Nel manipolare la materia, legno, pietra, terra, o frantumare il segno, come nelle opere su carta, Gennari sa infondere la stessa robustezza di un racconto o di una leggenda arcaica. In mostra una serie di dipinti e sculture.
Cartacreta
a cura di Annamaria Bernucci
Si apre a Rimini, alla Galleria dell'Immagine, sabato 17 febbraio 2007 alle ore 18
la mostra dal titolo Cartacreta dell'artista Augusto Gennari.
La mostra, pur non avendo fisionomia antologica, si pone come un punto d'arrivo
della sua ricerca degli ultimi anni ed è formulata su un doppio binario, grafico e
scultoreo. Gennari sfiora e affronta un tema, quello del tempo, che ci avvicina al
concetto di spazio-tempo, dove il tempo (la storia) e lo spazio (cioè il luogo)
stanno tra loro in un rapporto di reciproca corrispondenza e continuità.
Gennari ha seguito un percorso che ha incontrato problematiche e sollecitazioni
spesso contraddittorie proprie degli anni '70.
L'attività di Gennari ha avuto avvio proprio in quell' area di confluenza, alla fine
degli anni '60 e si è nutrita della grande stagione gestuale e informale che
l'artista sperimenta e coltiva per tutti gli anni '80.
La sua svolta in direzione figurativa si colloca a ridosso degli anni '90 quando,
prima per sottrazione poi per addizione, riemerge dalla materia grafico-plastica un
nucleo figurale o iconico di sempre più forte consistenza e persistenza, dapprima
fatto di masse sfatte e sfumate poi sempre più libero dai debiti con la maniera
astratto-informale. Le sculture di oggi sono testimonianza di questa scelta.
Come la testa abbandonata, musa addormentata di brancusiana memoria, che ricalca lo
stesso volto-maschera dei disegni. Come le sculture di terracotta per i suoi lararii
contemporanei, qui a Rimini presentati per la prima volta, che poggiano la loro
invenzione sull'idea di una permanenza della memoria familiare. Antenati pronti a
proteggere, vigilanti sul nostro presente, dalle sembianze amichevoli, persino
ironiche. Allignano dalla loro postazione, con lo stupore di essere ancora una volta
chiamati a guardare le nostre esistenze. A rivelare il quotidiano che abita dentro
l'uomo, ad assistere agli ingranaggi di situazioni comuni ed esemplari.
Al centro dell'idea artistica di Gennari, oggi, comunque, c'è l'uomo, un uomo
quotidiano e anonimo, ma che sembra appartenere ad un evo o tempo mitologico e
primordiale. Che l'artista traduce in un serie di figure che evocano alla lontana la
tipologia di una maschera, dalla cifra sintetica come quella di personaggi che
calcano un palcoscenico immaginario (quello della vita). Nel manipolare la materia,
legno, pietra, terra, o frantumare il segno, come nelle opere su carta, Gennari sa
infondere la stessa robustezza di un racconto o di una leggenda arcaica.
Augusto Gennari nasce a Misano Adriatico (RN) nel 1943; frequenta negli anni '60
l'Accademia di Belle Arti di Venezia e per numerosi periodi si sposta ripetutamente
a Parigi dove è in contatto con gli ambienti dell'accademia. A partire dal 1968
espone in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Inaugurazione sabato 17 febbraio ore 18,00
Galleria dell'Immagine
Palazzo Gambalunga - Rimini
Orario: Tutti i giorni 9.30-12.30 e 16-19; sabato 10-12; domenica e festivi chiuso
Ingresso libero