L'esperienza di essere bambini e' un evento irrepetibile. La mostra intende riportare alla luce, attraverso l'opera dei 2 giovani artisti Jasa e Elena Armellini, un mondo fatto di immagini, luoghi, oggetti sepolti e ritrovati.
Elena Armellini e Jasa
a cura di Daniela Ambrosio ed Eleonora Concetti
"Con l'arte, l'uomo accede ai mondi che appartengono alla natura, ma
sui quali non tutti riescono a gettare lo sguardo che è forse proprio
solo dei bambini, dei pazzi, dei primitivi […]".
L'esperienza dell'infanzia è un evento unico e irrepetibile durante
il quale il mondo e le cose vivono confusi con l'io e la percezione
che si ha della realtà è deformata, non autentica: come l'arte,
l'infanzia è il luogo dell'irrazionale, della creatività più libera
e selvaggia. In questa dimensione l'uomo è incluso e allo stesso
tempo escluso dal mondo, vive a metà strada tra il reale e
l'immaginario in una zona di anomia, di non definizione in cui
fondamentale è la presenza dell'adulto con il ruolo di tutore e di
guida. Nell'adolescenza, ci si libera, in maniera più o meno
problematica, e spesso con spirito ribelle, dell'egida adulta per
sviluppare una propria personalità, un proprio io.
I ricordi che serbiamo dell'infanzia sono spesso evanescenti e
sbiaditi e si presentano a noi come frammenti confusi e disorganici,
come una sorta di irrisolto puzzle.
"L'eccezione dell'infanzia" intende riportare alla luce e sviscerare,
attraverso l'opera dei due giovani artisti Jasa e Elena Armellini, un
mondo fatto di immagini, luoghi, oggetti sepolti e ritrovati: il
mondo dell'infanzia.
Elena Armellini (Venezia 1982) realizza sculture in peluche di
piccoli e fantastici animaletti, una sorta di fossili, ataviche
creature dalle fattezze di innocui giochi, ironicamente disposti in
una vetrina. L'artista, scavando nella memoria e portando alla luce i
reperti del passato, compie un percorso interiore volto a risalire
alle origini del proprio vissuto. Gli oggetti dell'infanzia diventano
metonimie di quello che siamo stati e delle nostre paure, delle
nostre fantasie e dei nostri sogni. La giovane artista veneziana
lavora mediante "stratificazione": le sue sculture ci appaiono come
monolitici tegumenti dai quali intravediamo antichi oggetti sepolti,
ninnoli e giochi erosi dal tempo che ci riportano indietro con la
memoria. Accanto agli oggetti "innocui" che accompagnano l'infanzia
di tutti i bambini, emergono creature apparentemente inoffensive, ma
in realtà inquietanti perchè provenienti da un mondo che non è
quello reale, ma è quello dell'immaginazione e del sogno.
Il lavoro di Jasa (Ljubljana, 1978) analizza l'interazione tra
materiale artistico e ambiente reale: attraverso la sinergia tra
spazio personale, intimo e spazio pubblico, egli sviluppa un
linguaggio capace di comunicare con il pubblico. "Acting_Out" mette a
fuoco il difficile passaggio dall' infanzia all'adolescenza, momento
dell'esistenza spesso caratterizzato da comportamenti ribelli e
sediziosi, se non addirittura autodistruttivi. Queste azioni negative
(come ad esempio fumare o fare uso di droghe) sono accuratamente
tenute nascoste agli occhi dell'adulto che spesso interpreta tali
atteggiamenti come "un grido di aiuto" da parte del giovane. Jasa,
operando con diversi medium (dalla pittura alla scultura, dal video
all'installazione) dà vita a vere e proprie illusioni giganti e,
partendo da oggetti e icone del mondo quotidiano, genera sogni
tridimensionali.
La mostra L'eccezione dell'Infanzia è parte del Progetto Accade,
iniziativa realizzata con il contributo della Regione del Veneto –
Assessorato alle Politiche sociali, Volontariato e Non Profit.
Ispirato alla ricerca del filosofo contemporaneo Giorgio Agamben, sui
concetti di “Stato di emergenza” e di “Stato di eccezione”, il
progetto ACCADE intende creare una maggiore sinergia tra istituti
pubblici come l’Accademia e gli spazi espositivi privati.
Partendo dal presupposto che l’attenzione del pubblico generico e
degli appassionati d’arte, quando si posa su Venezia, sembra
concentrarsi unicamente sulla grande manifestazione de La Biennale,
il progetto ACCADE, al contrario, insiste sull’idea che il “fare
arte in città” non riguarda soltanto il breve periodo della
kermesse internazionale, poiché agisce a più livelli investendo
sulle nuove forze creative.
Di conseguenza l'obiettivo del gruppo di curatori e del progetto
stesso è dare la possibilità a giovani artisti dell’Accademia
veneziana di esporre in alcune importati gallerie della città.
In tal senso si intende quindi far leva sulle gallerie che
propongono, tra l’altro, arte innovativa e sperimentale, mentre
l’Accademia - oltre all’insegnamento - ricopre con sempre maggiore
efficacia il ruolo storico di centro attrattore e propulsore di idee
e azioni.
Inaugurazione 7 aprile 2007
Galleria L'Occhio
via Dorsoduro 181 - Venezia
Ingresso libero