Antologica. In mostra oltre cento opere esemplificative di tutti i periodi della attivita' dell'artista. La sua pittura si nutre dello studio del clima sospeso e onirico metafisico/surreale, e dell'iconografia straniata della grande arte centroamericana e indiana, dalle quali Zotti estrapola il proprio repertorio iconografico.
Antologica
a cura di Flaminio
Gualdoni e Dino Marangon
Dal 10 gennaio al 4 febbraio 2007, la Permanente propone una vasta antologica di
Carmelo Zotti, uno dei casi piu' singolari e fervidi della figurazione italiana del
secondo dopoguerra.
Oltre cento le opere del maestro riunite per questa grande rassegna, opere
esemplificative di tutti i periodi della sua attivita'. La mostra, curata da Flaminio
Gualdoni e Dino Marangon, e' stata promossa dal "Gruppo Euromobil per la cultura", il
gruppo trevigiano che in questi mesi e' presente, come main sponsor, nelle mostre
bresciane di Turner e di Mondrian al Museo di Santa Giulia e ad Arte Fiera Bologna
2007.
Cresciuto alla scuola veneziana di Bruno Saetti nella Venezia degli anni Cinquanta,
vicino dapprima al clima informale, Zotti matura nel confronto/scontro con la Pop,
affermatasi alla Biennale di Venezia nello stesso 1964 che vede una sua fondamentale
presenza.
Una pittura, la sua, a forte componente narrativa non lontana dai riferimenti al
"nuovo racconto" italiano e a maestri internazionali come Rafael Canogar e Alan
Davie, Wols e Pierre Alechinsky, Graham Sutherland e Philip Martin.
Tale atteggiamento si nutre dello studio del clima sospeso e onirico
metafisico/surreale, e dell'iconografia straniata della grande arte centroamericana
e indiana, dalle quali Zotti estrapola il proprio tipicissimo repertorio
iconografico.
Scrive Flaminio Gualdoni nel saggio introduttivo: "La mano, la sfinge, l'elefante,
la piramide, il magrittiano rubinetto/fallo, la mummia, l'angelo, e poi Salome' e
Giuditta, Lazzaro e Orfeo, Venere e Cleopatra, Ganesha e Mose'. Piu' saviniano che
dechirichiano appare in questi anni Settanta l'approccio di Zotti (e ben lo ha
ribadito Enzo Di Martino, scrivendone nel 1995), per quel suo evitare la
cristallizzazione lucida della visione in favore di un sentimento piu' oscuro e
mutante dell'immagine, e soprattutto per una meno esibita, ma non meno retoricamente
padroneggiata, teatralita'".
Negli ultimi anni la sua pittura, ha scritto Dino Marangon, si apre a "una piu'
sensibile e immanente modulazione delle luci, dei timbri e delle tonalita'
cromatiche" e a "una piu' viva attenzione per la delineazione della consistenza
plastica delle figure". In altri termini, non l'iconografia mitica vi e' dominante,
ma la sua capacita' di metabolizzarsi
nell'esperienza della pittura e della vita, posto che i due termini siano per Zotti
effettivamente distinguibili.
In occasione dell'antologica di Milano, verra' annunciato l'avvio della catalogazione
del corpo dell'opera pittorica di Carmelo Zotti. Per info: http://www.carmelozotti.it tel
0422.262581.
Mostra promossa dalla Permanente in collaborazione con
Gruppo Euromobil. A cura di Flaminio Gualdoni e Dino Marangon. Catalogo edito da
Skira
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net
Vernice per la stampa: martedi' 9 gennaio 2007, ore 12,00
Museo della Permanente
via Turati, 34 - Milano
Orario: dal martedi' alla domenica dalle 10 alle 20; giovedi' sino alle 22; lunedi' chiuso
Ingresso libero