Tre capolavori restaurati. "Sangue del Redentore" (1496), "Apparizione dei crocifissi del monte Ararat nella chiesa di Sant'Antonio di Castello" (1512-13) e la "Crocifissione e apoteosi dei diecimila martiri del monte Ararat" (1515), erano le ultime 3 opere che mancavano per completare la revisione dell'intero nucleo dell'artista di proprieta' del Museo. Anche in queste tele Carpaccio rivela le sue eccezionali capacita' di narratore, le sue complesse ed originali ricerche prospettiche e l'attenzione lenticolare per i dettagli.
Tre capolavori restaurati
Come noto le Gallerie dell'Accademia conservano l'unico ciclo completo di
teleri musealizzato ed il maggior nucleo di opere dell'artista. Le tre
tele di Vittore Carpaccio: Sangue del Redentore (1496), Apparizione dei
crocifissi del monte Ararat nella chiesa di Sant'Antonio di Castello
(1512-13) e la Crocifissione e apoteosi dei diecimila martiri del monte
Ararat (1515), erano le ultime tre opere che mancavano per completare la
revisione dell'intero nucleo dell'artista di proprieta' del Museo. Grazie
al prestigio della Soprintendenza ed alla fama delle Gallerie
dell'Accademia i restauri sono stati finanziati con generosi contributi
privati: l'Apparizione da Banca Intesa nell'ambito del progetto
"Restituzioni 2006", la Crocifissione e apoteosi con un lascito
testamentario della rinomata storica dell'arte americana Rona Goffen,
infine il Sangue del Redentore a spese del comitato privato Save Venice
Inc., California Chapter.
I primi due dipinti provengono dalla distrutta chiesa di Sant'Antonio di
Castello, mentre la terza venne ritirata, anch'essa durante le
soppressioni napoleoniche, dalla chiesa di San Pietro Martire di Udine. Se
i due dipinti di Venezia sono sempre stati esposti alle Gallerie
dell'Accademia, il Sangue del Redentore e' rimasto in deposito presso i
Civici Musei di Udine dal 1924 fino all'attuale intervento di restauro,
diventando cosi' per i veneziani quasi un inedito. Alla fine della mostra
l'opera tornera' in deposito temporaneo a Udine, ed e' questa un ulteriore
stimolo per vederla alle Gallerie.
Anche in queste tele Carpaccio rivela le sue eccezionali capacita' di
narratore, le sue complesse ed originali ricerche prospettiche,
l'attenzione lenticolare per i dettagli, la straordinaria capacita'
narrativa mediata tra cronaca e invenzione, esaltati dall'attuale
restauro. Lo stesso Vasari descrivendo la Crocifissione e apoteosi
scriveva: "Fece meglio che trecento figure, fra grandi e piccole: ed
inoltre, cavalli ed alberi assai, un cielo aperto, diverse attitudini di
nudi, e vestiti molti, scorti, e tante altre cose; e si puo' vedere che
egli non la conducesse se non con fatica straordinaria". La stessa che
Carpaccio profonde nei suoi dipinti, tra i quali questi capolavori oggi
restaurati.
Venerdi' 26 gennaio 2007 ore 11 Giovanna Nepi Scire' e Antonio Paolucci presentano la mostra
Gallerie dell'Accademia di Venezia, sala XXIII
Campo della Carita', Dorsoduro 1050 - Venezia