Fuoridentro. La riflessione sulla percezione della realta' e la sua possibile traduzione mediale, la relazione tra l'evento e la sua immagine riflessa, sono espressi attraverso l'utilizzo di mezzi diversi, come foto-messa in scena, video e un oggetto, tutti caratterizzati da una moltitudine di significati. A cura di Peter Weiermair.
Fuoridentro
a cura di Peter Weiermair
Fuoridentro e' il titolo che Stefano Scheda usa da circa un anno, per indicare il
significato essenziale delle sue ultime mostre.
Questa opposizione spaziale caratterizza non solo una composizione banale fisica ma
anche una condizione psichica e dell'anima, rilevante in tutte le dimensioni
dell'esistenza.
Il sentimento del terrore del cadere, vecchia immagine dei nostri sogni, gia'
caratterizzava i suoi lavori fotografici degli anni novanta, nei quali i modelli
nudi maschili si relazionavano alle atopiche architetture dei cantieri-non luoghi,
creando metafore dello slittamento, della caduta e del ribaltamento, suscitando nel
visitatore l'impulso a decifrare l'ambiguita' delle immagini.
Negli ultimi anni Scheda utilizza grandi specchi, sia nelle
performance-installazioni con persone e paesaggi, sia nella rappresentazione di case
deserte, del mare, nei suoi oggetti mobili e negli ultimi video fantascientifici,
come Reality Show of Allucination (ZKM, Karlsruhe, 2006) dove la difficolta' di
distinguere fra illusione e realta' estremizza il coinvolgimento interattivo e
conduce allo spaesamento come metafora esistenziale.
In mostra da Ugo Ferranti, le case sigillate da specchi riflettono il fuori e
insieme parlano del dentro, e questo contrasto di finzione e realta' diventa la
superficie di un complesso di domande che noi rivolgiamo all'immagine.
L'interesse per il mare e l'orizzonte sono parametri della ricerca di Scheda che
assume anche un risvolto socio-politico, in particolare nei lavori sul tema degli
uccelli e delle gabbie.
Chi e' libero? Chi e' prigioniero? Chi e' nudo? Chi e' vestito?
La gabbia mette in scena la metafora dell'irritazione spaziale, paradigma di
un'irritazione della psiche.
La riflessione sulla percezione della realta' e la sua possibile traduzione mediale,
la relazione tra l'evento e la sua immagine riflessa e' espressa in mostra
attraverso la versatilita' dinamica dell'artista nell'utilizzo di mezzi diversi, come
foto-messa in scena, video e un oggetto, tutti caratterizzati da una moltitudine di
significati. Peter Weiermair
Stefano Scheda, Faenza 1957. Docente di decorazione all' Accademia di Belle Arti di
Bologna. Vive e lavora tra Bologna e Milano.
Inaugurazione venerdi' 19 gennaio 2007, ore 18
Galleria Ugo Ferranti
Via De' Soldati 25/a - Roma
Orari 11-13/ 18-20, sabato e festivi chiuso.