1/9 unosunove arte contemporanea
Anatomy. Dipinti recenti che riflettono su questioni legate alla nostra condizione mortale, pur non risultando mai aspri o malinconici. Non trattano di disperazione o futilita', ma svelano paure circa l'inevitabile futuro. Le tele usate sono coperte da vecchie cartine scolastiche che emergono, a tratti, in superficie.
Anatomy
Come Ulisse ritorna a casa, Paul Harbutt ritorna su queste sponde carico di sorprese dopo una lunga assenza. Molto è cambiato dalle esuberanze giovanili che caratterizzarono la sua prima mostra personale a Roma nel 1976. Le sue nuove opere vibrano di originalità grazie ad un uso sorprendente di nuovi materiali. Un sapiente controllo intensifica ogni sfumatura di questi originali lavori. L’ironia, come alcuni dei materiali utilizzati, mitiga/stempera l’intensità di alcuni dei temi di sottofondo più seri. Oscillando tra emblemi geroglifici, affreschi e cartelle anatomiche, queste opere sono schizzate di umorismo e di un ironia mordente.
Questi recenti lavori riflettono su questioni della nostra mortalità ma non risultano mai aspri o malinconici. Non trattano di disperazione o futilità, ma dello svelare le paure nei confronti dell’inevitabile futuro. In modo poetico e divertente Harbutt dimostra come la vita sia scioccante e meravigliosa allo stesso tempo e come la morte possa essere piena di possibilità infinite e sorprendenti. Paul Harbutt si spinge fino a chiedersi se si tratta di una vera e propria fine o solo dell’inizio di una nuova Odissea, in cui tutto è ridotto alla sostanza fondamentale e riplasmato e riutilizzato eternamente.
Le tele usate sono coperte da vecchie cartine scolastiche. Quando l’immagine del dipinto è eccessivamente descritta, delle eco di queste cartine emergono in superficie. Strutture di cellule, parti anatomiche, tabelle scientifiche sono gli elementi che Harbutt lascia sopravvivere nel dipinto finale. Riaffermano l'idea che mentre la vita passa e si decompone essa si reinventa continuamente con una chiarezza rinfrescante. Con grande aplomb Harbutt salta avanti e indietro, a destra e a sinistra nella storia dell'arte. Niente è sacro. Ogni stile e movimento sono un gioco per questo superbo ed alchemico atto da giocoliere tenuto in riga da una mano virtuosa che riesce a mescolare tanti elementi in una complessa ma chiara immagine.
Inaugurazione: 1 marzo 2007
1/9 unosunove arte contemporanea
Via degli Specchi, 20 - Roma
Ingresso libero
...........................english
Like Odysseus returning home, Paul Harbutt returns to these shores after a long absence, laden with surprises. His work has come a long way since his youthful exuberances that were exhibited here in Rome during his first one-man show in 1976. These new works are packed with originality and a startlingly refreshing use of new materials. Masterly control enhances every nuance of these original and charged works. Irony abounds and tempers the weight of some of the more intense and serious underlying subject matter, as do the materials used in many of the works. Morphing between hieroglyph, fresco, or anatomical chart, these paintings are splashed with humor and biting irony. A real English stew!
Whilst the many varied themes of Harbutt's recent work often reflect issues of our own mortality, they could never for a moment be considered melancholic. They are not about despair or futility, but seek to draw back the curtain on fear of the inevitable future. With humor, poetry and beauty, Harbutt shows us that life is both shocking and wonderful at the same time. Death can be full of sparkling, existential and infinite possibilities. Harbutt's work dares to ask if it is the absolute end, or the beginning of a new Odyssey, where all is reduced to fundamental matter to be perpetually reshaped and reused.
The canvases Harbutt has used for his message are covered with old scholastic charts. When the image of the painting is decisively described, echoes of these charts float to the picture surface. Cell structures, anatomical parts, scientific tables and such are the remaining fragments that Harbutt leaves to be seen in the final painting. They reaffirm that whilst life is constantly disintegrating and decaying, it also continually reinventing itself with refreshing clarity. With masterly aplomb Harbutt skips back and forth, and left to right in art history. Nothing is sacred. All movements and styles are game for Harbutts superb alchemic juggling act. His virtuosity allows him to frequently mix many elements into a complex but clear image.
Opening: march 1, 2007
1/9 unosunove arte contemporanea
Via degli Specchi, 20 - Roma
free admission