Ku.ra Ufficio Stampa Rosi Fontana
Din Matamoro
Mitsuo Miura
Miguel Angel Blanco
Teresa Moro
Carmen Calvo
Diana Larrea
Vicente Blanco
Manuel Bouzo
Almudena Armenta
Chema Madoz
Manuel Vilarino
Vari Carames
Sofía Jack
Mar Caldas
Antoni Abad
Daniel Canogar
Dora Salazar
Florentino Díaz
18 nomi conosciuti si uniscono a giovani artisti emergenti per delineare, attraverso le opere scelte dalla collezione MACUF - Museo d'arte contemporanea spagnolo - uno spaccato dell'arte nella Spagna odierna. In mostra quadri, sculture, video, fotografie e installazioni. Dal momento che la coscienza eurocentrica e' stata superata dal villaggio globale, gli artisti frammentano, e da qui il titolo della rassegna, nelle loro opere, qualsiasi geografia sociale e politica.
Arte spagnola contemporanea nella collezione del MACUF
Si inaugurerà il prossimo 9 febbraio a Roma presso la Sala espositiva
dell’Instuto Cervantes la mostra “Frammenti del tutto’. La rassegna nasce
dalla collaborazione fra il Cervantes e il Museo de Arte Contemporanea Unión
Fenosa (MACUF) e propone le opere di diciotto artisti spagnoli
contemporanei. Nomi conosciuti e apprezzati dal pubblico e dalla critica
mondiale si uniscono a giovani artisti emergenti per delineare, attraverso
le opere scelte dalla collezione dell’importante museo d’arte contemporanea
spagnolo, uno spaccato, contenuto ma esaustivo, dell’arte contemporanea
nella Spagna odierna.
Diciotto le opere presentate fra pittura, scultura, video, fotografia,
installazioni.
Tutte le opere in mostra sono state create fra il 1997 e il 2005. In
considerazione del presente e continuo processo di globalizzazione
linguistico-artistica, e della conseguente ibridazione, le risorse critiche
e mediatiche degli artisti presenti in mostra hanno molte affinità, sia
esplicite sia parallele, a quelle che oggi si possono riscontrare in
qualsiasi circuito artistico mondiale. E dal momento che la coscienza
eurocentrica è stata superata dal villaggio globale, l’artista, “frammenta”
– e da qui il titolo della rassegna - nelle sue opere qualsiasi geografia
sociale e politica, ripresa giocoforza dalle periferie virtuali dei cinque
continenti. La definizione identitaria si trova in piccoli segni – spesso
impercettibili e puramente personali – e gli aspetti concettuali delle opere
hanno sì un’incidenza e un’anima appartenente al proprio territorio
culturale e linguistico, ma presentano anche “frammenti” di non appartenenza
assimilati e conseguiti nella odierna cultura virtuale.
“Frammentare”, dunque, per arrivare ad una realtà più ampia e a costruire
quella che in futuro potrebbe definirsi una “coscienza estetica democratica
e globale”.
Nella diluizione dei generi che vive l’arte attuale e nel limite di
linguaggi che hanno smesso di esistere come ostacoli, le opere si
totalizzano come un’alluvione e divengono ricettacolo estetico, poetico,
puramente formale. Perciò, “Frammenti del tutto” è l’astrazione
postformalista nel lavoro di Din Matamoro, Mitsuo Miura, Miguel Ángel Blanco
o Teresa Moro o è una visione più vicina alla tradizione, come nell’opera di
Carmen Calvo. E’ un codice nuovo per Diana Larrea e Vicente Blanco, è
interferenza e memoria dell’oggetto per Manuel Bouzo e Almudena Armenta. La
fotografia è ben rappresentata da Chema Madoz, Manuel Vilariño, Vari Caramés
e Sofía Jack. Campo ampio è la dimensione specifica nella videoproiezione di
Mar Caldas o nella proiezione informatica di Antoni Abad, che propongono
problemi di identità, dal rinforzo di un soggetto che si afferma nell’io o
nel corpo, così, come succede nel terreno più puramente scultoreo a cui si
avvicinano le maschere di Daniel Canogar, Dora Salazar e Florentino Díaz.
Inaugurazione 9 febbraio 2007, ore 19.00
Sala dell’Instituto Cervantes
Piazza Navona, 91 - Roma
Orario: dal martedì alla domenica, 16.00 – 20.00