Liceo Classico Tito Livio
Padova
riviera Tito Livio, 9
049 8757324 FAX 049 8752498

Giuseppe Aliprandi
dal 16/2/2007 al 16/3/2007

Segnalato da

Centro Nazionale Fotografia



approfondimenti

Giuseppe Aliprandi



 
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16/2/2007

Giuseppe Aliprandi

Liceo Classico Tito Livio, Padova

Attraverso gli scatti di Aliprandi si possono conoscere gli angoli oscuri del carcere femminile di Rebibbia dove vivono i bambini al di sotto dei tre anni.


comunicato stampa

Sabati di libertà

a cura di Enrico Gusella

Si inaugura sabato 17 febbraio 2007 alle ore 11.00 nell’Aula Magna del Liceo Classico “Tito Livio” (Riviera Tito Livio, 9) la mostra fotografica “Giuseppe Aliprandi. Sabati di libertà”.

La rassegna, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia – in collaborazione con il Liceo Classico Tito Livio, presenta una serie di 22 scatti del fotografo padovano Giuseppe Aliprandi, che documenta una realtà molto lontana, e di cui poco si parla e spesso si ignora. Attraverso i suoi scatti si possono così conoscere gli angoli oscuri del carcere femminile di Rebibbia dove vivono i bambini al di sotto dei tre anni che ovviamente non hanno commesso alcun crimine se non quello di essere figli di madri condannate. Occhi teneri di bimbi innocenti abbracciati e intrappolati allo stesso tempo dalle proprie madri. Un intenso bianco e nero che copre i colori di un magico mondo infantile.

Questa drammatica realtà è il frutto di una legge italiana – Legge n. 663 del 1986 (legge Gozzini) - che, affrontando il problema della maternità delle detenute, traccia un difficile compromesso tra la necessità della pena carceraria ed il diritto del bambino o della bambina di crescere in libertà con la propria madre.

La ricerca fotografica nasce dall’incontro, nel Maggio del 2004, tra il fotografo ed i volontari dell'associazione “A Roma, insieme” che da 12 anni si impegnano a “liberare” i bambini ogni sabato dell’anno, per una giornata diversa: una giornata di libertà! Il fotografo padovano “cattura” quegli istanti liberi, quando i bambini hanno la possibilità di trascorrere ore piacevoli dedicate al gioco, alle visite al bioparco e alle feste, assaporando la tranquillità di una vita il più “normale” possibile. Un appuntamento settimanale ormai diventato un’abitudine e che i bambini, col tempo, riconoscono e aspettano con gioia. Giornate che consentono loro di stare in spazi aperti, o in una casa, di giocare, muoversi, osservare e di relazionarsi.

Per oltre due anni Giuseppe Aliprandi ha seguito l’iniziativa dei volontari con l'ambizioso obiettivo di raccontare il tema dell'amore in una realtà di disagio e di sofferenza. Le fotografie esposte riflettono istanti di intensa umanità, il rapporto di queste madri con i loro figli, la speranza e la forza di ogni sorriso. Il vero protagonista di queste fotografie che ci percuotono con la loro severa, a tratti sorprendente poetica essenzialità, è il carcere. Sfilano volti imbronciati, sorrisi stentati, occhi velati dalla profondità di un rimpianto antico. Volti che probabilmente non vorrebbero essere catturati nuovamente, anche dallo stesso obiettivo. Le immagini di Aliprandi feriscono l’osservatore perché l’occhio del fotografo è riuscito a cogliere quell’altrove che, per loro, ha davvero un senso: la libertà.

Biografia

Giuseppe Aliprandi è nato a Padova il 4 giugno 1970 e si è laureato in economia all’Università di Bologna. Ha operato nel campo della comunicazione fin dal 1998, prima all'estero, a Londra, poi in Italia, a Roma dove attualmente vive. Ha lavorato nel campo della comunicazione aziendale fino al 2004, anno in cui opera anche in campo sociale e culturale, utilizzando le conoscenze sviluppate come consulente aziendale e maturate dalla sua passione per la fotografia.Ha frequentato dal 2002 al 2004 un corso di reportage fotografico presso la scuola Romana di Fotografia.

Collabora in maniera continuativa con Messagerie Italia, con la quale ha realizzato una serie di fotografie di scrittori internazionali. La fotografia di Jonathan Safran Foer è stata stampata sul retro di copertina del suo famoso romanzo “Molto forte, incredibilmente vicino”, pubblicata nelle varie edizioni straniere e allegata a molte recensioni italiane ed internazionali. Ha contribuito alla realizzazione dell'evento “Padova per i diritti umani”, promosso dalla Regione Veneto nell'autunno del 2005, progettando il sito web ed eseguendo la copertura fotografica. L’esperienza maturata negli anni gli consente di svolgere per il Ministero del Lavoro, attività di consulenza sul tema delle pari opportunità.

Il progetto “Bambini e madri nelle carceri italiane” è stato da lui ideato in collaborazione con varie associazioni di volontariato italiane ed estere. Ha seguito per circa un anno le diverse attività del carcere di Rebibbia raccontando quanto vissuto attraverso le fotografie scattate. Nel gennaio 2006 viene presentata presso Palazzo Valentini di Roma la rassegna “Sabati di libertà”, risultato del suo lungo cammino di volontariato, prossimamente in mostra anche a Padova.
Il continuo impegno in campo sociale lo esorta ad organizzare convegni sul problematico tema del rapporto tra le madri condannate e i propri figli e a continuare a sviluppare il progetto proposto.

Due sono gli importanti step da raggiungere: la collaborazione con l’agenzia fotografica e casa editrice “Contrasto” e la rivista “Ristretti orizzonti” per la realizzazione, assieme ad altri tre artisti, di una documentazione fotografica completa che possa concludersi in una mostra e in una pubblicazione; la realizzazione di un reportage focalizzato sulle esperienze di vita in alcuni carceri inglesi in collaborazione con la rivista britannica “The big issue”.

Direzione della mostra: Alessandra De Lucia.

Inaugurazione: 17 febbraio 2007 alle ore 11.00

Sabato 3 marzo 2007: convegno sul tema madri e bambini, ore 10.00, aula Magna Liceo Classico Tito Livio

Aula Magna del Liceo “Tito Livio”
Riviera Tito Livio, 9 - Padova
Orario: da lunedì a venerdì 09.00/17.00; sabato 09.00/13.00. Chiuso la domenica

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Marco Bertin
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