Antiche Stanze di Santa Caterina
Prato
via di Santa Caterina, 17
0574 1835025

Vinicio Berti
dal 9/3/2007 al 13/4/2007
S. caterina 10-13 15-18 (chiuso martedi e festivi). Sede provinciale:dal lunedi al venerdi - 8.30-13 14.30-18
0574 1835027

Segnalato da

Marco Giachetti




 
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9/3/2007

Vinicio Berti

Antiche Stanze di Santa Caterina, Prato

Opere 1949-1990. Una retrospettiva a cura di Marcello Ciccuto. L'artista, protagonista della corrente dell'astrattismo italiano, passa attraverso vari cicli dove mostra una grafia libera e sempre maggiore evidenza di collegamenti tra linee e piani di colore.


comunicato stampa

Opere 1949-1990

Nasce dalla collaborazione tra CONFARTE, la Commissione Culturale di Confartigianato Imprese Prato e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Prato la grande retrospettiva dedicata a Vinicio Berti, uno dei più importanti pittori del Novecento. L’evento caratterizzerà la vita artistica pratese a partire dai primi giorni di marzo e si articola in due mostre che si svolgeranno nelle Antiche Stanze di S. Caterina (inaugurazione il 10 marzo) e nei locali della Sede Provinciale di Confartigianato Imprese Prato (inaugurazione 17 marzo).
Vinicio Berti, uno dei principali protagonisti della corrente dell’astrattismo italiano, nasce a Firenze nel 1921. Così il critico e curatore della mostra pratese Michele Ciccuto definisce la sua forma espressiva: “In un contesto relativistico di superba modernità ideativa, con un mondo del divenire dominato dal sorgere imprevedibile di contingenze, Berti afferma dunque un preciso rovesciamento dell’estetica tradizionale e dei suoi presunti propositi di riconoscere nella vita un permanere di identità”.

Dopo gli studi tecnico industriali e artistici esordisce nella pittura nei primi anni quaranta con opere che nel loro realismo espressionista riflettono il clima drammatico del conflitto bellico che si sta vivendo in quel periodo. Passata l’esperienza del giornale “Il Torrente”, creato assieme a Brunetti, Farulli, Nativi ed al poeta Caverni, fonda nel 1947, con alcuni amici pittori fiorentini, il gruppo di “Astrattismo Classico”. Assieme a Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti, co-fondatori del gruppo, organizza varie mostre collettive. Al termine di questa breve esperienza vede la luce un vero e proprio Manifesto che raccoglie le posizioni degli artisti artefici del progetto e dà l’avvio a un nuovo ciclo per l’arte contemporanea: la fine della distruzione, l’inizio della costruzione. La disgregazione del gruppo non impedisce comunque a Berti di continuare il percorso artistico intrapreso, ampliando e sviluppando le possibilità espressive dell’astrattismo classico nel contenuto e nella forma. Passa attraverso vari cicli, dove mostra una grafia più libera e di maggiore evidenza di collegamenti tra linee e piani di colore. All’attività nel campo artistico affianca quella di illustratore e vignettista.

E’ noto soprattutto per i fumetti con le storie di Chiodino e Atomino apparsi sulle pagine de “Il Pioniere” e “Il Pioniere dell’Unità” e per la sua reinterpretazione del personaggio di Pinocchio. “Quando oggi – ricorda l’ assessore alla cultura del Comune di Prato, Andrea Mazzoni - mi incanto ad ammirare le geometrie, le linee di forza, i contrasti cromatici, le vibranti prospettive ascendenti e materico/dinamiche delle opere di Vinicio Berti, nella mia mente finisce per fare sempre capolino il faccione tondo tondo, sorridente e con quella specie di antenna in capo del suo celebre personaggio a fumetti”. L’artista muore nella sua Firenze nel 1991, ma “il tempo è galantuomo – constata Mazzoni – e Vinicio Berti ha conquistato in maniera indiscussa un posto importante nella vicenda della pittura contemporanea e non vi è più alcuno che non riconosca al suo astrattismo vigorosamente strutturato e al tempo stesso lirico, una capacità di aderire in modo autentico alla realtà profondamente dialettica della vita, avendo egli interpretato al meglio, con intuito e grande libertà, il senso vero di questo inquieto addensarsi di spazi, linee, forme, parole, masse, segni, luci, ombre che è il nostro mondo”.

UN PO’ DI STORIA DELL’ASTRATTISMO

“L’arte non è teoria, almeno alla sua origine, per l’artista operante, ma pratica; e dal punto di vista del lettore, dello spettatore, non è rappresentazione, ma fatto. L’artista interviene nella realtà, la sua parola rivolta agli uomini tende a modificare quella realtà: di questa sua parola, di questo suo intervento egli è responsabile.”
Inizia così il Manifesto dell’astrattismo classico, redatto nella primavera del 1950 dal filosofo Ermanno Migliorini al tavolo di sala della sua casa di Via Romana a Firenze, come racconta Leopoldo Paciscopi, alla presenza di Berti, Brunetti, Monnini, Nativi e Nuti. La particolarità sta nel fatto che il “Manifesto, una poetica dell’astrattismo” (titolo originale del documento), presentato nel giugno 1950 durante una mostra dei firmatari, nasce paradossalmente al termine dell’esperienza di questi giovani pittori e contiene tutte le motivazioni che portarono, in parallelo con le esperienze di Roma e Milano, culle dei gruppi FORMA e M.A.C. (Movimento Arte Concreta), alla creazione di un movimento che voleva rompere col passato, ma in modo intelligente e costruttivo. Leggiamo infatti più avanti nel “Manifesto”: “…Per questo, fin dal 1947, ci siamo posti su un’altra strada con sicurezza. Esaurita l’esperienza distruttiva, dovevamo ricominciare da capo, tracciare di nuovo sinceramente una linea.

La nostra ricerca era bruciata al fuoco della lotta, la nostra sincerità di pittori non poteva essere messa in dubbio. Ci orientavamo con nebulosi concetti, si parlava di simboli: dinanzi a noi c’era il vuoto, il quadro, la parete bianca. Ma anche la certezza di poter esprimere la sintesi di un mondo nuovo in organizzazione. E presto il nostro linguaggio si chiarì, la casuale morfologia si articolò in sintassi: e per dichiarare il modo del nostro intervento ci impegnammo a costruire forme nuove di un mondo nuovo….” Quei giovani artisti volevano tentare con acceso entusiasmo di riformare l’arte italiana con la loro forma speciale di astrattismo che avrebbe dovuto coincidere con un rinnovamento anche nella società, principalmente nel campo della politica. Ma fu proprio la politica a tradire i loro sinceri ideali e soprattutto la loro nuova forma d’arte. Famose sono rimaste le parole pronunciate da Palmiro Togliatti, durante una visita a Palazzo Strozzi nel giugno del 1949, a Gualtiero Nativi ed i suoi compagni: “Bravi, bravi, ma certo, dite la verità, vi piacerebbe anche a voi, oggi, dipingere come facevano quelli del piano di sopra?”. Al piano di sopra, in Palazzo Strozzi, in quei giorni era in corso la grande mostra della pittura fiorentina del quattrocento.

Rispetto al M.A.C. di Milano ed il FORMA di Roma la vita del gruppo fiorentino fu molto breve e si esaurì tra il 1947, anno in cui si tenne la prima mostra alla Galleria Firenze di via Cavour a Firenze dal titolo “Contenuto e forma di una nuova realtà”, ed il 1950. Non di meno accadde per il FORMA che vide la luce nel 1947 e si sciolse nel 1951. Ebbe vita più lunga invece il M.A.C. (Movimento Arte Concreta) costituito nel 1948 e andato avanti per altri 10 anni. Ha scritto Ermanno Migliorini di questi artisti:
“La semplificazione dei valori plastici compiuta da questi pittori è in definitiva un tentativo di creare per mezzo di forme semplici e riconoscibili da tutti, esatte geometricamente e cromaticamente, un linguaggio universale”
“….questi giovani tendevano a concretare una diffusa aspirazione a un linguaggio nuovo ed attuale, non più limitato ad esigenze individuali….., ma destinato in un domani più o meno lontano a svilupparsi in una sua ben definitiva funzionalità e su più larghe basi di rispondenza popolare.”

Nelle sedi delle mostre sarà disponibile un catalogo che raccoglie tutte le opere esposte.

ANTICHE STANZE DI S. CATERINA
Via S. Caterina 17 – PRATO Tel. 0574/1835027
Dal 10 marzo al 1° aprile 2007
Orari: 10-13 15-18 (chiuso martedì e festivi)

SEDE PROVINCIALE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE PRATO
Viale Montegrappa 138 – PRATO Tel. 0574/51771
Dal 17 marzo al 25 maggio 2007
Orari: dal lunedì al venerdì – 8.30-13 14.30-18

Ingresso libero

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Piero Nincheri
dal 9/10/2009 al 30/10/2009

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