Memoria e relazioni sociali, accompagnate da una costante ironia e senso del gioco, sono componenti importanti delle sue opere. Esse si rifanno, attraverso chiari riferimenti formali derivati dall'astrattismo, alla natura sociale e psicologica degli spazi. Le sue sculture sono oggetti che prendono forma dai luoghi svelando i sottili rapporti esistenziali tra le forme e le esperienze di ognuno.
Personale
Tridimensionalita', memoria ed implicite relazioni sociali, sono parti integranti delle opere di Vejvi. Esse si riferiscono, attraverso chiari riferimenti formali derivati dall’astrattismo e alla storia dell’arte moderna e alla natura sociale degli spazi, alla relazione tra l’esperienza e la memoria che diventano parti integranti del processo costruttivo dei suoi lavori. La geometrizzazione delle sue opere sottintende la natura psicologica dello spazio e la memoria che in esse e' contenuta si relaziona agli stessi materiali o immagini che le costituiscono. Un esemplificazione di questa attitudine ci e' data da una serie di collage realizzati con immagini collezionate da vecchie riviste di arredamento, dove, carte colorate che riproducono nuove forme, scaturiscono dagli spazi di cornici o di porte precedentemente svuotate del loro contenuto visuale. Una dimensione esistenziale e' invece piu' evidente nella scultura “Attic" dove la scultura di una chitarra picassiana si relaziona, nella scomposizione della sua immagine, alla forma architettonica obliqua e romantica di un attico e alla tridimensionalita' della scultura, fino ad arrivare alla perdita della forma attraverso un’ oggetto informale posto al centro di questo lavoro.
Questi sono chiari riferimenti alla memoria collettiva, che inconsapevolmente, ha aderito da lungo tempo alle implicite direttive formali scaturite dal cubismo e di contro a quelle che ultimamente vengono concettualizzate nella architettura liquida. Non bisogna, sottovalutare, tuttavia, nell’ opera del giovane artista svedese, che vive ed opera a Los Angeles, la tensione verso l’ironia ed il gioco. Queste sono forme fondamentali dell’espressione creativa di ognuno che diventano possibili soluzioni formative dello sviluppo, si intrecciano tra loro e rimandano a dejavu' di passate esperienze spaziali. Questi segnali ci riconducono ad analizzare e a ridiscutere l’infelicita' e la problematica degli ambienti moderni, in opposizione alle nostre infantili ed immaginifiche esperienze dello spazio. L’artista traduce le sue sculture in oggetti possibili che prendono forma dallo spazio, ed in questo, cosi' come nella loro costruzione, essi ci svelano i sottili rapporti esistenziali tra le forme e le nostre stesse esperienze.
Immagine: Torbjorn Vejvi "Attic" 2005/06 wood, acrylic paint, iron, fabric, plaster, cardboard, mdf. Courtesy Raucci/Santamaria Gallery Naples.
Inaugurazione: 25 gennaio 2007
Galleria Raucci/Santamaria
Corso Amedeo di Savoia 190 - Napoli
Orari: dal martedi' al venerdi' 11.00-13.30/14.30-18.30
Ingresso libero