In mostra una selezione di opere fotografiche dalla serie intitolata Conceptual Forms, a sua volta suddivisa in Mathematical Forms e Mechanical Forms. Le immagini hanno come soggetto modelli tridimensionali in gesso o metallo, sviluppati negli istituti di ricerca matematici universitari nell'800. L'interesse per la trasfigurazione di un oggetto di uso puramente scientifico e' presente nell'opera di Sugimoto fin dagli inizi.
Personale
Per la terza mostra personale di Hiroshi Sugimoto allo Studio Guenzani verrà presentata una selezione di opere fotografiche dalla serie intitolata Conceptual Forms, a sua volta suddivisa in Mathematical Forms e Mechanical Forms. Le fotografie, realizzate nel 2004 e mai esposte in Italia, hanno come soggetto modelli tridimensionali in gesso o metallo, sviluppati negli istituti di ricerca matematici universitari nell’ottocento.
Un gruppo di questi modelli, custoditi nel Museo dell’Università di Tokyo, sono alla base del lavoro fotografico di Sugimoto in mostra. Mathematical Forms sono fotografie di modelli tridimensionali in gesso che venivano usati per fornire una rappresentazione visuale di complesse funzioni matematiche, realizzati in Germania nella seconda metà dell’ottocento fino ai primi del novecento.
Le fotografie denominate Mechanical Forms rappresentano invece i modelli meccanici usati per dimostrare i funzionamenti di base dei macchinari industriali, realizzati in Inghilterra alla fine dell’ottocento. Tutte le fotografie hanno lo stesso angolo di ripresa quasi frontale, dal basso. Le forme, soprattutto quelle in gesso, ci appaiono come sinuose sculture astratte, rese sensuali da un morbido gioco di luce-ombra, private dei loro riferimenti dimensionali. L’interesse per la trasfigurazione di un oggetto di uso puramente scientifico è presente nell’opera di Sugimoto fin dagli inizi. Negli annii ’80, fotografando i “diorama” al museo di Storia Naturale di New York, l’artista aveva trasformato le rappresentazioni scientifico-pedagogiche della natura in immagini che sembravano provenire da un set cinematografico vagamente surreale. Una messa in scena, quella dello scatto fotografico, che raddoppiava la distanza tra il soggetto e la realtà che esso voleva rappresentare rendendolo unico, catalizzatore di immaginario. Ora, le forme tridimensionali e i modelli meccanici subiscono la stessa sorte, nati per rendere più reali concetti matematici o fisici astratti, essi perdono la loro utilitaristica funzione e acquistano nella rappresentazione fotografica tutto il mistero che sta nella pura forma, nella pura grammatica della visione.
Nella breve prefazione al catalogo della sua mostra alla Fondation Cartier pour l’Art Contemporain del 2006, Sugimoto parla del suo interesse per le forme di gesso e meccaniche in quanto esse sono state create senza alcun intento artistico. “…L’arte è possibile senza intenzione artistica e può essere migliore senza di essa…” egli dice, ma il passaggio fondamentale, ciò che aumenta inverosimilmente la distanza tra le forme ritratte e la formula matematica o fisica è sicuramente frutto se non di un’intenzione, di una visione, quella dell’artista, che dona ai suoi soggetti un’ ulteriore possibilità.
Hiroshi Sugimoto è nato a Tokyo nel 1948. Ha studiato allo St. Paul's University di Tokyo e all'Art Center College of Design di Los Angeles, specializzandosi in diverse discipline, dalla storia dell'arte, all'antiquariato, alla fotografia. Dal 1974 vive e lavora a New York.
Inaugurazione: 26 marzo 2007
Studio Guenzani
via Eustachi 10 - Milano
Orari: dal martedì al sabato: dalle 15 alle 19.30, la mattina su appuntamento
Ingresso libero