Capolavori del 700 da Arrighi a Valadier. La mostra intende approfondire uno degli aspetti piu' caratterizzanti e poco conosciuti della civilta' artistica settecentesca nelle Marche: la diffusione nella Provincia Pontificia della Marca di argenti sacri e profani provenienti da celebri botteghe di argentieri romani. A cura di Jennifer Montagu e Gabriele Barucca.
Capolavori del Settecento da Arrighi a Valadier
a cura di Jennifer Montagu e Gabriele Barucca
La mostra, a cura di Jennifer Montagu e Gabriele Barucca, affronta uno
degli aspetti meno conosciuti e al contempo più affascinanti della
civiltà artistica del Settecento nelle Marche: la diffusione nella
regione di argenti sacri e profani provenienti da celebri botteghe
romane, le stesse che operavano per il Papa e per grandi mecenati non
solo italiani ma anche stranieri come il re del Portogallo.
Nello scintillio delle loro superfici in cui zone lucenti e opache
accostate imitano mirabilmente i ricami delle stoffe, nel fluido
modellato delle figure a sbalzo, cesello e fusione che gareggia con la
scultura monumentale a tutto tondo o ancora nella sapiente costruzione
architettonica di alcune strutture, questi oggetti illustrano
l’altissimo livello qualitativo raggiunto dall’arte orafa romana nel
Settecento e offrono inedite e sofisticate prospettive alla conoscenza
della storia del gusto di quest’epoca.
Nonostante la maggior parte del ricchissimo patrimonio orafo delle
Marche sia andato perduto, in particolare in età napoleonica, la
ricognizione e lo studio intrapresi da diversi anni hanno consentito di
raccogliere un considerevole numero di capolavori di eccezionale
rilevanza per la storia dell’arte orafa.
La mostra presenta al pubblico splendidi pezzi di argenteria sacra:
busti e sculture, calici, reliquiari, coperte di libri liturgici,
ostensori profusi di gemme colorate, commissionati da vescovi e
canonici in continuo “andare e venire” dalle cittadine della Marca a
Roma, e da alti prelati di origine marchigiana, residenti nell’Urbe, ma
sempre attenti a gratificare con doni preziosi le città di provenienza.
Si tratta in gran parte di oggetti gelosamente custoditi nei tesori
delle cattedrali e delle chiese di ogni parte della regione, e pertanto
difficilmente e raramente visibili da vicino.
Sono inoltre esposte numerose argenterie profane appartenenti a
collezioni private: oggetti da tavola, da scrittoio, da illuminazione,
commissionati ad artefici operanti a Roma dalle famiglie della nobiltà
locale che nel corso del Settecento, grazie al costituirsi di
considerevoli fortune economiche, poterono arricchire le loro nuove o
rinnovate dimore di grandi quantità di preziosi argenti.
Alle opere provenienti dalle botteghe romane del Settecento si
aggiungono in una sezione apposita della mostra alcuni pezzi realizzati
da argentieri marchigiani - Domenico Piani, Raffaele Antonelli, Isidoro
Mascioni - che ripropongono comunque fedelmente i modelli romani.
Una sezione della mostra è infine dedicata alle tecniche e agli
strumenti della lavorazione dei metalli nobili con la presentazione di
attrezzi usati dagli argentieri e punzoni utilizzati per la bollatura
dei pezzi. A corredo è presentato un inedito Taccuino di bottega orafa
in cui sono appuntati segreti e procedure di lavorazione dei metalli
nonché disegni di oggetti.
Catalogo Skira
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Vernice per la stampa e inaugurazione: Martedì 3 aprile 17.00
Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale
piazza Duca Federico 3 - Urbino
Orari di apertura:
da martedì a domenica: 08.30 - 19.15 (La biglietteria chiude alle 18.00)
lunedì: 08.30 - 14.00 (La biglietteria chiude alle 12.30)
Biglietti:
Intero 8,00 euro,
Ridotto 4,00 euro
cittadini dell' Unione Europea tra 18 e 25 anni
insegnanti di ruolo nelle scuole statali,
Gratuito
cittadini dell'Unione Europea di età inferiore ai 18 anni o superiore
ai 65 anni
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(indirizzo Storia dell'arte)
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gruppi scolastici (previa prenotazione) con accompagnatore