Il suo linguaggio pittorico e' come una sorta di esperanto: territorio in cui confluiscono l'educazione geometrica e la fascinazione cosmica, l'arabesco decorativo e il segno infantile, il clima mediterraneo e quello orientale.
Mostra personale
"[...]Cercare di penetrare le immagini pulsanti di piccoli segni preziosi e di un
moto caleidoscopico del colore è come percorrere un viaggio immaginario in una
dimensione così lontana dalla realtà fisica che conosciamo eppure così suadente nel
proporsi con un suo intrinseco equilibrio che non è solo quello spaziale e
compositivo ma anche narrativo.
Ogni opera appare dunque come una finestra aperta su un paesaggio altrettanto
impossibile quanto affascinante nel quale gli elementi costruttivi ed i referenti
"oggettivi" sono indubbiamente elaborati nella fantasia ma che pure si fanno carico
di coniugare memorie artistiche e culturali di diversa matrice con memorie
archetipiche ed ancestrali.
L'autore delinea un suo linguaggio quasi fosse una sorta di esperanto, territorio in
cui confluiscono l'educazione geometrica e la fascinazione cosmica, la ricchezza
dell'arabesco decorativo e la purezza del segno infantile, il rigore di Klee e la
trasgressione mobile delle forme di Mirò , il clima mediterraneo e quello orientale.
A questo crogiolo di ispirazioni poetiche e visive corrisponde anche sul piano della
tecnica una uguale sensibilità di ricerca rivolta a suscitare percezioni anche
tattili.
Così i fondi neri del ciclo pittorico più recente offrono al colore valenze
espressive forti mettendo in risalto ora la grafia di quelle trame sottili con cui
l'autore definisce le forme e le concatena quasi senza soluzione di continuità (non
a caso è la sua figura iconica la conchiglia) , ora la brillantezza dei suoi
"intarsi" cromatici che non mancano di suggestioni da Alambra , di pietre dure e
d'oro, rivelandone quella inclinazione da alchimista nel tessere il proprio spartito
pittorico..."
Roberta
Fiorini
Galleria 9 Colonne SPE/ Il Resto del Carlino
via Boldrini 10 - Bologna