Una ricerca seguita da molti anni nei lavori su carta orientale che -per mezzo dell'antica tecnica della china - si esplicitano in un linguaggio del tutto contemporaneo, un'ermetica "scrittura prima della scrittura".
Messaggi subliminali
Tre diverse tipologie di lavori formano il corpus della mostra Messaggi subliminali, personale dell’artista sud coreana (italiana d’adozione) presentata nello spazio di offiCina a Pechino.
A sintetizzare una ricerca seguita da molti anni sono alcuni lavori su carta orientale che -per mezzo dell’antica tecnica della china- si esplicitano in un linguaggio del tutto contemporaneo, ai confini tra immagine esclusivamente visiva e una ermetica ‘scrittura prima della scrittura’. Rinunciando a qualsiasi intento narrativo, l’artista traccia linee orizzontali che negli anni hanno subito mutamenti e si sono intensificate evidenziando -come lei stessa afferma- la sua “necessaria e continua attenzione alle ‘variazioni minime’”. In questi lavori incentrati sulle molteplici possibilità della linea, al confine tra pittura e calligrafia e simili a spartiti musicali, si compie l’itinerario rituale dell’artista alla ricerca del proprio equilibrio. Le linee non sono mai identiche ma presentano continue variazioni di densità. Il tratto non tocca mai il bordo della tela e prosegue senza soluzione di continuità con la leggerezza di un funambolo sospeso in bilico nel vuoto. Di qui la necessità di concentrarsi per non cadere. Senso di bilico e desiderio di equilibrio sono naturali anche per la sua condizione ‘dislocata’ di artista orientale che vive da anni in occidente. Perciò queste opere presuppongono estrema concentrazione tanto che Oan Kyu ha foderato di carta le finestre del suo studio vicino al Pantheon.
L’atmosfera di raccoglimento e l’attenzione agli scarti minimi emergono inoltre in due serie di immagini fotografiche. La prima, formata da un numero di autoscatti in controluce, elaborati a stampa lambda su alluminio, attesta quanto Oan Kyu si immedesimi col proprio lavoro divenendone parte integrante. Gli scatti fotografici registrano piccole variabili in una successione di gesti dell’artista che si sviluppano lungo partiture orizzontali.
L’altra serie, Di segni di strada, proiettata in una sequenza di fermi/immagine, mette a fuoco i segni di un dramma quotidiano che ha luogo nelle strade delle nostre città, tra le classi sociali più emarginate, nella richiesta di ‘un piccolo aiuto’ espressa attraverso messaggi scritti e umili gesti. Sono foto scattate a Roma nel tragitto da casa dell’artista al suo studio captando codici della città che i più non si fermano ad ascoltare. Abbassando lo sguardo tra le trame geometriche delle antiche strade in pietra di Roma si genera un’atmosfera sospesa che focalizza l’attenzione dell’artista sulle mute presenze, sulle variabili irregolari e traduce il suo viaggio quotidiano in esperienza meditativa.
Il video inedito Allegro ma non troppo mette in scena una micro-narrazione riproponendo un enigmatico colloquio non tra persone ma oggetti che si incontrano nel fiume che attraversa la città eterna. Sfuggiti al controllo, dilavati dal continuo movimento dell’acqua come pietre levigate dalle onde, beni di consumo quotidiano confluiscono in quel punto del fiume e vi si soffermano, si separano, si toccano e si ricongiungono. Vengono trattenuti da una piccola cascata, danzano, si agitano, si ribaltano.
Come suggerisce il titolo della mostra, le opere di Oan Kyu vanno ‘lette tra le righe’. Più che viste, vanno sentite. Vi si esprime il bisogno di permettere al segno di compiere delle deviazioni imprevedibili dalla linea retta. Lungo questa linea si compie un continuo esercizio di equilibrio, un moto perpetuo simile all’acqua, un avanzare verso direzioni sconosciute, un’intensa armonia musicale in un orizzonte estetico essenziale caratterizzato da un totale azzeramento retorico.
L’artista sara’ presente all’inaugurazione a Pechino.
OffiCina
2 jiuxiangqiao road, factory 798, chaoyang district - Pechino
Ingresso libero