Per l'artista, che costruisce il suo percorso sul mezzo pittorico, l’attenzione alla materia e' una necessita' espressiva che permette di raccontare la vita interiore dei suoi personaggi.
I cannot dance upon my Toes
Cosa lega oggi un artista alla pittura?
Per Simona Di Lascio, che costruisce il suo percorso artistico sul mezzo pittorico, l’attenzione alla materia e' una necessita' espressiva che permette di raccontare la vita interiore dei suoi personaggi creando corrispondenze tra l’intensita' del suo tratto e la sensibilita' dei soggetti.
All’interno delle sue tele, la materia forma i volti delle figure, svela nella complessita' una delicata intimita' ed il tratto vulnerabile, instabile e quasi imperfetto rimanda alla loro problematicita'.
La luce non e' solare e non deriva da un’unica sorgente, lo sfondo e' sempre chiaro, chiari gli incarnati illuminati da una luce spesso frontale, definite le cavita' degli sguardi che assumono contorni dolci e innocui. Le figure sono quasi abbagliate.
La massa delle carni del viso e delle mani e' una stratificazione luminosa di colore che crea lo spazio sospeso indefinito ed intangibile in cui le figure si collocano, da sole.
Il lavoro sulle tele quasi sempre inizia per Simona Di Lascio dalla fotografia dalla quale pero' l’artista si distacca volontariamente per ricollocare i suoi ritratti in una dimensione quasi eterea.
Una ricerca, la sua, che parte da motivazioni personali e da un contatto diretto avuto con i soggetti da lei ritratti e dei quali l’artista sembra conoscere i pensieri piu' intimi, i desideri e i sogni.
Il ciclo dei ritratti borderline rimanda ad una riflessione su rapporto tra psiche e corpo, salute e malattia ai margini del quale queste donne conducono la loro esistenza.
Le donne guardano lo spettatore consapevoli del loro essere e lo spettatore come guarda loro?
“Non so ballare sulle Punte / nessun Uomo me lo ha insegnato / Ma spesso, nella mia mente / mi possiede una Gioia" (I cannot dance upon my Toes, 1864) cosi' recita l’inizio della poesia di Emily Dikinson in cui le parole rimandano ad un vorticoso movimento senza fine ne' limiti, non realizzabile fisicamente ma possibile dentro ognuna di loro.
Inaugurazione:11 gennaio 2007, ore 18.30
Galleria AOC F58
Via Flaminia 58 Roma
Orario:dal lunedi' al venerdi' ore 17.30 - 20.00
Ingresso: libero