Galleria PoliArt
Milano
viale Gran Sasso, 35
02 70636109 FAX
WEB
Il marmo e il nero / Il bianco e l'ombra
dal 23/2/2007 al 6/4/2007
mer-ven 16-20 sab 10,30-13 e 16-19,30

Segnalato da

Elisabetta Gennasi




 
calendario eventi  :: 




23/2/2007

Il marmo e il nero / Il bianco e l'ombra

Galleria PoliArt, Milano

Le sculture di Gigi Guadagnucci indagano le energie della natura. Francisco Sobrino e' tra i maggiori esponenti dell'arte cinetica e le sue opere, sia pittoriche che plastiche, sono fondate sulla variabilita' percettiva di strutture modulari.


comunicato stampa

Gigi Guadagnucci / Francisco Sobrino

…è una strana analogia modulare quella che lega
Gigi Guadagnucci considerato dalla critica internazionale (Pierre Courhion, Jean Clair, Claude Riviére) l’ultimo dei grandi scultori moderni. Nella sua lunghissima carriera artistica (l’artista toscano è del 1915) è stato legato da profonda stima ed amicizia ad alcuni tra i maggiori artisti del secolo scorso, come Giacometti, Zadkine, Klein, Tinguely, Marini, Moore, Adam, Lipchitz, Noguchi, Gilioli. Le sculture in marmo di Guadagnucci indagano le energie della natura, mettendo a nudo le forze interne delle montagne da cui provengono, si modulano in ritmiche strutture lamellari, disegnate dal contrappunto di luce ed ombra.
e…
Francisco (Paco) Sobrino tra i maggiori rappresentanti dell’arte cinetica europea. Con Julio Le Parc, Horacio Garcia Rossi e Hugo Demarco diede vita al Grav (Groupe de Recherche d’Art Visuel) di Parigi nel 1960. Le sue opere, sia pittoriche che plastiche, sono fondate, da sempre, sulla variabilità percettiva di strutture modulari, spesso giocate con il bianco e nero. Sobrino è uno sperimentatore di materiali plastici e metallici, con i quali ha approfondito le interrelazioni tra opera e pubblico. La modularità è per l’artista spagnolo (nato a Guadalajara nel 1932) il cardine di una ricerca, che dallo studio concettuale sulla costruzione strutturale giunge sino alla naturalità della percezione umana.

È proprio una certa idea di modularità che lascia accostare due artisti così diversi e lontani tra loro. Si potrebbe quasi parlare, con memoria letteraria, di “eterogenesi dei fini”: un ponte tra il massimo della plasticità naturale di Guadagnucci, realizzata con il materiale scultoreo tradizionalmente più nobile (“la marma” come ama chiamarlo l’artista), e il massimo dell’astrazione percettiva.

Vernissage sabato 24 febbraio alle ore 17

Galleria PoliArt
via Gran Sasso 35 - Milano
Orari di apertura: mer-ven 16-20 sab 10,30-13 e 16-19,30
Ingresso libero

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