Antologica. La ricerca complessa ed originale dell'artista e' da sempre volta agli equilibri della costruzione e all'attenzione per l'uso di materiali e metalli come il cemento armato e il ferro. Esposte le opere piu' recenti: gli Spazicemento, i Muri di cemento e le Architetture, assieme ad alcuni lavori storici, Mattoni, cementarmato e Dimora.
Antologica
Giovedì 1 marzo a Milano, da Giò Marconi e Christian Stein e sabato 3 marzo a Bergamo, alla Galleria Fumagalli, verrà inaugurata una tripla mostra di Giuseppe Uncini che, a cinque anni di distanza dalle importanti personali del settembre 2002, tenutesi nelle due sedi milanesi, ripropone un nuovo percorso antologico dedicato all’artista.
La ricerca complessa ed originale di Uncini è da sempre volta agli equilibri della costruzione e all’attenzione per l’uso di materiali e metalli come il cemento armato e il ferro. Nel 1958 crea il suo primo Cementoarmato, opera/oggetto costruita con il cemento che concretizza e materializza lo spazio e il segno, il segno come presenza, lo spazio come misura, non più “un quadro rappresentante” ma un oggetto “autosignificante”. Dal 1962 al 1965 i Ferrocementi, opere in cui il tondino di ferro disegna sulla superficie neutra della gettata di cemento un gioco di contrapposizione spaziale tra linea e superficie. Seguono nel 1965 le Strutturespazio, oggetti geometrici in acciaio o in alluminio lucido in cui Uncini sperimenta in modo specifico la tridimensionalità che lo porta alla successiva ricerca, le Ombre in cui l’artista costruisce materialmente sia l’oggetto che la sua ombra. Del 1968 è la Porta aperta con ombra realizzata su committenza di Palma Bucarelli da installarsi a divisione di due ambienti della Galleria Nazionale di Roma. Nasce poi la serie di opere dei Mattoni, muri, colonne, archi, portali,.. costruiti con il modulo essenziale del mattone che si confrontano con le loro ombre di cemento. Dalla fine degli anni Settanta le Dimore, edifici, porte, finestre, soglie e la loro ombra, sculture-contenitori che rappresentano il grande atto dell’abitare. La ricerca dell’artista prosegue nel 1987 con gli Spazi di ferro, opere in cui griglie di ferro definiscono un possibile spazio fra due o più volumi, seguono nel 1993 gli Spazicemento,, poi i Tralicci, i Muri di cemento e le Architetture, nelle quali indica nuovamente quali sono i suoi modi primari del costruire.
Da Christian Stein saranno presentate una grande Architettura del 2007 e una selezione di opere su carta dagli anni Sessanta ad oggi.
Da Giò Marconi, quattro grandi opere, Sedia con ombra e Finestra con ombra del 1968 e due Dimore del 1982, un gruppo di tecniche miste su carta, studi relativi alle ombre e alle dimore . Alla Galleria Fumagalli, saranno esposte le opere più recenti di Uncini, gli Spazicemento, i Muri di cemento e le Architetture con alcuni lavori storici, Mattoni, Cementarmato e Dimora.
La galleria Fumagalli di Bergamo, la Giò Marconi e la Christian Stein rappresentano l’opera di Uncini.
A partire dal 2008 sono in programma tre importantissime mostre di Giuseppe Uncini, a Graz, presso la Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, al Museum fur Neue Kunst di Karlsrhue e al Mart di Rovereto.
Breve nota biografica
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano nel 1929. Nel 1953 si trasferisce a Roma su invito dello scultore Mannucci che lo accoglie nel suo studio dandogli la possibilità di frequentare Afro, Burri, Cagli, Capogrossi, Colla, De Kooning, Leoncillo, Marca Relli e Turcato. Nel 1957 inizia il ciclo di opere chiamate Terre, tavole realizzate con oli e tempere, tufi, sabbia, cenere e terre. Ma la svolta nell’evoluzione artistica di Uncini è nel 1958, con la creazione del primo Cementarmato, opera/oggetto costruita con il cemento. Si susseguono diverse mostre che vedono riunita la così detta Giovane scuola romana: Uncini, Festa, Lo Savio, Angeli e Schifano. La prima importante personale è del 1961, alla Galleria l’Attico di Roma. Nel 1962, con Biggi, Carrino, Frascà, Nato, Pace e Santoro fonda il Gruppo Uno, scioltosi nel 1967. La ricerca di Uncini prosegue dal 1962 al 1965 con i Ferrocementi, dove il cemento gettato crea superfici neutre ed il tondino in ferro disegna su di esso un gioco di contrapposizione spaziale tra linea e superficie. Segue nel 1965 il gruppo di lavori Strutturespazio, che saranno poi presentati alla XXXIII Biennale di Venezia del ’66. Si tratta di oggetti geometrici in acciaio o alluminio lucido che nella loro tridimensionalità scultorea fanno da precursori delle grandi installazioni successive, le Ombre in cui l’artista costruisce materialmente sia l’oggetto che la sua ombra.
Nel 1968 Palma Bucarelli gli commissiona la Porta aperta con ombra che sarà esposta a divisione di due ambienti nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Gli incontri con la Galleria Christian Stein a Torino (personali nel 1968, 1971 e 1975) e con lo Studio Marconi a Milano (personali nel 1973, 1976, 1980 e 1995) segnano una tappa importante nella carriera dall’artista. Nasce poi la serie di opere dei Mattoni, la cui massiccia presenza architettonica dialoga e si confronta con la propria ombra, anch’essa costruita e resa volume. Gli anni ’80 sono segnati dalle Dimore, superfici che danno l’idea di un paesaggio architettonico: edifici, porte, finestre, soglie e loro ombra portata. Nel 1984 Uncini è ancora presente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1990 partecipa alla rassegna L’altra scultura a Madrid, Barcellona e Darmstadt. Con le opere Spazicemento nel ‘94 Uncini inizia la collaborazione con la Galleria Fumagalli di Bergamo. Prosegue il suo lavoro con la serie dei Tralicci e dei Muri di cemento, opere che rimandano alla storica serie dei Cementarmati riprendendone l’essenzialità e il rigore.
Nel 1999 espone al PS1 di New York in Minimalia. Nel 2001 un’importante retrospettiva sul lavoro di Uncini si tiene alla Stadtische Kunsthalle di Mannheim. Sempre del 2001 è la partecipazione alla mostra La scultura italiana del XX secolo che, in occasione de L’anno dell’Italia in Giappone 2001, ha fatto tappa in cinque musei: Yokohama Museum of Art, Yokohama; Kagoshima City Museum of Art, Kagoshima; The Museum of Modern Art, Ibaraki; Museum of Contemporary Art, Sapporo e Shimane Art Museum, Shimane. Nel settembre 2002 sono allestite due importanti personali a Milano alla Galleria Christian Stein ed alla Galleria Giò Marconi, mentre a cavallo tra il 2002 ed il 2003, la Galleria Fumagalli di Bergamo, accanto ad alcuni pezzi storici propone una serie di gioielli in oro, argento e brillanti, realizzati con la tecnica della fusione a cera persa. Nel mese di maggio del 2003 Giuseppe Uncini partecipa alla mostra Nella Materia. Dal Futurismo a Kiefer alfabeti nell’arte del Novecento. Da Burri A Kounellis metalli e ossidazioni alla Permanente di Milano.
Nel novembre 2004 prende parte ad Autobiografia di una Galleria. Lo Studio Marconi 1963/1992 allestita negli spazi della Fondazione Marconi a Milano ed è presente anche alla mostra AAVV: 30 nella sede rinnovata della Galleria Fumagalli a Bergamo. L’anno 2005 vede l’artista impegnato nelle più grandi esposizioni collettive nazionali: Un secolo di arte italiana, a cura di Volker Feierabend al MART di Rovereto, La scultura italiana del XX secolo alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano e Burri, gli artisti e la materia 1945-2004 alle Scuderie del Quirinale di Roma. Nel 2006 importantissime le partecipazioni alla XII Biennale di Scultura di Carrara e alla XII Biennale d’Arte Sacra Contemporanea, presso il Museo Stauròs d’Arte Sacra Contemporanea, Santuario di San Gabriele.
Giuseppe Uncini vive e lavora a Roma e a Trevi (PG).
Inaugurazione: sabato 3 marzo 2007, h 18
Galleria Fumagalli
Via Giorgio E Guido Paglia, 28 - Bergamo
orario: da martedì a sabato 10-12.30; 15.30-19.30. Domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero