Il punto di partenza e' costituito da oggetti di produzione industriale, vasi di maiolica bianca incidentati, i cui vari pezzi sono fusi arbitrariamente rispetto alla forma originaria.
Sculture
Le nuove sculture di Francesco Angelini, che si inseriscono coerentemente nel suo percorso di artista curioso e poliedrico, testimoniano efficacemente e con un linguaggio connotato da una meditata semplicita' una fase di notevole maturita' espressiva. Il punto di partenza e' costituito da oggetti esistenti di produzione industriale: vasi di maiolica bianca incidentati, i cui vari pezzi sono fusi arbitrariamente rispetto alla forma originaria.
Un’operazione questa che, se da un lato vuole fissare un evento drammatico e definitivo nella vita dell’oggetto: la perdita della funzionalita', dall’altro esprime la sua possibile sopravvivenza estetica recuperandone i frammenti in una ricomposizione formalmente articolata che pone in un dialettico equilibrio le rassicuranti e lisce superfici arrotondate con le tormentate fratture, i minacciosi e aguzzi frammenti disposti uno sull’altro con apparente casualita' innescando delle dinamiche formali e degli equilibri del tutto inaspettati.
Poiche' l’arte, con le sue molteplici valenze, trascende sempre nei suoi significati piu' profondi la materia e la tecnica con cui viene realizzata divenendo una metafora del mondo contemporaneo, questi vasi-oggetti “destrutturati" di Angelini mi sembra colgano nel segno evidenziando uno dei nodi esistenziali del mondo ipertecnologico nel quale viviamo. Sono opere che mettono in luce quanto la tecnologia con le sue forme perfette, le superfici levigate, i suoi valori assoluti sia fragile e ci comunica, al di la' dell’ottimismo dei principi e delle intenzioni, una inquietudine di fondo, un’angoscia che deriva dalla ricerca di una impossibile perfezione che tende a disumanizzare ogni aspetto della vita; concetti questi espressi con semplicita' di mezzi, efficace capacita' comunicativa e immediatezza di linguaggio che sono il prezioso frutto di una ormai raggiunta felice maturita' intellettuale.
Se la perfezione si mostra qui in tutta la sua fragilita', Francesco Angelini ci suggerisce, positivamente, una seconda, una terza vita delle cose esorcizzando la loro fine con l’immaginazione e con l’arte, regalando al mondo una continuita' estetica che come la Fenice puo' ogni volta rinascere dalle sue ceneri essendo le cose - prima ancora di esistere e anche dopo la loro fine - un’idea, un segno in qualche modo indelebile.
Galleria AOC F58
Via Flaminia 58 - Roma
Orario: dal lunedi' al venerdi' 17.00-19.30
Ingresso libero