Archivio di Stato
Milano
via Senato, 10
02 7742161
WEB
Maria Micozzi
dal 14/2/2007 al 27/2/2007
Da Lunedì al Giovedi: 10 - 18 / Venerdi: 10 - 15; Sabato: 10 - 14 e su appuntamento
02 8053943

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Maria Micozzi



 
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14/2/2007

Maria Micozzi

Archivio di Stato, Milano

Don't rape Lilith - Il nome e il branco. Esposte opere a parete e installazioni realizzate con diversi materiali. L'artista e' impegnata da anni in una ricerca sulle ragioni dell'intolleranza e della violenza.


comunicato stampa

Don't rape Lilith

Maria Micozzi, parte da un’idea forte per tessere la trama della sua esposizione: “Non violentare Lilith!” E’ la ricerca sulle ragioni dell’intolleranza e della violenza che impegna l’artista da anni. La violenza viene qui declinata al femminile e l’idea forte intorno a cui ruota la mostra è lo stupro. Parlare dello stupro è difficile, il linguaggio che normalmente lo esprime nei media, in genere, in qualche modo lo parcellizza, lo relega in ambiti eccezionali, lo allontana. I soggetti vengono stereotipati in una tipica diversità.

Ci si difende sempre da ciò che è troppo grande perchè la psiche umana non riesce ad accogliere il troppo grande, ma la difesa posta in atto apre la strada ad un travisamento pericoloso, quello che il fatto venga decontestualizzato, tolto cioè dal contesto che gli dà senso; non dal contesto contingente, che, in un certo senso, è quello più attraversato dalla cronaca, ma piuttosto dai contesti più di fondo come quello storico e quello antropologico. Stuprum in latino sta per colpo e deriva dal verbo stupere , ammutolire, togliere la parole. Spegnere il linguaggio, annichilire il nome con cui ci diciamo e che ci dice.

Ecco Lilith, la parlante e quindi la seduttrice la colpevole dei drammi di Adamo che diviene protagonista delle tele della Micozzi e che denuncia lo stupro identificandolo con l’archetipo fisico della violenza contro il “diverso temuto.” Vengono presentate opere sia a parete che istallazioni. I materiali, sono diversi e proprio il loro articolarsi struttura l’impegno creativo e lo spessore della sua poetica. Il tema trattato ha suggerito colori più forti e fondi; la compulsione e il trauma sembrano chiudere le opere in ossessioni monocromatiche. Il lavoro si articola attorno ad una simbologia linguistica di fondo e in quest’ottica tra i lavori costruiti e dipinti compaiono anche insiemi di “parole raccolte, parole fuggite” , come l’artista chiama i versi che entrano nell’allestimento dell’intera mostra.

Maria Micozzi nasce a Tolentino (Mc) e per scelte familiari non frequenta mai scuole d’arte nonostante le sue disposizioni creative si siano evidenziate molto precocemente. Conseguita la maturità classica si iscrive a matematica, successivamente si volge a studi ed esperienze in ambito neuropsicologico e psicoanalitico; affianca poi questi interessi agli studi di epistemologia. Sempre molto legata alla pittura e alla scultura, alla forma e alla materia, non le è possibile coltivarne l’espressione prima degli anni ottanta; dal 1985 vi si dedica, come libera professionista, a tempo pieno, accettando tutte le difficoltà connesse al campare d’arte

Ad oggi ha allestito più di cento tra Rassegne e Personali. Tra le Rassegne: “Arte in Italia 58-85 Sapere Sapore” ( a cura di C. Benincasa, Castello di Baia, Napoli), “Exposicion de Artistas Internacionales por Carlos III ( a cura del Ministero della Cultura di Madrid, Ibiza, Spagna), “Due artisti” ( a cura di C. Benincasa, Museo Brindisi , Lido di Spina ), ‘Nel regno di Eros’ ( a cura di Giorgio di Genova, Villa Pellizzari, Lucca) , “Figurazione – Arte di immagini in Lombardia oggi” ( a cura di Giorgio Severo, Museo della Permanente, Milano), “Lilith- l’aspetto femminile della creazione” ( a cura di Maria Luisa Trevisan, Scuderie Aldobrandini per l’Arte, Frascati) Tra le Personali: AustellungWagnerfestenspielen,( a cura della P.S. Galerie, Bayreuth, Germania), “Forme” (Gallery Montague, New York, U.S.A.), “Taci, sulle soglie del bosco non odo..” (Atelier, La Versiliana, Marina di Pietrasanta), “Il corpo” (G.B.Arte, Torre Capitolare, Portovenere), “L’arte e il cibo” (Vienna Hilton, Vienna, Austria), “La seduzione- ossessione e paura nei trattati degli Inquisitori” ( a cura di C. Galimberti, Rocca malatestiana, Montefiore Conca, Rimini), “Carte, tele e tavole” (Galerie Nijove,Diepenheim, Olanda), “La disperatissima sete- otto pièces per Giacomo Leopardi”( a cura di C. Galimberti, Bicentenario leopardiano, Galleria civica, Recanati), “Du-Frau-Mann Uomo-Donna-Tu( a cura di H Handl e A. Simon, Stadtmuseum, Hofheim Am Taunus, Francoforte),”Il corpo e la macchina” ( a cura di Bencivenga Art Gallery, Rampa di Francesco di Giorgio Martini, Urbino), “Il peso della leggerezza” ( a cura di Pier Luigi Senna, Fondazione Matalon, Milano), “Il mistero del corpo” ( a cura di Floriano De Santi, Fondazione Mastroianni, Arpino, Frosinone, Cassino, Veroli, Sora), “La domanda e l’utopia- omaggio alle città invisibili di Italo Calvino” ( a cura di G. Vannucci, Galleria Castiglione, Bologna ).

Inaugurazione: Giovedì 15 Febbraio 2007 – Ore 18.00

Tavola rotonda: Venerdì 23 Febbraio 2007, ore 10.30 presso l’ Archivio di Stato
Lo stupro: L'archetipo di ogni violenza come il diverso che fa paura

Archivio di Stato
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Orari: Da Lunedì al Giovedi: 10 - 18 / Venerdi: 10 - 15; Sabato: 10 - 14 e su appuntamento

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