Joker. Nelle tele in mostra, quasi tutte di grandi dimensioni, le figure umane sono tratteggiate a tinte forti, esasperate e sconvolte nelle forme, tanto da rimanere collegate alla realta' solo attraverso il ricordo di cio' che erano in origine. "La mia pittura - dice l'artista - cerca il feeling con il rock. Esso e' il ritmo, e' il batterista pazzo nella giungla, e' la danza voodoo". A cura di Maurizio Vanni.
Joker
a cura di Maurizio Vanni
Questa primavera la galleria MOdenArte propone una grande mostra dell'artista
francese Robert Combas. L'esposizione, intitolata "Joke'r", è a cura di
Maurizio Vanni, apre al pubblico il 17 marzo e prosegue sino al 5 maggio 2007.
Nato a Lione, ma residente da anni a Parigi, Robert Combas ha esposto le sue
opere nei più prestigiosi centri d'arte e nelle gallerie più famose d'Europa e
degli Stati Uniti. Dalla Tate Gallery di Londra, al Museo d'Arte Moderna di
Parigi, dalle Fiere di Basilea, Parigi e Dusseldorf ai Magazzini del Sale di
Venezia, in occasione della 51esima edizione della Biennale. E poi dalle
gallerie Leo Castelli e Holly Solomon di New York, alla Swart di Amsterdam e
la Yvon Lambert di Parigi.
Avvicinatosi all'arte molto presto, Combas ha studiato all'Ecole des Beaux
Arts di Sète e poi alla Scuola Superiore di Belle Arti di Montpellier, dove ha
iniziato, insieme alla sua ragazza Ketty Brindel, ad entrare nel mondo della
musica rock. Nel '978, insieme ai fratelli Hervè e Richard di Rosa, ha fondato
il gruppo rock Les Démodés. E da allora la musica, come sottilinea Maurizio
Vanni nel bel volume edito da Carlo Cambi che accompagna l'esposizione, è
sempre rimasta un'espressione artistica molto presente nella vita di Robert
Combas: una passione sentita e vissuta che non poteva non entrare a far parte
del suo personalissimo dizionario delle arti visive. Ecco dunque che alcune
bizzarre chitarre, proposte anche nella mostra di Modena, diventano ideali
tele per inattesi ritratti e per accordi cromatici da ascoltare con gli occhi.
E ancora ecco dei musicisti, delle rock band, dei solisti scatenati o degli
strani personaggi, umanizzati proprio attraverso riconoscibili strumenti
musicali. L'artista francese conosce e ama un po' tutta la musica, ma la sua
vera passione è per il genere rock: "La mia pittura dice - cerca il feeling
con il rock. Esso è il ritmo, è il batterista pazzo nella giungla, è la danza
voodoo. Io posso mescolare tutto.
Nelle altre tele presenti in mostra, quasi tutte di grandi dimensioni, le
figure umane sono tratteggiate a tinte forti, alterate, esasperate, modificate
e sconvolte nelle forme, tanto da rimanere collegate alla realtà soltanto
attraverso il ricordo di ciò che erano in origine: ³uno scherzo esistenziale e
profondo, mai banale e fine a se stesso, che può essere considerato come una
sorta di metamorfosi universale in grado di trasformare la consistenza di
tutte le cose², come scrive sempre Vanni, spiegando l'opera di Combas in un
saggio-racconto che ripercorre tutta la storia dell'umorismo.
L'ispirazione per i suoi quadri è varia. Come spiega l'artista ³Il punto di
partenza può arrivare da qualsiasi pretesto: una donna, un argomento storico o
di attualità, un paesaggio, un animale o un'indecifrabile scena inconscia².
Basta insomma una cosa qualunque per far scattare il meccanismo del suo
immaginario, per far muovere le corde della sua chitarra interiore, e far
nascere i perimetri, spesso impossibili, delle sue forme.
In certi casi, scrive ancora il curatore, "sembra che nella composizione,
oltre alle figure principali, siano inserite le anime dei personaggi oppure
parti anatomiche simili prelevate da altre dimensioni spazio-temporali. Una
forma d'arte che va oltre ogni scelta comune svincolandosi da ogni principio
formale per creare di volta in volta immagini mutanti". Immagini che, per il
loro essere così deformate, assumono un aspetto grottesco, umoristico.
L'umorismo è infatti tratto costante dell'arte di Combas, provocato da una
situazione inattesa e paradossale. il joke che dà il titolo all'esposizione
produce strani esseri con la testa di animali, immaginifici personaggi vestiti
in modo improbabile, sproporzioni anatomiche e impossibili posture di figure
che sembrano uscite da un romanzo di Philip K. Dick.
Robert Combas: la vita
Nato il 25 maggio 1957 a Lione, Robert Combas passa l'infanzia e l'adolescenza
a Sète, dove frequenta l'Ecole des Beaux Arts. Dal 1980 vive e lavora a
Parigi.
La sua arte approda, nei primissimi anni '80 ad una nuova pittura figurativa.
Presente sulla scena artistica dal '979, Combas è il creatore di un movimento
chiamato "Figurazione Libera", a cui aderiscono Rémi Blanchard, François
Boisrond ed Hervé Di Rosa. Una pittura completamente volta alla libertà, che
parla della società contemporanea, della violenza, della sessualità, della
sofferenza dei popoli, ma anche dei loro vizi e virtù.
La sua pittura si ispira alla musica rock - di cui l'artista è un grande
amatore - alle immagini popolari, alla letteratura per l'infanzia, anche ai
manuali scolastici su cui molti hanno costruito la prima istruzione, una sorta
di cultura popolare accessibile a chiunque.
Ufficio Stampa mostra
Davis & Franceschini - Tabloid soc. coop.
Lea Codognato, Caterina Briganti
Tel. 055/2347273
e-mail davis.franceschini@dada.it
Conferenza stampa: venerdì 16 Marzo, ore 12.30
Inaugurazione: sabato 17 Marzo, ore 18
Galleria MOdenArte
via Toscanini 26 - Modena