario e societa' siano andati
mutando in cent'anni di storia italiana.
Cio' che gli artisti interpretano le immagini fotografiche documentano. Tra queste,
foto del primo stabilimento Piaggio, a Genova Sestri, dove gli ebanisti sono al
lavoro nel 1884 in una suggestiva ambientazione di fabbrica animata da uomini e
carri trainati da superbi cavalli; oppure foto di donne e uomini impegnati nelle
linee di produzione a Pontedera, o che "sciamano" dallo stabilimento al suono della
sirena, fino al primo manifesto di Vespa con in sella una donna che lavora: foto,
immagini e documenti tratti dal prezioso archivio storico Piaggio e da altre
collezioni che "accompagnano" la narrazione del lavoro, della fatica, della societa'
economica. Il "fil rouge" resta la dinamica dei mutamenti nella struttura
produttiva dall'agricoltura all'industria, dai campi alla fabbrica, nell'innovazione
nel settore dell'energia, nei servizi, in quel complesso percorso scritto dalla
civilta' del lavoro.
Al cinema e' invece riservato il compito di raccontare le mille e una storia che
divengono emblema della "grande Storia".
Nella sezione intitolata "Sguardi sul lavoro nel cinema italiano", Augusto Sainati
(Universita' di Napoli) ha riunito spezzoni di film che hanno fatto la storia del
cinema e del costume in Italia. Parlano del lavoro come esperienza solitaria (N.U.,
Padre padrone, Dillinger e' morto) o socializzata (Riso amaro, I compagni, La classe
operaia va in paradiso), come oggetto di memoria narrativa (Novecento) o di uno
sguardo critico sul presente (Ecce Bombo, Mi piace lavorare, ecc.), come occasione
di promozione sociale, ma anche come momento di abbandono di ideali (cfr. la
commedia all'italiana, con le vicende raccontate attraverso il personaggio di
Alberto Sordi). Il lavoro che il cinema ha saputo raccontare e' quello che si
concretizza in forme canoniche ma anche quello che e' frutto di tic sociali, come
accade per i fotografi de La Dolce vita, o dell'inventiva personale, come capita al
Nino Manfredi venditore abusivo di caffe' in Cafe' express.
Nell'ampia carrellata dedicata al racconto tramite pittura e scultura, accanto a
opere celeberrime, la mostra propone anche una serie di quadri inediti o comunque
rarissimamente visti. Tra i tanti, i Lavoratori del marmo in Versilia di Lorenzo
Viani, di proprieta' della Rete Ferroviaria Italiana RFI, mai prima esposto, o
l'inedito Operai sul traliccio elettrico di Cominetti, o il Riposo dopo il lavoro di
Filippo Carcano concesso da collezione privata. Del Quarto Stato di Pellizza da
Volpedo sara' in mostra il cartone preparatorio custodito dalla Pinacoteca Civica di
Alessandria.
Sono piu' di venti le istituzioni pubbliche e private italiane che, con i loro
prestiti, hanno reso possibile questa grande mostra. Riunite in quattro sezioni, le
opere raccontano, attraverso le opere degli artisti, significativi interpreti del
loro tempo, un percorso storico economico che va dalla meta' dell'Ottocento alla meta'
del secolo successivo. A cominciare dagli anni tra l'unita' e la fine dell'Ottocento
quando il nuovo Stato italiano vive la prima propria "rivoluzione industriale",
caratterizzata dall'affermazione e crescita di settori come il meccanico
siderurgico, il tessile, i trasporti, le comunicazioni e, con l'avvio del Novecento,
da settori nuovi come la chimica e l'idroelettrico. Senza mai sanare i forti
squilibri territoriali e settoriali in uno sviluppo nazionale diseguale,
caratterizzato da forte emigrazione. La Ia guerra mondiale rappresenta una poderosa
spinta al processo di industrializzazione che continua faticosamente nel ventennio,
fino al tragico epilogo del secondo conflitto. La ricostruzione postbellica segna
l'inizio della nuova fase, dominata dalla grande spinta all'affermazione
imprenditoriale pubblica e privata, per fronteggiare e superare le difficolta' che
conducono al ritorno alla normalizzazione economica, politica e sociale e alla
successiva crescita.
D'eccezione, per interesse anche la cornice dell'iniziativa, il Museo Piaggio un
museo che ha molto investito nella ricerca e nella promozione delle arti e del
territorio, un luogo di sogni che si sono trasformati in realta' attraverso il lavoro
e l'alta tecnologia e che da anni ospita iniziative espositive di rilievo. A
fianco della mostra sara' possibile visitare la collezione permanente di Vespa,
prototipi e veicoli che hanno segnato la storia industriale del nostro paese, un
luogo dove storia e lavoro continuano ad incrociarsi.
Catalogo Pacini Editore, in mostra euro 24.
Per prenotazioni ed informazioni:
+39.0587.27171
arte@fondazionepiaggio.it
Ufficio Stampa:
Studio Esseci - Sergio Campagnolo
tel. 049.663499
info@studioesseci.net
Vernice per la stampa: 11 gennaio 2007, ore 17.00
Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli
via Rinaldo Piaggio, 7 - Pontedera
Orario: Mercoledi'-giovedi'-venerdi'-sabato-domenica 10-19 (chiusura mostra lunedi' e martedi'), chiuso il 31 dicembre e il primo gennaio
Ingresso: Intero euro 6, ridotto euro 5, gratuito per i bambini sino a 5 anni