Frammento di un discorso urbano. Sartorelli con le sue immagini e con le sue parole racconta le grandi metropoli europee, le loro affascinanti complessita', la conflittuale o armoniosa convivenza in esse, di simboli antichi e moderni.
Frammento di un discorso urbano
a cura di Angela Madesani
Sartorelli in questa mostra con le sue immagini e con le sue parole riflette e
riferisce, di grandi metropoli europee, delle loro affascinanti complessità, della
conflittuale o armoniosa convivenza in esse, di simboli antichi e moderni. Tante
"città immaginarie" costruite dall'artista con un suo personale alfabeto.
Guido Sartorelli è artista veneziano inscrivibile nell'area concettuale. Ha tenuto
la sua prima personale nella Galleria Bevilacqua-La Masa di Venezia nel 1964. Da
allora ha tenuto oltre 60 personali e numerosissime mostre collettive e
videorassegne nelle principali città italiane e in molti Paesi esteri quali
Austria, Slovenia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cina. L'
ICC di Tokyo ha recentemente acquisito alcuni dei suoi video degli anni Settanta.
Nel corso degli anni ha utilizzato varie tecniche, dalla pittura a olio degli
inizi, alla tempera industriale, al video, alla copy-laser, alla fotografia che
ora utilizza per comporre montaggi in stampa ink-jet dove il linguaggio iconico
si accompagna a quello verbale al fine di costruire significati riferiti
soprattutto alla nostra modernità. Ha collaborato nel passato e varie Riviste
nazionali di critica d'arte come NAC, D'Ars, Studio G7 Studio. Per Supernova ha
pubblicato "Punto di vista" nel 1998 e, "Per pretesto e per amore" nel 2004 e, per
le Edizioni del Cavallino di Venezia , "La mia Europa". Da alcuni anni insegna
Videoarte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell' Università Ca' Foscari di
Venezia.
Vittorio Fagone ( conferenza tenuta nel 1993 all'Ateneo Veneto di Venezia) .
(...) Il lavoro di Guido Sartorelli nel panorama dell'arte italiana presenta
connotazioni precise e singolari: Esse vanno rilette sia dal versante di un
particolare atteggiamento analitico che priva l'operatività di ogni facile
soggettività e favorisce la definizione di un segno sempre più forte; sia dal
versante di una concentrazione quasi ossessiva sul tema dell'immagine urbana. In
questo lavoro Sartorelli si apparenta a una fitta serie di artisti che oggi in
tutto il mondo si rivolgono con attenzione ai nodi strutturali dell'immagine
architettonica (...)
Gillo Dorfles (Cat. della mostra allo Studio Tommaseo, Trieste, 1994)
(...) I cicli di lavori fotografici che Sartorelli dedica alla città hanno in sé,
da un lato, la levità e l'euritmia di una personalissima grafica, dall'altro la
precisione filologica dello storico che analizza l'opera nei suoi aspetti più
segreti. Ed è questa duplice posizione che gli permette di non venire incluso
soltanto tra gli artisti concettuali (alla cui categoria comunque appartiene di
diritto dato il profondo contenuto poetico dei suoi lavori), ma di essere
soprattutto un artista visivo "tout court" ossia un artista sensibile ai problemi
della spazialità, dell'auritmia, della composizione che, di volta in volta riesce
a creare non solo l'immagine evocatrice di una realtà analizzata e vissuta, ma
anche l'inconfondibile atmosfera di ogni città considerata e ritratta. (...)
Massimo Donà ( "Dell'arte in una certa direzione. Appunti su Guido Sartorelli ",
Supernova, Venezia, 2006)
(...) Sartorelli è un artista che vuole dare una pelle nuova all'arte; anzi, che
vuole farsi nuovo, nel nome di una forse utopica ma necessaria libertà. Egli è
artista e cives, "in uno", però. E conosce bene questa radicale contraddizione,
mai soddisfatta perché mai davvero soddisfabile. Consapevole di tale paradosso,
egli sa fare della contraddizione la ragione di un urlo capace di scardinare tutte
le idee dominanti; da cui il suo operare ... ovvero un'esperienza di vera,
autentica, nonché radicale e virtuosa epoché. (...)
Angela Madesani (Tratto dalla presentazione in catalogo della mostra, ora in
corso, alla Galleria Michela Rizzo, Venezia : "Il tema dell'architetttura e della
città è spesso presente nel suo lavoro. Affascinato dalla forma della città, delle
sue linee costitutive. E' il bisogno di vedere e rivedere le diverse situazioni.
Così da riuscire finalmente a vedere il tempo , a dargli una forma. E' il
passaggio, il mutamento. La tensione verso l'oltre, che, tuttavia, è ignoto, è la
terra dell'incertezza. Vi sono un senso profondo del trascorrere del tempo, del
passaggio, del mutamento, della precarietà di tutto quanto ci è dato. Come se la
tensione verso la libertà, che è in tutta la ricerca di Sartorelli, si fosse messa
per un attimo in pausa".
Inaugurazione: 15 febbraio dalle ore 18 alle 20,30
Galleria Maria Cilena
Via Carlo Farini, 6 - Milano