La natura morta nell’Italia Settentrionale dal XVI al XVIII secolo. Il 20 aprile Colorno apre le sale restaurate della sua celebre Reggia con una grande mostra dedicata alla Natura Morta in Italia settentrionale.
La natura morta nell’Italia Settentrionale dal XVI al XVIII secolo
Il 20 aprile Colorno apre le sale restaurate della sua celebre Reggia con una grande mostra
dedicata alla Natura Morta in Italia settentrionale.
Evento nell’evento, l’inaugurazione della Mostra e l’apertura della Sale restaurate degli
Appartamenti Ducali coincidono con l’inaugurazione del giardino all’italiana ricostituito, sui
settecenteschi disegni originali, nel magnifico Parco della Reggia.
Tre momenti d’eccezione che, nel loro insieme, segnano la data di rinascita di quella che, nel
momento di massimo splendore, venne considerata come la "Versailles d’Italia".
La Mostra che sottolinea l’importanza di questa storica data, è da considerarsi la più ampia
che in Italia sia stata dedicata alla Natura Morta dopo quella del 1964 tenutasi a Napoli,
Zurigo e Rotterdam.
Allinea ben 130 opere, frutto di una scelta attentissima compiuta da una commissione di
esperti composta da Alberto Cottino, Daniele Benati, Lucia Fornari Schianchi, Giovanni Godi,
Mina Gregori, Alessandro Moranolotti, Mauro Natale, Anna Orlando, Franco Paliaga e Peter
Rosemberg.
Obiettivo della Mostra documentare l’evoluzione del "genere" in Liguria, Piemonte, Lombardia,
Veneto e Emilia Romagna, ovvero nei territorio dell’Italia settentrionale nel momento in cui
l’interesse di artisti e di committenti verso questa pittura si espresse ai massimi livelli. Le
opere sono state concesse da una cinquantina di istituzioni pubbliche e private, non solo
italiane, e documentano l’intensità e la qualità degli scambi culturali tra i diversi territori e tra
essi ed il nord Europa.
La mostra si apre con i precedenti tardo-cinquecenteschi, raccolti in una unica sezione che
comprende opere di artisti fiamminghi presenti anticamente in Liguria e nelle corti
farnesiane, come Joachim Beuckelaer, e le prime risposte "padane" con Vincenzo Campi,
Bartolomeo Passerotti e Annibale Carracci.
La mostra è poi articolata in sezioni regionali, all’interno delle quali sono evidenziati
protagonisti e comprimari.
Alla Lombardia di Fede Galizia, Panfilo Nuvolone, Evaristo Baschenis e Giacomo Ceruti, si
affianca l’Emilia di Paolo Antonio Barbieri, Pier Francesco Cittadini, Felice Boselli, Giuseppe
Maria Crespi e Carlo Magini.
Se in queste due regioni le connessioni sono costanti nel tempo, in Liguria si assiste ad una
apertura verso le Fiandre più che ai rapporti con i territori confinanti. Ecco allora pittori come
Jan Roos e Giacomo Legi, che con la loro intensa attività genovese, costituirono i precedenti
fondamentali per la nascita di maestri locali specialisti in questo genere quali Anton Maria
Vassallo e Bartolomeo Guidobono.
La passione collezionistica della Corte Sabauda ed e in particolare di Carlo Emanuele I,
decreta il successo, in Piemonte, della Natura Morta. Tra i protagonisti, Carlo Lanfranchi,
artista dalla sofisticata cultura, di cui la mostra allinea ben cinque opere, accanto ad una
selezione di altre di Octavianus Monfort, Giuseppe Antonio Pianca, Pietro Domenico Olivero
(sua la sorprendente Cuoca) e Michele Antonio Rapous.
Il settore riguardante il Veneto offre uno spaccato significativo dell’evoluzione del gusto e del
mercato della pittura di natura morta non solo in ambito locale ma anche nel resto d’Italia.
Venezia era, infatti, crocevia di scambi culturali tra il nord e il sud dell’Europa e centro
commerciale di importanza strategica anche nell’approvvigionamento di opere d’arte. Tra
Cinque e Seicento in città risultano attivi numerosi artisti "ponentini e foresti", interpreti
eccellenti del "genere", che contribuirono al suo straordinario successo, influenzando anche
gli artisti locali.
Data la vastità dell’argomento, si sono volutamente esclusi i pittori unicamente specializzati
nella pittura di "fiori", meritevoli di una esplorazione specifica.
FASTO E RIGORE. "La Natura Morta in Italia Settentrionale dal XVI al XVIII secolo" Reggia
di Colorno (Parma), dal 20 aprile al 25 giugno 2000. Orari 9.30- 18.30 tutti i giorni
escluso il lunedì. Tel. 0521.312545.
Ingresso: interi lire 12.000, ridotti lire 10.000 (oltre 65 anni, studenti universitari, comitive
adulti oltre 15 unità ), lire 7.000 (militari di leva, ragazzi 6-18 anni).
Mostra promossa dal Comitato per la promozione della cultura e delle Residenze Farnesiane
di Parma, organizzata da Aicer spa, a cura di Giovanni Godi.
Catalogo Skira a cura di Giovanni Godi, con interventi di Giovanni Godi, Anna Orlando,
Alberto Cottino, Alessandro Morandotti, Daniele Benati, Franco Paliago, Alberto Crispo.
Per informazioni e prenotazioni: fino al 20 aprile tel.051/264660; dal 21 aprile 2000
tel.0521/312545
Ufficio Stampa: Studio Esseci, Sergio Campagnolo, tel. 049.663499 fax 049.655098
PROSSIMO APPUNTAMENTO ALLA REGGIA DI COLORNO:
Autunno 2001: "LANFRANCO"