L'artista ha chiesto ai musicisti Marwan Abado, Peter Rosmanith e Franz Hautzinger di eseguire un concerto in un teatro vuoto di Vienna, esattamente come si sarebbe svolto a Gerusalemme se fosse stato loro permesso. In quel teatro Jacir ha realizzato le immagini di Entry Denied. In mostra anche una serie di fotografie realizzate dal 2003 al 2006.
Entry Denied
La Galleria Alberto Peola organizza la mostra personale dell’artista palestinese
Emily Jacir, presentando il video Entry Denied (un concerto a Gerusalemme), 2003,
Betacam 105 minuti, e una serie di fotografie realizzate dal 2003 al 2006.
Nel 2003 Marwan Abado, Peter Rosmanith e Franz Hautzinger, cittadini austriaci,
furono invitati a tenere un concerto al Dodicesimo Festival di Gerusalemme Songs of
Freedom. Abado, di origine palestinese, fu invitato ufficialmente dall’Ambasciata
austriaca di Tel Aviv nel Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite. Ancora a Vienna
ottenne il visto di entrata in Israele attraverso il Ministero degli Esteri
israeliano. Il 20 luglio arrivò all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dove fu
bloccato dalle autorità israeliane. Dopo averlo trattenuto per ventiquattro ore
nella prigione dell’aeroporto, il Servizio di Sicurezza israeliano annullò il suo
permesso e Abado fu imbarcato sul primo volo per Vienna. Gli fu impedito di entrare
in Israele per “ragioni di sicurezza”. Non gli furono date altre spiegazioni.
Emily Jacir ha chiesto ai tre musicisti di eseguire il concerto in un teatro vuoto
di Vienna, esattamente come si sarebbe svolto a Gerusalemme, se fosse stato loro
permesso. In quel teatro Jacir ha realizzato Entry Denied (un concerto a
Gerusalemme).
Con estrema sensibilità e delicatezza Emily Jacir tematizza nel suo lavoro le
conseguenze del conflitto israeliano palestinese sulla vita dei Palestinesi. Al
centro di vari suoi progetti sta la denuncia dell’impossibilità di spostarsi
liberamente, limitazione particolarmente sentita dall’artista che ha attraversato
confini in tutta la sua vita. Cresciuta in Sud Arabia, ha frequentato la scuola
secondaria in Italia, l’università negli Stati Uniti, ha vissuto in Francia e in
Palestina prima di trasferirsi a New York nel 1998, con continui viaggi a Betlemme,
città d’origine dei suoi genitori.
La serie di fotografie presentate nella mostra, realizzate nei Territori Occupati,
fissa alcuni fugaci momenti di vite frammentate. «…Ho ripreso istanti in cui ho
colto sia la presenza che l’assenza di questi Palestinesi scomparsi: progetti e
edifici abbandonati, luoghi in attesa del loro ritorno, case vuote, un paesaggio
congelato nel tempo. Ho anche cercato di fotografare spazi interni in mezzo alla
distruzione provocata dall’occupazione israeliana. Mi sono ritrovata a cercare una
speranza, un sentimento di libertà nel paesaggio o nel cielo. È stato il mio uno
sforzo di rifiutare di documentare la nostra distruzione e la lenta morte della
nostra terra e del nostro popolo».
Emily Jacir (1970) vive e lavora a New York e Ramallah.
Inaugurazione: giovedì 8 febbraio 2007 alle ore 19.00
Galleria Alberto Peola
via della Rocca, 29 - Torino
Orario: da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 mattino su appuntamento