Twice
Twice
La verde parete di Qaf
a cura di Enrico De Pascale
1 aprile – 13 aprile 2007
Dal Libro sappiamo che il Profeta, guidato da Jibra’il, ha attraversato i cieli per arrivare alla Luce, alla visione del Nur al-Anwar. Così come i Profeti, gli uomini intraprenderanno, prima o poi, il loro erratico cammino verso la Luce. Arrivare ad Oriente per scalare la montagna di Qâf, e lì incontrare il messaggero della Luce: è il desiderio di ognuno. Verso Oriente è il viaggio. Da Parigi a Es’fahan o da Messkirch a Delos, ognuno cerca di sfuggire al nulla a cui porta la ragione discorsiva, avendo come meta l’azzurro dei cieli d’Oriente, i luoghi in cui la luce sembra arrivare da ogni direzione, da infiniti centri.
Questi cieli sono il tramite per il Cielo di Malakût, oltre il quale la luce ha infiniti centri. Qui, davanti alla parete del Qâf, il nulla che abbiamo sfiorato si trasforma nel vuoto della perdita dell’io. Un vuoto che è pienezza, che permette ai Profeti di incontrare l’angelo tramite del Dio che essi desiderano. Ogni uomo sotto questo cielo incontrerà il suo angelo e sarà come specchiarsi per la prima volta. Come pesci nuoteranno coloro che desiderano la pienezza della Luce –dice Al S’ahid- e ognuno entrerà nei territori dell’anima varcando la soglia del Malakût. Questi porteranno a termine il viaggio dell’esilio occidentale lasciando il mondo materiale, quello rischiarato dalla luce della luna e l’angelo li porterà alla presenza di Dio. Nella pienezza della Luce che rischiara le tenebre del Nulla.
Luce della gloria è quella che, in antico persiano, veniva detta Korrah. Pura luce che dal Sole passa alle acque e dalle acque alle piante e agli animali e agli uomini e infine risaliva come aura che illumina la testa. Negli angeli è circonfusa e nei santi diventa aureola. Questa luce circonda l’angelo in cui ci specchiamo ed è anticipo dell’illuminazione a cui accederanno gli iniziati: gli altri rimarranno fermi sulla soglia del Malakût.
Un non-luogo, un confine, l’inframondo. Luogo intermedio, confine tra le acque e la parete di Qâf: è il mondo delle immagini senza oggetto, delle epifanie, delle visioni.
In questo luogo senza dimensione, qualcuno verrà abbagliato dall’apparizione dell’angelo senza poter varcare la soglia e ascendere alla montagna. Ricorderà la visione dopo essere rigettato nell’esilio della terra occidentale e allora si consolerà nei fondi dorate delle icone, in acque informi di luce, in vasti paesaggi senza centro, in quadrati sovrapposti di bianco. Ancora una volta qualcuno avrà maledetto l’embarquement pour.
Ferrario Frères. Il gruppo si forma a metà degli anni '90. I componenti vivono e lavorano tra Milano e Bergamo. La composizione del gruppo è caratterizzata dalla fluidità. Si costituisce nella pratica del superamento dell'individualità congeniale tuttavia al sistema dell'arte. Non esiste all'interno alcuna individualità predominante. Persino il momento dell'ideazione, tanto caro alla fisiologia dell'uomo di genio, viene sottomesso a una sorta di intuizione simpatetica. Il gruppo è aperto nella sua composizione e si avvale anche di collaborazioni di breve periodo. L'icona del gruppo è un autoritratto dei fondatori, tre persone di cui una oramai assente.
Olim
Via Pignolo 9/b Bergamo
Orari: martedi - sabato 15.30-19.00
Ingresso libero