Galleria Il Ponte
Firenze
via di Mezzo, 42b
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Ben Vautier
dal 9/3/2007 al 28/4/2007
16/19.30 – chiuso lunedì e festivi

Segnalato da

Galleria Il Ponte



approfondimenti

Ben Vautier
Andrea Alibrandi



 
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9/3/2007

Ben Vautier

Galleria Il Ponte, Firenze

L'arte del limite o il limite dell'arte. Una personale dedicata ad uno dei personaggi di maggior rilievo per la diffusione delle teorie trasgressive di Fluxus. L'artista usa la sua scrittura dal tratto infantile per indicare tutto cio' che e' arte, e allo stesso tempo per farlo assurgere ad un concetto astratto. A cura di Andrea Alibrandi.


comunicato stampa

L’arte del limite o il limite dell’arte

a cura di Andrea Alibrandi

La galleria Il Ponte continua la stagione espositiva con una personale dedicata ad uno dei personaggi di maggior rilievo per la diffusione delle teorie trasgressive di Fluxus, maestro “…nel gioco sistematico delle annessioni all’universo dell’arte di tutto ciò che sembrerebbe esserne fuori…” Vautier usa la sua scrittura dal tratto infantile per indicare tutto ciò che è arte, e allo stesso tempo per togliere ad ogni oggetto indicato la propria fisicità, per farlo assurgere ad un concetto astratto.

La mostra sviluppa appunto il tema del limite dell’arte per cui, seguendo e opponendosi ad un tempo alla tradizione duchampiana, Ben mette in discussione ogni confine riguardo a cosa si possa intendere per manufatto dell’artista, ma in questo gioco spericolato ad alzare sempre più la posta riguardo a cosa si possa considerare arte, dato che tutto quanto venga toccato dalla mano e dal segno-scrittura dell’artista diviene tale, esiste il rischio opposto ossia l’annullamento del senso stesso dell’arte. Ben corre sempre questo rischio ed ecco che la sua diventa anche l’arte del limite: giocando con ferocia e apparente sprezzo del pericolo sul ciglio del completo azzeramento di valori.

La mostra costruita su questo tema nodale nel lavoro di Ben si compone di tele, carte, oggetti soliti e inattesi che l’artista riscatta e rimuove dalla memoria del passato per farne testimonianza di un pensiero apparentemente privo di limiti che gioca sempre sull’azzardo.

Nota biografica

Ben Vautier nasce nel 1935 a Napoli da madre occitano-irlandese e padre svizzero-francese e nel 1949 si trasferisce a Nizza, dove continua a lavorare, dopo aver vissuto in diversi paesi: Turchia, Egitto, Grecia e Svizzera. Due anni dopo lascia la scuola, lavora in una libreria per quattro anni, comincia a diventare un collezionista di antiquariato. Negli anni ’50 inizia la sua produzione pittorica segnata dall’astrattismo esercitata inizialmente nella mansarda de “Le Nain Bleu”, la libreria nizzarda dove è commesso. Nel 1954 apre un negozio di dischi usati “Magazin” che dopo pochi anni (rinominato poi “Ben Doute de Tout Gallery” ), nel 1959 - anno in cui fonda anche il giornale “Ben Dieu” - trasforma in un luogo di incontro per persone che desiderano esporre e indagare oggetti nuovi.

Agli inizi degli anni ’60 si avvicina agli ambienti del Nouveau-Rèalisme ( diventando membro attivo dei Nuovi Realisti - Scuola di Nizza) soprattutto a Arman e a Spoerri. Ispirato da Yves Klein, Marcel Duchamp e i Nouveaux Rèalistes,Vautier sviluppa un personale stile distintivo con inclinazioni verso i Dada. Durante l’ultima metà degli anni ’50, l’artista lavora con configurazioni composte di parti individuali multiple che richiamano le macchine di Jean Tinguely.

Vautier ha ormai trovato quello che sarebbe diventato il marchio di fabbrica: istruzioni e spiegazioni scritte in corsivo in toni pastello su oggetti. Un anno dopo tiene la sua prima personale Ben espose Rien et tout in Laboratoire 32 al primo piano del suo negozio, spazio usato per presentare in vero visioni generali di Fluxus e la relazione di esso con altri movimenti contemporanei. Esponente leader del movimento Fluxus tra il 1962 e il 1970, partecipando ai Festivals internazionali Fluxus e spesso alle Performances pubbliche, sviluppa un ruolo importante nella diffusione e nello sviluppo delle idee dell’Arte radicale.

Nel 1962 infatti conosce e inizia a frequentare George Maciunas, figura eminente del succitato movimento, di ispirazione Neo-Dada, condividendo quella filosofia e quella poetica che identifica con l’equazione arte e vita. Partendo dai ready-mades di Duchamp realizzando che era solo la firma dell’artista che rendeva appunto l’opera di un artista attribuibile, Vautier firma ogni cosa capiti fra le sue mani, comprese le opere di altri artisti ed il suo proprio corpo.

Susseguentemente dipinge con acrilico, combinando scrittura ed elementi fumettistici. Gli anni Settanta ed il decennio successivo vedono Ben protagonista di innumerevoli mostre personali, molte delle quali in gallerie private, non solo in Francia (Daniel Templon, 1970; 1971; 1973; Beaubourg; Lara Vincy; Duran; La Hune, Parigi, 1983) ma anche in Germania (Denise René Hans Mayer, Dusseldorf, 1970; René Block, Berlino, 1971), Svizzera (Bruno Bischofberger, Zurigo, 1971; Pierre Huber, Ginevra, 1986), Italia (Rinaldo Rotta, 1978, Genova) e - oltre Oceano - New York (Gibson, 1975; Castelli Graphics, 1982).

Durante gli anni ’90 lavora a diversi generi, producendo i “totem” serie di sculture composte di oggetti utilitari montati per formare puntelli, e, dal 1991, “Oiseaux”, assemblaggi di oggetti rassomiglianti ad uccelli. Inoltre compila gli oggetti di Ben degli anni ’60, li monta su vari quadri e aggiunge commenti. Negli anni ’80, passato il momento concettuale, inventa per la nuova tendenza pittorica emergente in Francia il termine Figuration Libre e inserisce nei suoi lavori una nota figurativa ironico-grottesca. In questo periodo il suo operato prosegue senza limiti: vive quindici giorni nella vetrina della One Gallery di Londra, organizza il Festival Fluxus, Fonda il Thèatre Total, tiene performances come Public (in cui la sua azione consiste appunto nel fissare il pubblico), espone una portinaia alla Galerie Zunini di Parigi, gira un film che lo riprende nell’atto di insultare gli spettatori, pubblica riviste, scrive un volume di interventi teorici, apre una galleria intitolata ai suoi figli Malabar et Cunegonde.

Le successive esposizioni come le molteplici retrospettive in spazi pubblici e privati in Francia (Centre Pompidou, 1991; 1900-200, FIAC, 2000; Rive Gauche, 2003, Parigi; Kahn, Strasburgo, 2000; Mamac, Nizza, 2001; Musée de l’Objet, Blois, 2003; Musée d’Art et de Provence, Grasse, 2004; MAC, Lione, 2004; Maison de la culture, Malakoff, 2005; Musée Chagall, Nizza, 2005; Musée de la Céramique, Vallauris, 2006) e all’estero comprovano il continuo successo di Vautier dagli anni Novanta ad oggi: Gan, Tokyo, 1997; Zabriskie, New York, 1998; Manif d’art, Québec, 2005; Ludwig Museum, Coblenza; National Museum of Contemporary Art, Seoul, 2002; Fondazione Mudima, Milano, 1991; Studio d’arte, Bergamo, 2005; Soave, Alessandria, 2006.

Catalogo f.to 30x21,5 cm, 36 pag., 18 tav. riprodotte a colori e in bianconero.
Testi di Ben Vautier. Edizioni Il Ponte Firenze.

Ufficio stampa Susanna Fabiani (susy@galleriailponte.com): catalogo e materiale fotografico disponibili su richiesta

Inaugurazione: sabato 10 marzo 2007, ore 18.00

Galleria il Ponte
via di Mezzo, 42/b - Firenze

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