Opere d'arte per l'illuminazione dell'arredo d'interni. Barbato prende le mosse dai vari aspetti dell'arte minimal piu' raffinata, nella sua sintesi formale, giungendo alla realizzazione di forme semplici, regolari, ed evocative.
Sculture luminose
Francesco Barbato ( Bologna, 1972 -) già affermatosi nella progettazione e realizzazione di monili artistici, con la creazione delle “sculture luminose”, presenta a Milano a cura dello Studio Artist’Service, un significativo compendio delle sue opere frutto di una costante ricerca di stimoli, prodotti dalle varie culture artistiche da lui indagate. Come espresso dal Critico d’Arte Nicola Castellucci, Docente presso la Facoltà d’Architettura di Firenze, “Le “sculture luminose” di Barbato appaiono il punto d’arrivo, e nello stesso tempo punto di partenza di uno studio e di un processo creativo in costante divenire. L’accostamento di materiali di natura diversa, dal rame cromato e brunito, ai cavi d’acciaio, attraverso l’impiego di varie fonte luminose, anche attraverso il “filtro” di superfici in plexiglas colorato, assumono nelle sue “sculture luminose” un netto valore simbolico-espressivo, fuggendo da un mero e “gratuito” assemblaggio fine a se stesso, ma conferendo una precisa funzionalità alle sue sculture di luce.
Opere d’arte per l’illuminazione dell’arredo d’interni. Francesco Barbato prende le mosse dai vari aspetti dell’arte minimal più raffinata, nella sua sintesi formale, giungendo alla realizzazione di forme semplici, regolari, ed evocative.
I sottili cavi d’acciaio, tesi su piattaforme cromatiche illuminate da luce al neon, agganciati su forme lignee sembrano da un lato “catturare” la forma, come la trama di una ragnatela, dall’altro sospingerla, esaltandola, liberandola rispetto all’impianto rappresentativo, dove la diversa disposizione della luce artificiale svolge un decisivo ruolo d’amplificazione dei contenuti e un senso di dilatazione spaziale.
Si assiste in modo evidente, come nelle “sculture luminose”: Dieval; Dogal; Gulliver; Gulliver1, all’esaltazione della forma primitiva, sinuosa, modellata dalla natura, in contrapposizione con le tensioni metalliche, che avvinghiano la forma, evocando la proiezione di un mondo mitico, simbolico, fuori dal tempo, nel tentativo di risalire all’origine della forma. In tal senso Barbato guarda indietro per poter andare più avanti. Le opere stesse assumono un concetto autonomo e nello stesso tempo funzionale dove le forme, plasmate come un prezioso monile ed inserite nello spazio d’interni diventano un acceso “palcoscenico” espressivo ed emotivo. Francesco Barbato giunge in questo modo ad esaltare l’individualità degli elementi, i quali non svolgono mai un ruolo meramente decorativo, ma diventano scheletro strutturale e struttura portante delle sue opere. L’impiego delle varie textures metalliche di rame cromato, come nell’opera Kletra Rossa, Eletra Blu, collocate su di una piattaforma illuminata da una luce al neon appaiono di notevole effetto. La texture assorbe la luce filtrata dagli schermi cromatici, se ne appropria e la diffonde percorrendo la sua struttura filiforme, rompendo i limiti dello spazio delimitato, giungendo l’artista ad una modellazione e al controllo della stessa luce artificiale. La piantana Flour, allude alla forma di un fiore, nella dinamica linearità dell’opera, l’artista si ispira in modo evidente al design organico, cioè a quella ricerca di sintesi strutturale della forma ispirata dagli elementi morfologici della natura. Nelle opere Tange arancio, Tange blu, Tange bianco, si assiste ad un’evoluzione della composizione: i nudi cavi d’acciaio campeggiano sul supporto di plexiglas colorato, la forma tende qui a rarefarsi, assumendo i tratti configurativi di un impianto informale. L’alfabeto creativo di Francesco Barbato non è mai casuale, ma evocativo, teso ad accompagnare lo spettatore ad un rapporto di “tattilità visiva” con l’opera. Francesco Barbato, grazie alla continua ricerca e passione di stili e di culture riesce a conferire efficaci soluzioni sinergiche tra Arte e Design, stabilendo in questo delicato e controverso dualismo, un rapporto naturale, di raffinata simbiosi, particolarmente raro nel panorama artistico contemporaneo”.
Francesco Barbato condensa in una tecnica polimaterica le sue esperienze multiculturali e la ricerca verso la vera espressione artistica. Sculture luminose che si dilatano nello spazio e compongono giochi di forme, luce e colore che accarezzano la sensibilità dell’essere.
Organizzazione:
Studio Artist’ Service
02.023492175
info@artistservice.it
Ufficio Stampa:
Valentina Zolla 347.7575291
Vernissage martedì 20 marzo ore 18.30
Artereale
Via S.Andrea 10/A - Milano
Orari: tutti giorni 10.30-12.30 e 14.30-19