Interno Rem comprende una ventina di opere recenti. Una delle sale della galleria presenta una selezione di grandi teste a smalto su laminato plastico. Nell'altra stanza viene invece esposto un nuovo e inedito ciclo di pitture.
Interno Rem
Interno Rem comprende una ventina di opere recenti di Massimo Pulini. Una delle sale della galleria presenta una selezione di grandi teste a smalto su laminato plastico, che proseguono il percorso a metà strada tra scienza e poesia, contraddistinto dalla suggestione verso l’acceso cromatismo della termografia, capace di rilevare e di separare in laghi colorati, le masse calde e fredde dei corpi. Nell’altra stanza viene invece esposto, un nuovo e inedito ciclo della pittura dell’artista. Una serie di dipinti con figure intere o a mezzo busto, che si raccolgono come album di ricordi, immagini private di una cosmologia e di un’avventura domestica. Un itinerario di affetti dove le persone ritratte, sono colte nel momento dell’abbandono, accovacciate su letti o sprofondate su divani che sembrano zattere in mare aperto. Questi naufraghi domestici sono a volte in compagnia di animali, che mantengono il candore del pelo, a differenza del terremoto di colori, che investe la carne degli uomini. Il riferimento del titolo è in relazione alla fase rem del sonno umano, quella dove compaiono i sogni e dove i nostri occhi addormentati sotto le palpebre, continuano a compiere movimenti rapidi e misteriosi (da qui la sigla: Rapid Eye Movements) che sembrano seguire le azioni vissute a livello onirico.
Questa fase è anche detta “sonno paradosso”, per l’attività cerebrale che sviluppa immagini e avvenimenti e per il segreto andamento dello sguardo che crepita intorno al film che noi stessi stiamo girando, in contrasto con la naturale rilassatezza di tutti gli altri muscoli.
A questo sguardo rivolto all’interno, verso un paesaggio inconscio e a volte irraggiungibile persino per i sognatori, che al loro risveglio non ricordano il sogno, è dedicata la mostra. E agli occhi celati da un pensiero scavato e custodito nel mistero della vita comune è votata l’ultima ricerca di Pulini, che da qualche anno ha abbandonato il terreno amato della storia dell’arte, da cui estraeva appassionate citazioni, per quello calpestato e plasmato dal passo dei vivi.
Massimo Pulini nato a Cesena nel 1958, conduce un’intensa attività d’artista e di ricercatore storico. E’ titolare della cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha pubblicato una trilogia di libri – Il secondo sguardo, La mano nascosta, La parte muta – sui temi artistici della copia, dell’anonimato, del non finito e curato diverse esposizioni dedicate alla pittura emiliana del seicento. Come artista, dal 1975 a oggi ha tenuto numerose mostre in spazi privati e musei internazionali. Nel 2006 è stato invitato dall’Italian Cultural Institute di Londra a tenere una importante personale, dal titolo ‘Diacromie ( dialoghi e derive )’.
Opening: Sabato 3 marzo 2007 ore 18
L’Ariete Artecontemporanea
Via Marsili 7 - Bologna
Orario: feriali 15.30–19.30 o su app.