In mostra una selezione della produzione fotografica dell'artista coreana che, evitando qualsiasi compiacimento, opta per un'immagine netta e autentica ottenuta attraverso una sofisticata elaborazione. Gli scatti formano il diario visivo del ventennale soggiorno romano dell'autrice.
Di segni di strada
(english below)
L'artista coreana Oan Kyu, italiana d'adozione, che per molti anni si è
dedicata ad una ricerca al limite tra segno e parola, portando a gli ultimi
esiti l'antica tecnica della china su carta fatta a mano, per
un'immagine pienamente contemporanea, presenta in questa mostra alcuni esempi
della sua parallela produzione fotografica qui concentrata nella serie "di
segni di strada". L'impegno a lungo praticato nella fotografia ha portato ad
una sensibilità particolare dell'artista che evitando qualsiasi compiacimento,
preferisce ottenere seppure in una segreta e sofisticata elaborazione,
un'immagine netta e autentica. Gli scatti sono stati effettuati nella città di Roma dove l'artista ha vissuto per oltre venti anni.
Si potrebbe definire come un diario visivo le cui
annotazioni sono prese durante il quotidiano itinerario seguito per recarsi
dall'abitazione di Monteverde allo studio nei pressi del Pantheon.
Insieme alle stampe fotografiche viene proiettata una sequenza di trenta
immagini che nello scorrere tra l'una e l'altra, sottolineano l'intensa
relazione che nel tempo si è andata stabilendo tra l'autrice e la città.
L'obiettivo è spesso orientato verso gli strati sociali più umili, presenze
silenziose che tentano di comunicare situazioni difficili per mezzo di
messaggi/segni che molti sguardi preferiscono non osservare e accelerando il
passo o voltando la testa, cancellano dalle loro preoccupazioni chi della
sofferenza ha una frequentazione quotidiana ed esasperata.
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Street Signs
The Korean artist Oan Kyu, an Italian by adoption, is exhibiting here some
examples of her photographic production which is concentrated on the series of
"street signs". A long-term commitment to photography has created a particular
sensitivity in the artist so that she avoids complacency, opting instead for a
clear, authentic image, albeit in a secret and sophisticated elaboration. These
photos were taken in the city of Rome where the artist has lived for more than
twenty years. They might be described as a visual diary, the notes of which
were made during the daily route from her home to her studio.
Her lens is often aimed at the more humble walks of life, silent presences
that attempt to communicate difficult situations by means of messages/signs
that many try not to notice by accelerating their steps or averting their heads
so as to cancel from their own cares those whose familiarity with suffering is
daily and exasperated.
It is here that the artist’s interpretation takes over as she fixes a
particular gesture, a contrast of lights, or the angle of a shot, and subjects
it to greater attention. "street signs" attempts to show us signs of life that once imprinted in our eyes, leave profound marks on our minds.
Galerie Pici
122-22 ChungDam dong - Seoul