Galleria d'Arte BoxArt
Verona
via dei Mutilati, 7/a
045 8000176 FAX 045 593426
WEB
Retrospettiva dedicata a Roberto Crippa
dal 19/1/2007 al 19/2/2007
Dal martedi' al sabato dalle 10.00-12.30 / 15.30-19.30 - domenica e lunedi' chiuso

Segnalato da

Beatrice Benedetti



approfondimenti

Roberto Crippa



 
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19/1/2007

Retrospettiva dedicata a Roberto Crippa

Galleria d'Arte BoxArt, Verona

30 opere inedite dagli anni ’40 ai ’70. Si tratta di tele che ripercorrono l’esperienza creativa di Crippa, dal secondo dopoguerra milanese fino all’ultima fatale acrobazia, dalle spirali ai totem, ai sugheri.


comunicato stampa

Il Segno, la materia, il volo. 1947-1971

La Galleria Boxart di Verona conferma il suo interesse per l’arte dei geni senza tempo, tra futuro e passato che e' sempre presente. Dopo una personale dedicata all’irriverente ironia del Laboratorio Saccardi, sabato 20 gennaio 2006 inaugura presso lo spazio espositivo di Via dei Mutilati a Verona una

Retrospettiva dedicata a Roberto Crippa

A trentacinque anni dalla tragica scomparsa dell’artista lombardo nel 1972, sono state accuratamente selezionate e raccolte per essere presentate al pubblico 30 opere inedite dagli anni ’40 ai ’70. Si tratta di tele che ripercorrono l’esperienza creativa di Crippa, dal secondo dopoguerra milanese fino all’ultima fatale acrobazia, dalle spirali ai totem, ai sugheri. Le opere in mostra sono tutte archiviate presso l’archivio curato da Roberto Crippa Jr.

Il Post-Cubismo:
La stagione 1947-8 rappresenta lo spartiacque nella carriera artistica di Roberto Crippa (Monza, 1921 - Bresso, 1972). Nel 1947 si diploma presso l'Accademia di Brera ed inizia la sua produzione di opere d’arte, che lo portera', giovanissimo a 26 anni a partecipare alla Triennale e alla Biennale di Venezia, dove ritornera' nel 1950. La sua creativita' primigenia risente ancora dell’insegnamento di Aldo Carpi, Carlo Carra' e Achille Funi, suoi docenti in Accademia. Proprio da Carra' e dal grande Picasso l’artista eredita il linguaggio post-cubista delle primigenie sperimentazioni pittoriche, di cui e' esposto in mostra uno splendido esempio, risalente proprio a quel 1947. A Milano nel 1948.

Le Spirali:
Questa fase iniziale e' in sintonia con una delle correnti artistiche che sorgono a Milano in questo clima di fermento culturale e di apertura verso l'Europa: il M.A.C. (Movimento per l'Arte Concreta), alla ricerca della forma pura, estranea ad ogni forma di imitazione o di legame col mondo esterno. Un esempio delle sperimentazioni concrete e' l’opera del 1950, in cui sono riconoscibili le influenze di Perilli, Dorazio, Sottsass e degli altri componenti del gruppo.

Testimoni dell’adesione di Crippa al terzo manifesto spazialista del 1950, redatto dal movimento omonimo di cui e' il maggiore esponente Lucio Fontana, sono invece le cosiddette “Spirali". La Galleria Boxart propone una selezione tra le primissime opere -datate dal 1951 al 1953 - in cui il motivo orbitale, mai perfettamente circolare, sconfina nella percezione mentale oltre che fisica. Sullo sfondo dei grovigli, i motivi geometrici e meccanomorfi vengono man mano inglobati da un fondale monocromo, per poi evolvere in una sfumatura unica su cui si inseriscono caratteri tipografici multicolor. Altra fonte di ispirazione per le Spirali e' la passione di Crippa per il volo acrobatico per i vortici nell’aria come espressione di energia vitalistica.

Il fondatore dell’Action Panting d’olteoceano, Jackson Pollock - presente alla Biennale di Venezia del '48 e del '50 - lascia il segno nelle “Spirali materiche", in cui la forza gestuale del dripping prende forma elicoidale. L’esemplare inedito esposto in mostra evidenzia anche l’influenza del Movimento Nucleare milanese: il moto delle particelle stacca il flusso dalla bidimensionalita' per emergere come corpo a se' stante.

I Totem
Il passaggio successivo all’evoluzione materica delle Spirali e' il “Totem", di cui la mostra propone un esempio dei piu' significativi. I gomitoli sottili e bidimensionali di sono ingrossati fino a divenire cordoni sfilacciati. Gli incontri newyorkesi con il gallerista Alexander Jolas, con il surrealismo di Max Ernst, Brauner e Tanguy liberano il gesto pittorico di Crippa, fino a questi archetipi primordiali, istintivi e nel contempo profondamente simbolici. Nel lavoro in mostra l’ordine casuale di colore sul fondo carminio basta a fornire allo spettatore la dimensione dell’aggressivita' espressiva acquisita in quella particolare stagione creativa. Si vuole demandare all'immagine totemica una purezza ferina immune ai condizionamenti imposti dalla civilta'.

I Sugheri:
Il cammino di Crippa verso un’estroflessione della materia dalla tela verso la realta' non si arresta verso la fine degli anni ’50. A partire dall’insegnamento di chi ha inarcato la tela verso l’interno fino alla sua lacerazione - Lucio Fontana - e non dimentico del cubismo respirato tra Milano e Parigi, Roberto Crippa inizia verso il 1957 a dare alla tela una dimensione scultorea. Non si sovrappone piu' alla superficie piatta pittura ad olio o acrilica, bensi' Cortecce d'albero, Sugheri e Carte di giornale fissati e assemblati con colle e chiodi. Si formano cosi' collages polimaterici dai rilievi accentuati di cui Boxart offre al pubblico due esemplari entrambi del 1959.

Una coerenza di percorso creativo ben sintetizzata dal connubio dei rilievi plastici, testimoni dell'attivita' scultorea avviata nei primi anni Cinquanta, con la resa pittorica d'insieme. Una coerenza, tuttavia, che si avverte non solo in senso estetico ma anche in quello poetico. In queste opere emerge una figurazione primordiale, continuazione estrema dei Totem, cosi' lontana nel tempo da risultare inintelligibile. Si intuisce la presenza di paesaggi, di forme di vita o di elementi ancestrali, ma si ignora il loro senso ultimo. In parallelo a questa ricerca, che avvicina Crippa a Burri, l’artista affianca una pittura gestuale e primitiva, dalla tavolozza terrosa e spenta rispetto alle accensioni cromatiche della fase spazialista.

L’Ultima fase:
Negli anni Sessanta la sovrapposizione di materiale sulla tela prosegue in sintonia con l’esperienza scultoree piu' pura. Le sperimentazioni di materiali e tonalita' vanno dai sugheri color ocra - una costante fino ai primi Settanta - ai severi legni scuri, alle amiantiti grigie. Quest’ultimo materiale si presta bene ad accogliere le accese stesure cromatiche dell'artista. E' il primo indizio di un'inversione di tendenza che vede, negli anni successivi, il progressivo incrementarsi della vivacita' espressiva.

All’alba degli anni Settanta risorgono nelle opere di Roberto Crippa nuovi soli, dischi circolari colorati, in gradazione o a contrasto, com’e' evidente nelle tre opere del 1970-1 della retrospettiva. Una circolarita' che e' anche autocitazione dei primi dischi a campitura piatta gia' nel primo dopoguerra. Roberto Crippa pare rivendicare in extremis una gioia di vivere che si riflette nell'impiego vario ma calibrato dei colori. Purtroppo il suo percorso si interrompe nel 1972, durante un’acrobazia - una spirale vorticosa - a bordo del suo monoposto. Per una sorte beffarda l’artista cessa di esistere proprio a bordo di quei marchingegni meccanici che tanto aveva amato in vita.

Galleria d'Arte BoxArt
Via dei Mutilati 7/a Verona
Orario: dal martedi' al sabato dalle 10.00-12.30 / 15.30-19.30 - domenica e lunedi' chiuso
Ingresso libero

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