Centro Culturale Svizzero
Milano
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Una collezione d'arte tra 800 e 900
dal 24/1/2007 al 27/2/2007
Dal lunedi' al sabato, dalle 12 alle 19

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24/1/2007

Una collezione d'arte tra 800 e 900

Centro Culturale Svizzero, Milano

In mostra una selezione di oltre 30 opere provenienti dalla raccolta di Egenio Balzan, con autori quali Mose' Bianchi, Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti, Domenico Morelli, Filippo Palizzi, Gaetano Previati. Il percorso offre la possibilita' di ripercorrere le vicende collezionistiche di un protagonista del giornalismo italiano e di un personaggio di spicco della Milano intellettuale di inizio '900.


comunicato stampa

La raccolta di Egenio Balzan

L’esposizione, organizzata e promossa dalla Corne'r Banca di Lugano e dalla Corne'r SIM di Milano con il contributo della Fondazione Internazionale Balzan, presenta un’accurata selezione di oltre trenta opere dalla sua raccolta d’arte, con autori quali Mose' Bianchi, Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti, Domenico Morelli, Filippo Palizzi, Gaetano Previati. Il percorso allestito al Centro Culturale Svizzero, e il prezioso libro che accompagna l’iniziativa, offriranno al pubblico la possibilita' di ripercorrere le vicende collezionistiche di un protagonista del giornalismo italiano e di un personaggio di spicco della Milano intellettuale di inizio ‘900, nonche' di apprezzare il suo gusto di raffinato intenditore d’arte. Il libro si inserisce nella collana dei pregiati volumi d’arte che la Corne'r Banca pubblica ogni cinque anni, dal 1958, focalizzando questa sua attivita' culturale sul tema del collezionismo.

Eugenio Balzan (Badia Polesine, Rovigo, 1874 - Lugano, 1953) fu una personalita' influente nella Milano di inizio secolo scorso; uomo di punta del ‘Corriere della Sera’ - di cui fu dapprima correttore di bozze, poi redattore, quindi capocronaca e inviato speciale - ne resse le redini, dal 1903, per oltre trent’anni come amministratore. Amico di letterati e musicisti quali Ulrico Hoepli, Arrigo Boito, Arturo Toscanini, Giacomo Puccini, riusci' anche a dedicare tempo e passione al suo spirito di mecenate e collezionista d’arte, costruendo una raccolta di opere realizzate dai piu' importanti artisti italiani dell’epoca.

A Eugenio Balzan e alla sua vicenda artistica e umana, viene dedicata una doppia iniziativa, promossa e organizzata dalla Corne'r Banca di Lugano e dalla Corne'r SIM di Milano, che prevede la pubblicazione di un volume e l’allestimento di una mostra, curati entrambi da Giovanna Ginex.

L’esposizione, dal titolo Una collezione d'arte tra 800 e 900. La raccolta di Egenio Balzan, in programma a Milano nella sede del Centro Culturale Svizzero, dal 25 gennaio al 28 febbraio 2007, e' realizzata grazie al contributo della Fondazione Internazionale Balzan e presentera' una selezione di oltre trenta opere, con i piu' bei nomi di artisti dell’Ottocento e degli inizi del Novecento italiano.

Nelle sue scelte, infatti, Balzan si indirizzava verso tendenze e autori consueti al collezionismo sviluppatosi in Italia e in Canton Ticino fin dalla fine dell’Ottocento. Il suo gusto, maturato tra i primi decenni del Novecento fino agli anni Quaranta, era guidato dai consigli della critica d’arte coeva, che frequentava in prima persona. Le sue preferenze propendevano verso le cosiddette “scuole" regionali di fine Ottocento, prediligendo gli ambiti pittorici del naturalismo e i temi della pittura di genere e del paesaggio.

La Raccolta Balzan - la cui ultima e parziale presentazione al pubblico avvenne nel 1944 in Svizzera - racchiude alcuni vertici assoluti della pittura dell’epoca, come le opere di Domenico Morelli, tra cui il capolavoro il Bagno pompeiano, o le tele di Mose' Bianchi e i dipinti di Filippo Palizzi, tra cui la straordinaria Fanciulla sulla roccia a Sorrento, e si caratterizza per esempi di eccellenza per ognuno degli artisti che Balzan aveva scelto di collezionare: ricordiamo ancora il piemontese Alberto Pasini, i lombardi Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous e Gaetano Previati, i veneti Giacomo Favretto, Luigi Nono ed Ettore Tito, i toscani Giovanni Fattori e Plinio Nomellini, i napoletani Edoardo Dalbono, Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti, Federico Rossano e Gioacchino Toma, in uno sforzo perfettamente riuscito di rappresentare ogni “Scuola" regionale, cosi' come era allora intesa la vicenda artistica italiana dell’Ottocento, fino ad un’incursione nel Novecento con un’opera di Ardengo Soffici.

Accompagna l’esposizione un prezioso volume (edizioni Corne'r Banca, pp. 216) curato da Giovanna Ginex - con testi di Renata Broggini e apparati di Laura Casone - che, oltre a ripercorrere cronologicamente la genesi e la formazione della collezione, presenta approfondimenti tematici sugli artisti piu' importanti conservati nella Raccolta, e ricostruisce la sua vicenda al “Corriere della Sera".

Il racconto biografico, inoltre, delinea gli anni di storia del maggiore quotidiano italiano, dalla direzione di Luigi Albertini ai primi anni del ventennio fascista.

Eugenio Balzan nasce a Badia Polesine nel 1874; dopo un periodo di lavoro come decoratore d’interni a Padova, si diploma come agrimensore e inizia l’attivita' tra Vicenza e Verona, dove nasce la sua autentica aspirazione, il giornalismo, lavorando al quotidiano “L’Arena".

Trasferitosi a Milano, grazie a un conterraneo caporedattore al “Corriere della Sera" entra al giornale nel 1897 come sostituto correttore di bozze, e in breve diventa redattore, capocronaca, e nel 1901 inviato speciale sull’emigrazione italiana in Canada. Intuita la sua formidabile abilita' di organizzatore, il direttore Luigi Albertini gli affida nel 1903 la gestione della societa' editrice, incarico che svolgera' per trent’anni. Amministratore abile e oculato, Eugenio Balzan diventa personaggio di spicco nella Milano del tempo con amici nel campo dell’editoria, della musica, dell’arte, del giornalismo: Ulrico Hoepli, Arrigo Boito, Arturo Toscanini, Giacomo Puccini, Sabatino Lopez, Marco Praga, sono alcuni dei protagonisti dell’epoca che risultano in confidenza con lui. Cavaliere, ufficiale e commendatore della corona d’Italia, si deve alla tenacia di Balzan la straordinaria espansione della testata (sino a 800.000 copie durante la Grande guerra). A fine 1925, nel delicato momento politico del passaggio dal liberalismo al fascismo, e' mediatore tra gli Albertini, estromessi dal regime, e la nuova proprieta' Crespi, ricevendo una partecipazione azionaria al giornale. Impegnato a difendere l’indipendenza del “Corriere", dopo ripetuti attacchi di ambienti fascisti ostili, nel 1933 lascia l’Italia e si ritira in Svizzera dove prosegue l’attivita' benefica a enti italiani, soprattutto verso i giornalisti rifugiati politici nel 1943-1945. Ripreso il domicilio in Italia nel 1950, Eugenio Balzan muore improvvisamente a Lugano il 15 luglio 1953.

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Orari: Dal lunedi' al sabato, dalle 12 alle 19
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