Gabriele Basilico
Cesare Colombo
Dino Fracchia
Mimmo Frassineti
Uliano Lucas
Toni Nicolini
Alberto Roveri
Toni Thorimbert
Massimo Berruti
Lorenzo Castore
Roberto Koch
Davide Monteleone
Paolo Pellegrin
Fabio Ponzio
Angelo R. Turetta
Riccardo Venturi
Francesco Zizola
Tano D'Amico
Giovanna Calvenzi
Renata Ferri
Marco Delogu
Nell'ambito di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma 2007. Due collettive: "Altri mondi" presenta immagini di un gruppo di fotografi che hanno iniziato il loro percorso artistico negli anni '80 esplorando altri paesi; "1977: momenti" e una personale di Tano D'Amico, fotografo simbolo di quel movimento che ha visto l'opposizione sociale e giovanile esprimersi con grande creativita' culturale.
FotoGrafia Festival Internazionale di Roma 2007
Altri Mondi
La collettiva "Altri Mondi" presenta immagini inedite di un gruppo di fotografi, romani di nascita o di adozione, che hanno iniziato il loro percorso artistico negli anni '80 esplorando altri paesi e che sono poi diventati punti di riferimento del fotogiornalismo italiano. Fotografi come Roberto Koch, Fabio Ponzio, Angelo R. Turetta e più recentemente Francesco Zizola, Riccardo Venturi e Paolo Pellegrin. A questo gruppo di autori affermati,l’esposizione affianca i lavori inediti di tre giovani fotografi che in qualche modo ne raccolgono l’eredità: Lorenzo Castore, Massimo Berruti e Davide Monteleone.
Nove autori, nati e cresciuti professionalmente a Roma, appartenenti a tre generazioni che si sono intersecate e contaminate, raccontano per immagini i mondi che hanno esplorato. Rappresentano un “fare” fotografia tutto italiano. Il loro fare è maturato, diventato segno, un segno forte che ha contraddistinto la produzione di questi ultimi decenni. La loro capacità di sviluppare il linguaggio fotografico ha generato esperienze, gruppi di lavoro, progetti comuni.
Le loro storie si sono intrecciate dando vita a contaminati connubi .La fotografia che hanno prodotto è uscita dai confini del nostro paese, si è affermata in tutto il mondo.Maestri e allievi, eredi della tradizione più alta del fotogiornalismo, hanno espresso la necessità di raccontare il mondo, lo hanno fatto quasi sempre andando lontano, a volte il “lontano” li ha sorpresi nelle loro città . Curiosi della realtà, hanno attraversato il nostro tempo, sviluppando ognuno un proprio stile visivo sensibile e straordinario. Con le loro immagini, questi autori, ci hanno offerto e, continuano a farlo, la scoperta, lo stupore, l’emozione. Le loro testimonianze di questo nostro tempo andavano raccolte. Necessario ed importante unire le voci, comporre un affresco che ci portasse a scoprire un “dove” narrato con linguaggio forte e intenso.In mostra i viaggi nei luoghi dell’inquietudine e della sopravvivenza, tra identità negate e tragedie consumate.
La Roma allucinata e periferica di Turetta, l’America dei grandi spazi di Koch, l’Est senza tempo di Ponzio, il continente Islam di Pellegrin, la memoria e l’orrore del Kosovo di Venturi, l’immensità del dramma africano di Zizola, la scoperta degli europei di Castore, la Russia tra memoria e futuro di Monteleone e infine, a conclusione di questo viaggio immaginato, la Roma degli “altri”, i nuovi immigrati, di Berruti.
Queste immagini sono preziosi segnali della memoria, scansioni di momenti di un tempo che sembra contemporaneo ora, in questa mostra, per la prima volta vengono messe insieme a segnare un’epoca, un modo di fare fotografia, una scuola, che tanto ha contribuito alla crescita del linguaggio del fotogiornalismo.Attraverso l’occhio di questi fotografi, viaggiatori instancabili e testimoni attenti percorriamo tre decenni della nostra storia. Non un viaggio a ritroso nel tempo, ma racconti visivi, favole nere che ci invitano a sapere di luoghi, di storie, di uomini e donne, di altri mondi.
Renata Ferri
Roberto Koch nasce nel 1955 a Roma, dove attualmente vive. Ben presto si dedica alla fotografia professionale e, dal 1981 ad oggi, realizza numerosi reportage su temi sociali e di attualità internazionale, Dal 1984 fino al colpo di stato del 1991 segue lo sviluppo degli avvenimenti in Unione Sovietica; questo lavoro ottiene nel 1988 il premio Kodak.Successivamente ha fotografato soprattutto in Italia e negli Stati Uniti pubblicando numerosi libri. Membro della giuria internazionale del World Press Photo nel 1996, 1997 e nel 1999; nel 2003 partecipa insieme ad altre importanti personalità della fotografia internazionale, alla giuria del premio Henri Cartier-Bresson. Ha fondato e dirige Contrasto dal 1986. Fabio Ponzio nasce a Milano nel 1957 ma è cresciuto a Roma. Ha ottenuto numerosi ed importanti riconoscimenti internazionali. Nel maggio del 1991 vince il premio "Kodak Italia" e nello stesso anno "Le Grand Prix Européen de la Photografie de Arles". Nel 1993 riceve il "Mother Jones Photography Award" e nel 1995 è nominato per lo "W. Eugene Smith supplentary grant USA". Nel 1998 infine ottiene the "Leica OSCAR BARNACK Award" per la realizzazione di " East of Nowhere".
Angelo R.Turetta nasce ad Ancona nel 1955. Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Roma. Inizia lavorando come fotografo di scena dell'avanguardia teatrale negli anni '70 e '80. Segue poi temi sociali con una particolare attenzione alla città di Roma. L'emigrazione, la prostituzione, gli emarginati, le feste private dell'alta borghesia e un lungo lavoro al seguito della Polizia nelle zone a più alta densità criminale. Il lavoro sui più importanti set cinematografici italiani gli è valso il premio World Press Photo nel 2001. Fotografo di Contrasto dal 1993 Paolo Pellegrin è nato a Roma nel 1964.Membro dell' agenzia Magnum.Contract photographer di Newsweek. Ha ricevuto numerosi riconscimenti per il suo lavoro incluso lo Eugene Smith Grant per questo suo progetto sull' Islam Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro e nelle edizioni del World Press Photo dell’ultimo decennio; nel 2006 ha ricevuto il Premio Eugene Smith.Ha pubblicato cinque volumi di fotografie e esposto in musei e gallerie in molti paesi.Vive tra Roma e New York.
Riccardo Venturi Nato a Roma nel 1966, intraprende la carriera di fotogiornalista nel 1989 dedicandosi alle tematiche di carattere sociale. Nel 1997 vince il World Press Photo per i suoi servizi sulla guerra in Afghanistan, e nel 1999 riceve la menzione d’onore del Leica Medal of Excellence con le sue foto sul conflitto in Kosovo. Nel marzo 1999 esce il suo primo libro e nel 2003 pubblica 'Afghanistan - Il Nodo del Tempo', risultato del suo lavoro (1996 - 2003) sul paese con un testo di Alberto Cairo. Dal 2001 è nello staff di Contrasto. Francesco Zizola nasce a Roma nel 1962. Dal 1986 pubblica ui suoi reportages sulle principali testate internazionali. Dal 1992 ha avviato il progetto "Eredi del Duemila" sulla condizione dell'infanzia nel mondo, con il contributo dell’ dell'UNICEF. Nel 1996 riceve il premio "The Pictures of the year" dell'Associazione nazionale della stampa; nel 1997 vince, primo italiano, il premio Word Press Photo of the year con una foto sull'Angola; vincitore in molteplici edizioni del World Press Photo.
Massimo Berruti nasce a Roma nel 1979 dove attualmente vive, ha iniziato a fotografare nel 2003. Dopo aver viaggiato nell’est Europa, nell’ultimo anno, si è concentrato sull’Italia e sulle tematiche sociali: crisi del mercato del lavoro ed immigrazione gli hanno valso la collaborazione al volume “Made in Italy” per i 100 anni della CGIL. Nel 2006 ha vinto il premio Yann Geffroy e nel 2007 il World Press Photo.Fa parte dell’Agenzia Grazia Neri. Lorenzo Castore nasce a Firenze nel 1973, ha sempre vissuto a Roma. Attualmente si divide tra la capitale italiana e Cracovia. Ha pubblicato due libri fotografici, Nero e Paradiso. Ha vinto il Premio Mario Giacomelli ed il Leica European Publishers' Award.E’ rappresentato, in Italia dall’Agenzia Grazia Neri e all’estero dall Agence VU. Davide Monteleone nasce a Potenza nel 1974, dopo numerosi viaggi e trasferimenti un po’ ovunque nel mondo, si stabilisce a Roma. Nel 2002 si è trasferito a Mosca: da questa esperienza è nato il progetto che segna la sua crescita professionale e il suo modo di fotografare. Non dimentica l’attualità internazionale e nel 2007 vince il World Press Photo con le immagini di Beirut. E’ membro dello staff di Contrasto dal 2001.
...........................
1977: momenti" e una personale di Tano D'Amico
In occasione del trentennale del ‘77, FotoGrafia dedica a quest’anno così particolare, che ha visto l’opposizione sociale e giovanile esprimersi in un’indimenticabile creatività culturale, una mostra a cura di Marco Delogu e Giovanna Calvenzi, oltre a un Blob speciale della durata di un’ora realizzato appositamente per il Festival. La mostra è composta dalle immagini di Tano D'Amico, fotografo simbolo di quel movimento, a cui il Festival dedica una personale con oltre cento fotografie, assieme a quelle di Toni Thorimbert, Cesare Colombo, Gabriele Basilico, Uliano Lucas, Dino Fracchia, Toni Nicolini, Alberto Roveri e Mimmo Frassinetti, accompagnate da una selezione delle centinaia di foto inviate in questi mesi dai lettori al sito di Repubblica.it. Il grande successo di questa iniziativa ci ha fatto conoscere un movimento diffuso, che dimostra la marginalità di un aspetto violento che spesso è il solo ad essere ricordato, a discapito di esperienze collettive, dalle crisi delle forme tradizionali di militanza alle radio libere, che hanno reso questo periodo una stagione fondamentale per la storia italiana.
In Italia il Sessantotto è durato più a lungo che in qualsiasi altra parte del mondo e il Settantasette ne ha segnato la drammatica conclusione. La fine cioè delle speranze, la fine di quel coinvolgimento totale che aveva illuso che il binomio impegno politico e vita quotidiana fosse un binomio costruttivo, necessario e inscindibile. La fotografia era stata, a partire sempre dal Sessantotto, testimone puntuale e partecipe di quanto accadeva nel Paese. La generazione di fotogiornalisti “adulti” era stata al fianco di quanti, sulla spinta di quello che succedeva nelle strade, nelle scuole, nelle fabbriche, negli uffici, si erano inventati un modo nuovo e diverso di essere testimoni. Un modo coinvolto e coinvolgente, che praticava un fotogiornalismo militante ed entusiasta. Nel ’77 i fotografi nati professionalmente nel Sessantotto continuano a credere nell’impegno, continuano a credere che con la fotografia si possa informare, raccontare e forse anche cambiare se non il mondo almeno la realtà italiana.
Fotografi come Cesare Colombo, Uliano Lucas, Toni Nicolini, Carla Cerati, Gianni Berengo Gardin, Piero Raffaelli continuano quotidianamente a documentare quanto accade e al loro fianco i più giovani Aldo Bonasia, Tano D’Amico, Dino Fracchia, Gabriele Basilico, Alberto Roveri, Daniele Bonecchi, Marzia Malli, Mimmo Frassineti, Walter Battistessa, Francesco Radino ne condividono il coinvolgimento umano, politico e professionale. Le certezze di interpretazione su quanto sta accadendo nel Paese si fanno tuttavia meno certe. Si cominciano a intravedere alternative diverse alla collaborazione privilegiata con i movimenti e i partiti della politica, continuando tuttavia nell’esercizio di una fotografia attenta ai mutamenti, capace di indagare e a volte di anticipare le trasformazioni sociali in atto.
Nel 1976 Alberto Roveri era stato per un paio di mesi a Palermo, presso la redazione de L’Ora, a contatto con i suoi straordinari fotografi Letizia Battaglia e Santi Caleca. Cesare Colombo, con la mostra e il volume ‘L’occhio di Milano. 48 fotografi 1945/1977’ (1), si era proposto di indagare sulla possibile duplicità della fotografia che contrappone il momento della testimonianza documentaria all’intervento creativo del fotografo. Sempre nel ‘77 Uliano Lucas pubblica ‘Emigranti in Europa’ (2) e Gianni Berengo Gardin e Luciano D’Alessandro concludono la loro inchiesta ‘Dentro le cas’e (3), viaggio nel modo di abitare e di vivere degli italiani. Nel ’78 Aldo Bonasia pubblica L’io in divisa. Immagini per un’analisi sociale (4), risultato di una lunga indagine fotografica sulla polizia e, nello stesso anno, esce la prima monografia di Gabriele Basilico Dancing 1978 (5), che analizza il nuovo fenomeno delle grandi discoteche in Emilia e dei loro frequentatori.
E’ proprio da questo allargarsi degli interessi e delle visioni che nascono alcune storie che ci consentono oggi di ricordare o di vedere per la prima volta “come eravamo”. La grande onda di speranze, di coinvolgimento, di lotte per la democrazia, sta per dividersi nei rivoli tormentati della lotta armata, del disimpegno, della droga. La fotografia ci restituisce, sia pure parzialmente, un’immagine del clima e dei volti di un periodo che, malgrado i momenti di grave conflitto che insanguineranno molti giorni di quell’anno ’77, non aveva spento in molti fotografi la voglia e l’entusiasmo dell’impegno. Altri autori oltre quelli qui proposti potrebbero e dovrebbero essere presenti. Ma questo, ci auguriamo, non è che l’inizio di una necessaria riflessione sui contributi che la fotografia italiana offre alla storia recente.Gabriele Basilico realizza nel 1976 un lungo lavoro sul proletariato giovanile nel quale trova ampio spazio la testimonianza dell'ultimo festival di Re Nudo al Parco Lambro di Milano.
Cesare Colombo cambia il modo di raccontare l'architettura di interni realizzando per il mensile Abitare immagini nelle quali la casa è abitata e vissuta. Dino Fracchia segue la vita all'interno dell'Alfa Romeo di Arese, il lavoro alla catena di montaggio, gli scioperi, le assemblee, le manifestazioni. Mimmo Frassineti si dedica alla politica di palazzo, ritraendo i volti dei politici democristiani. Uliano Lucas è all'università di Palermo e documenta un intervento creativo degli indiani metropolitani che trasformano una lezione in uno spettacolo dadaista. Toni Nicolini segue la vita quotidiana e gli esperimenti pedagogici di un centro per l'infanzia milanese. Alberto Roveri è a Bologna durante lo storico «convegno sulla repressione» e documenta la città invasa dai giovani, i lavori al Palasport, i visi dei protagonisti. Toni Thorimbert lavora per oltre un anno a un’inchiesta sulla condizione dei suoi giovani coetanei nell’hinterland milanese. Esemplari, per capire meglio il clima di speranze che ancora resisteva, le sue parole a commento (6): “… uscire dalle costrizioni dell’ambiente per scoprirle e collettivizzare forme e modi di vita diversi, la riscoperta della politica, del gioco, dell’amicizia, un processo di riconoscimento di se stessi e delle proprie possibilità, un processo che porta alla coscienza collettiva, per cambiare la vita, cambiare la società”.
Giovanna Calvenzi
Note
(1)L’occhio di Milano. 48 fotografi 1945/1977, a cura di Cesare Colombo. Editrice Magma, Milano, 1977
(2)Uliano Lucas, Emigranti in Europa, Einaudi, Torino, 1977
(3)Gianni Berengo Gardin e Luciano D’Alessandro, Dentro le case, Electa Editrice, Milano, 1977
(4)Aldo Bonasia, L’io in divisa. Immagini per un’analisi sociale, Imago’78, Milano, 1978
(5)Gabriele Basilico, Dancing 1978, Editphoto, Milano, 1978
(6)in L’occhio di Milano. 48 fotografi 1945/1977, a cura di Cesare Colombo. Magma, Milano, 1977
Inaugurazione 5 aprile 2007
Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio, 1 b Roma
Aperto: Martedì - Domenica, dalle 10 alle 20
Biglietto: intero 5,50 euro; ridotto 4 euro