Palazzo Clerici
Milano
via Clerici, 5
02 8633131

Sguardi Africani
dal 26/3/2007 al 3/4/2007
10-19. Domenica chiuso
02 89504650, 02 2570157

Segnalato da

Ufficio stampa Aida




 
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26/3/2007

Sguardi Africani

Palazzo Clerici, Milano

Uno sguardo dall'Africa e sull'Africa. Tre fotografi italiani (Franco Origlia, Anna Rosati, Simone Casetta) raccontano l'Africa, soprattutto quella dove l'Associazione Amici del CEFA di Milano ha avviato progetti di cooperazione internazionale. Tre artisti africani contemporanei di successo (Seni Camara, Georges Lilanga, Ousmane Ndiaye Dago) sono stati scelti per la forza della loro inconfondibile cifra stilistica.


comunicato stampa

A cura di Marina Mojana

Sguardi Africani è il primo appuntamento di un ciclo di tre mostre d’arte africana contemporanea curate da Marina Mojana in collaborazione con la collezione Composti della Cà di Frà di Milano e con l’editore Giampaolo Prearo. Tre momenti d’arte promossi a Milano a favore del CEFA - il seme della solidarietà - Onlus, assecondando lo slancio di passione per la realtà e per la bellezza che, della realtà, costituisce sicuramente il cuore.

Sguardi Africani è una mostra d’arte contemporanea, ma è anche un gesto di solidarietà, uno sguardo dall’Africa e sull’Africa, dunque d’intesa, che tutti possono scambiarsi per costruire un mondo migliore.

Gli sguardi africani sono reciproci: c’è chi osserva e chi viene guardato; una complicità dello sguardo in cui saranno coinvolti, in tre momenti diversi, tre affermati fotografi italiani (Franco Origlia, Anna Rosati, Simone Casetta) invitati a raccontare la loro Africa, soprattutto quella dove l’Associazione Amici del CEFA di Milano ha avviato progetti di cooperazione internazionale grazie al sostegno della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia.

I loro sguardi si intrecciano con quelli di tre artisti africani contemporanei (Seni Camara, Georges Lilanga, Ousmane Ndiaye Dago). Sono tre artisti di successo internazionale, presenti con le loro opere anche alla Biennale di Venezia e scelti per la forza della loro inconfondibile cifra stilistica con cui sanno trasmettere l’amore per la loro terra. Sono stati selezionati, tra i tanti, perché nati nei Paesi dove anche il CEFA è una realtà conosciuta e amata per l’impegno di promozione sociale.

In questa prima tappa milanese Franco Origlia e Seni Camara si guardano e le loro opere guardano noi.

Le fotografie a colori scattate da Franco Origlia in Marocco raccontano di donne in cammino. Da anni impegnato a raccontare con le sue immagini la quotidianità della gente di paesi diversi, Origlia documenta la realtà di Tadla–Azilal, una delle regioni più povere del Marocco centrale, dove operano gli Amici del CEFA di Milano: sono immagini di donne intente ai lavori domestici, nell’intimità delle loro case. Case semplici, costruite con pietre raccolte nella campagna, tetti di lamiera e pavimenti di nuda terra, coperta da tappeti consumati dal calpestio di piedi nudi. Case in cui gli uomini passano poco tempo e dove le donne sanno come preparare il pane. Un pane profumato e croccante, cotto nei forni di terra, nel cortile della casa.

Anche Seni Camara è una donna e cuoce al forno. Ma il suo pane è di terra e si chiama arte. La crea lontano da occhi indiscreti, nella foresta vicino al suo villaggio di Bignona, nel Senegal meridionale, dove è nata più di sessant’anni fa. Modella e cuoce statue di varie dimensione con un materiale tutt’altro che tradizionale nella regione della Casamance, per dare forma a grandi donne, Dee Madri. Figure talora mostruose, talora regali, con i piccoli al seno oppure mentre fronteggiano l’uomo guerriero. L’immaginario della scultrice è legato alle mitologie dei Diola, l’etnia a cui Seni Camara appartiene e ai loro riti esoterici. Non è un caso se le singolari Dee Madri sono cotte nella foresta, in una buca, secondo riti sciamanici a tutt’oggi misteriosi, perché nessuno vi può assistere. Sono forme che arrivano da un mondo ancestrale, da una civiltà sopravvissuta che ha la forza di attirare l’uomo contemporaneo perché espressione del cuore di un popolo. Seni Camara è l’unica donna scultrice del suo villaggio, ma è nota in tutto il mondo dopo aver preso parte alla grande mostra Les magiciens de la terre allestita al Beaubourg di Parigi nel 1989. Ammirata da artisti e da collezionisti di spessore internazionale (l’artista Louise Bourgeois la annovera tra le maggiori scultrici contemporanee), è stata invitata a esporre nel 2000 a Orvieto, alla mostra Il ritorno dei maghi e nel 2001 ha partecipato alla Biennale di Venezia.

Il rapporto del CEFA - Il seme della solidarietà con le realtà artistiche africane, trova nella città di Milano il luogo ideale dove rafforzare un dialogo e uno scambio d’intesa, dal momento che la Sala delle Colonne di Palazzo Clerici è, durante l’anno, una vetrina di eccellenti appuntamenti e di relazioni internazionali organizzati da ISPI.

Tra globalizzazione e tribalizzazione, agli inizi del XXI secolo, l’Africa presenta le sue credenziali, istituzionali e culturali, per poter esprimere la propria identità e lo fa con il vento forte dell’arte.

La mission del CEFA è quindi duplice: da un lato fare conoscere al mondo dei giovani amanti dell’arte contemporanea le urgenti domande culturali, sociali ed economiche che attraversano l’Africa di oggi, dall’altro introdurre il mondo del volontariato internazionale ai valori della bellezza.

Immagine: Seni Camara, Senza titolo, 1996, terracotta

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